Mercoledì 08 Gennaio 2014 - Il Santo del giorno: Sant'Alberto di Cashel, Vescovo
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Il tempo... ieri - IL campo di alta pressione ha portato durante tutta la giornata bel tempo, con cielo sereno e assenza di
correnti fredde. Notte stellata. Temperature: massima. 10,4°C; minima. 1,4°C; attuale 3,3°C (ore 23,30).
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IL DIARIO DI SOLIMO
Di Fabio Maiorano,
Direttore responsabile del giornale
di Scanno “La Foce”
Sabato scorso, 4 gennaio, è stato presentato nell’auditorium di Palazzo dell’Annunziata il nuovo libro del giornalista Fabio Valerio Maiorano, direttore
responsabile del giornale di Scanno “La Foce”.
«Affidati alla memoria - si legge nella presentazione - e alla penna di Solimo,
esule con Enea da Troia in fiamme e mitico fondatore della città di Sulmona, fatti e personaggi sono stati annotati in un diario, il diario di
Solimo, che dal primo gennaio al 31 dicembre racconta giorno per giorno la
storia della città nei suoi fatti salienti, ma soprattutto nei piccoli e grandi avvenimenti che ne
hanno scandito il “divenire”, dalla notte dei tempi ai nostri giorni. Una sorta di almanacco quotidiano, che
scaturisce dalla lettura dei documenti d’archivio, dalle cronache dei quotidiani, dagli articoli di periodici e riviste,
dalle pubblicazioni di autori locali e dai ricordi personali, il libro intende
proporre Sulmona e i sulmonesi in un originale “mosaico” che, composto dalle tessere di un immaginario anno solare, prende forma di un
canovaccio sul quale si snodano e si dipanano eventi, episodi e protagonisti
che hanno attraversato la storia millenaria della città ovidiana».
Ogni mese del calendario è caratterizzato da due fotografie che ritraggono lo stesso angolo dell’abitato di Sulmona, l’una scattata in tempi passati, l’altra di recente, per collegare in una visione parallela la Sulmona di ieri e la
Sulmona di oggi. Alla cerimonia di presentazione la sala era stracolma.
Da questo giornale giungano i nostri auguri a Fabio per questo suo libro frutto
di un’attenta ricerca di documenti e di tanto amore per la sua Sulmona.
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Wolfgang Amadeus Mozart
Raccontato ai giovani
Sarà inaugurata oggi, 8 gennaio, all’Aquila con Wolfgang Amadeus Mozart la stagione teatrale innovativa “Lavori in scena, azioni e visioni contemporanee” dedicata ai giovani, offerta dal Teatro stabile d’Abruzzo, dal Teatro Zeta e dal gruppo E.motion.
"Mozart" scritto, diretto e interpretato da Corrado Accordino racconta il più acclamato musicista del suo tempo dall'adolescenza fino all'età adulta. Il genio austriaco spiegato attraverso un racconto, un'indagine che
diviene al tempo stesso un'appassionata confessione d'amore per Mozart, che
propone al pubblico aquilano una ventata di novità nel territorio, con spettacoli di prosa e danza che sperimentino nuove vie
tematiche e drammaturgiche. Nella pièce di Corrado Accordino si intrecciano frammenti della vita del musicista
salisburghese a quelli del narratore. Si delineano così i tratti di un adolescente schivo, solitario, chiuso in sé, con difficoltà ad accettare i propri difetti. E’ racconto dell’enfant prodige della musica, che passa una giovinezza segnata da trasgressioni,
eccessi ed un’inconfondibile genialità, fino alla morte in un’età ancora giovane, 39 anni.
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AVVISO PER ROCCO SIMONELLI
Qualora sia lettore di questo giornale on line
GENT.MO ROCCO URGE CONOSCERE IL SUO
INDIRIZZO PER LA SPEDIZIONE DEL PERIODICO
“IL GAZZETTINO DELLA VALLE DEL SAGITTARIO”.
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HA NEGATO DI COMUNICARCELO.
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NUOVE CORSE AUTOMOBILISTICHE
DELLA “Gualtieri Tour” - Scanno
Venerdì 10 GENNAIO 2014 partenza alle ore 17,00 da Roma (Ponte Mammolo - fermata metro ) per Scanno
con corsa diretta (Via Cocullo).
domenica 12 gennaio 2014 partenza alle ore 17,00 da Scanno per Roma (Ponte Mammolo - fermata metro) con
corsa diretta (Via Cocullo).
Il costo di ogni corsa è di euro 25,00 a persona con prenotazione obbligatoria ai seguenti numeri:
347 9826050 - 348 9281280 - 339 2066748
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Aumento del pedaggio
SULL’Autostrada dei Parchi
Per quanto riguarda l’aumento del pedaggio sull’autrada dei parchi l’Abruzzo, da come si evince nei dati riportati dalla CGIA di Mestre, si pone su
quello che è stato definito il 'podio dei tartassati', con un incremento dell'8,28% su una
media generale che si ferma al 3,9%. Secondo quanto si apprende da una nota del
ministro dei trasporti Maurizio Lupi, l’incrementi lievemente superiori alla media è dovutoper la realizzazione di opere di rilevante interesse per lo sviluppo del
Paese.
Quali sono le opere di interesse? L'incremento registrato da Strada dei Parchi
non è, infatti, 'lievemente superiore alla media', ma 'pesantemente superiore' con un
rialzo di oltre il 200% rispetto alla media nazionale. In una comunicazione
ufficiale del concessionario si legge che i proventi dei pedaggi, secondo
quanto previsto dalla Delibera CIPE n. 38/2007, sono destinati al recupero
degli investimenti già effettuati o da effettuare, a sostenere le spese di ammodernamento,
innovazione, gestione e manutenzione della rete".
Dove sono gli investimenti e in quale stato di avanzamento si trovano?
Gli incrementi tariffari penalizzano prima di tutto le imprese, aumentando loro
il costo dei trasporti e successivamente i cittadini, pendolari e lavoratori
che ne subiscono direttamente e indirettamente gli effetti.
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Nel 2013 chiuse in Abruzzo
duemila imprese
Dal giornale il Sole 24ore apprendiamo, in una intervista al presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro
Angelucci, che 400 sono le aziende manifatturiere che hanno chiuso in un solo
anno. Esse salgono a duemila se si considerano tutti i settori imprenditoriali.
I vertici di Confindustria sollecitano misure a sostegno del credito ed a
contrasto di una crisi sempre piu’ sistemica e strutturale. A parte, sempre secondo il Sole 24ore, il discorso
ricostruzione post terremoto dell’Aquila che ”risente della crisi del credito lungo la filiera e delle condizioni che
soffocano il sistema produttivo”. Si denuncia il fatto che la pubblica amministrazione paga con notevole ritardo
gli avanzamenti dei lavori; a loro volta le imprese non pagano i fornitori; e i
fondi per la ricostruzione non arrivano con la necessaria continuita’. Unici settori da salvare l’alimentare e la farmaceutica. Decisiva per risollevare le sorti dell’Abruzzo, per Angelucci, sara’ la prossima programmazione dei fondi europei. Gli industraili chiedono velocita’ dei pagamenti da parte degli enti pubblici; riduzione del cuneo fiscale;
interventi per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, con la piena operativita’ dei Consorzi fidi.
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Sul Lupo - Il Corpo Forestale e il DNA
Le colpe ai cani inselvatichiti e i conflitti con la pastorizia
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Qualche tempo fa, una notizia sul Lupo è circolata in Internet. Si riferiva ad ibridi nati da cani fatti incrociare con
lupi. Caso strano, pochi ne hanno parlato e/o fatta circolare la notizia: e non
era notizia da lasciarsi sfuggire per chi ha interessi per la difesa del Lupo.
In merito, vediamo, tra l’altro, cosa riportava un comunicato del sito “www.Greenreport.it” del 20 dicembre scorso: Il Corpo forestale denuncia «incroci pericolosi, lupi selvatici (Canis lupus spp) rinsanguati con cani
appartenenti alla razza canina Lupo Cecoslovacco (Československý vlčiak)». E’ il risultato dell’operazione condotta Servizio Cites Centrale di Roma del Cfs in diverse regioni
italiane in collaborazione con i Nuclei Investigativi Provinciali di Polizia
Ambientale e Forestale delle 8 province interessate (Alessandria, Salerno,
Pistoia, Modena, Parma, Rimini, Cosenza e Arezzo). L’operazione nasce da un esposto anonimo inviato a diverse istituzioni. In Italia
attualmente esistono oltre 120 allevamenti di lupo cecoslovacco, un cane
appartenente al gruppo dei pastori e bovari che ha la tempra, la mentalità e l’addestrabilità di un pastore tedesco e la forza, le caratteristiche fisiche e la resistenza di
un lupo. Le indagini del Cfs hanno evidenziato che «Alcuni allevatori avrebbero fatto accoppiare in maniera fraudolenta esemplari di
lupo cecoslovacco con lupe selvatiche provenienti dai Carpazi (Lupo europeo),
dal Nord America (Lupo del Mackenzie) e in alcuni casi con lupi appenninici per
migliorare le caratteristiche genetiche e morfologiche della razza». Secondo Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, «Per migliorare la conservazione del lupo nel nostro Paese, sarebbe opportuno
concentrare gli sforzi nel controllo e nella repressione dei tentativi
fraudolenti di inquinamento genetico della specie che si vanno ad aggiungere
alla già presente diffusione accidentale in natura di esemplari ibridi». Secondo alcune indagini svolte dalla Forestale tra Modena e Reggio Emilia, «Si sarebbero verificati in natura fenomeni riproduttivi dovuti alla diffusione
accidentale di esemplari ibridi. L’ipotesi potrebbe essere ricondotta al ritrovamento avvenuto nei mesi scorsi di
alcuni cani uccisi a fucilate o da bracconieri che le avrebbero scambiati per
lupi o dagli stessi allevatori illegali perché ritenuti ingestibili. La pratica di rinsanguamento tra cani e lupi è stata sospesa anche nella Repubblica Ceca non solo perché vietata, ma perché rischiava di generare ibridi genetici dall’indole e dalla natura molto aggressiva». Ebbene, come evitare che questi “cani-lupo”, di cui il CFS ci dice siano anche stati sfuggiti agli allevamenti, non ci
portino pensare ai tanti animali che negli ultimi anni si sono resi famosi con
pesanti predazioni su bestiame e cani da caccia? Animali semi domestici o
comunque abituati all’uomo (come confermano le numerose facili osservazioni di lupi sulle Alpi
piemontesi)? O animali segnalati in luoghi poco o nulla frequentati dai lupi
selvatici (come non far correre il pensiero anche allo strano “Lupo Ezechiele” – o “Ligabue” – catturato qualche anno fa lungo il raccordo di Parma, da tutti ritenuto
autentico lupo appenninico benché l’aspetto fisico lasciasse molto a desiderare, e poi massacrato nel cuneese dagli
stessi “veri” lupi non appena li incontrò?). A distanza di anni, si viene anche a sapere – secondo notizie circolate nel web – che il DNA avrebbe dimostrato che i lupi franco-piemontesi proverrebbero dalle
Foreste Casentinesi. Ma un tempo non si diceva che questi lupi provenivano dall’Abruzzo? E poi, tutti questi anni per stabilire una verità che era già data per assodata quindici anni or sono, quando i massimi esperti asserivano
che il DNA era uguale per tutti i lupi europei? (DNA, all’epoca messo anche in dubbio dallo stesso veterinario del Parco Nazionale Gran
Paradiso). Ora distinguiamo addirittura come “diversi” quelli delle Foreste Casentinesi (dove peraltro giunsero dall’espansione della popolazione dell’Italia centrale)? Solamente ridicolo! E, dopo le notizie diffuse dal CFS, come
non risalire a quanto il sottoscritto ebbe a
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scrivere i quegli anni in merito alle sembianze di lupi americani per alcuni esemplari fotografati lungo
la frontiera francese? Quante versioni su questo benedetto DNA, mai messo in
mano a laboratori super-partes (e con campioni blind e di provenienza non
dichiarata)! A questo punto, visti i risultati, forse sarebbe il caso di
lasciare fare agli esperti del CIS-Carabinieri, piuttosto che ai nostri
biologici di selvaggina! Intanto la popolazione del Lupo in Italia cresce di
anno in anno come di anno in anno crescono i danni che gli allevatori subiscono
e che raramente o malamente vengono loro indennizzati (poi ci si meraviglia se
qualcuno si fa giustizia con le proprie mani!); ciò mentre in altre nazioni, quelle che di solito gli italiani ritengono più civili e democratiche (che certamente sono almeno più pratiche ed efficienti!) quali Svezia, Norvegia, Svizzera, Francia e USA, per
contenere i danni le popolazioni dei lupi sono tenute sotto controllo
consentendo per legge l’abbattimento dei numeri in eccesso. Oggi finanche le popolazioni del Puma – in grande crescita numerica negli USA – sono sottoposte a controlli con abbattimenti programmati: 100 esemplari all’anno nel solo Nord Dakota, con una popolazione di 300 individui stimati! E, per
quanto riguarda il lupo, è recente la notizia di due branchi che le autorità federali per la fauna selvatica hanno addirittura deciso di sterminare in una
grande Area Wilderness dell’Idaho a causa del loro eccessivo impatto sulle popolazioni di cervi (ma sono
solo gli ultimi casi, in un Paese dove il Lupo è tenuto sotto controllo già da tempo un poco in tutti gli Stati dove esistono popolazioni di tale animale).
Per non dire del provvedimento preso dal Parlamento francese che, ovviamente
con regolamentazione, autorizza l’abbattimento dei lupi quando i danni diventano incontenibili (provvedimento
finora contrastato dagli animalisti e che in Italia ha avuto – non a caso! – ben poca visibilità sulla stampa e nei network, per ragioni più che intuibili!). Da noi si accetta invece con indifferenza l’eccessivo impatto su vitelli, pecore e cavalli (che poi nessuno vuole
indennizzare), costringendo di fatto gli allevatori a sostenere l’onere di una eccessiva presenza di lupi; ma anche, non dimentichiamolo, l’onore di un aggravio d’uso per la pastorizia alpina, che proprio perché in area priva della presenza del lupo, era quasi brada e in assenza di
guardiania, mentre oggi necessità di controllo e accompagnamento quotidiano: e ciò comporta un onere che nessuno rimborsa! L’eccessiva presenza del Lupo (i numeri “ufficiali” cozzano contro la logica e sono artatamente tenuti bassi!) è, tra l’altro, dimostrata non tanto dai censimenti di questi predatori, quanto dall’aumento dei capi abbattuti illegalmente (è notizia degli ultimi giorni) e dai danni che infliggono che ne sono la prova
provata, benché si cerchi di addossarli ai fantomatici “cani inselvatichiti” (che mai nessuno incontra!), cani inselvatichiti che, guarda caso: uno, non
esistono dove non esistono lupi; due, se anche vi fossero logica vuole che
siano essi stessi preda dei lupi in quanto si tratta di una coesistenza
impossibile (la fine fatta dal “Lupo Ezechiele” ne è una prova, e così le predazioni sui cani da caccia). Tra l’altro, nessuno si preoccupa del rischio che i branchi abruzzesi (sempre più in crescita numerica) possano prima o poi (e chissà che non sia già avvenuto, come qualcuno sospetta) predare anche i cuccioli dell’Orso marsicano, che già tante altre minacce deve affrontare. Per concludere, può sembrare assurdo, ma oggi è proprio regolamentando la riduzione della presenza del Lupo con abbattimenti
autorizzati che lo si protegge dal rischio estinzione, e con lui tutte le
specie di fauna predatrice, minacciate da sconsiderati avvelenamenti; non certo gli inutili, costosi ed inefficaci metodi che alcuni propongono per tenere
i lupi lontani dal bestiame domestico pur di non riconoscere l’esigenza di una riduzione del loro numero (si vogliono i lupi vivi, ma gli si
vuole impedire di mangiare!): intanto chi paga sono sempre gli allevatori! (
Franco Zunino, Segretario Generale AIW, già primo studioso sul campo dell’Orso marsicano)
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SALUTI
DAL
LAGO
DI
SCANNO
Le piogge dei giorni scorsi e lo scioglimento delle nevi hanno riportato il lago
al suo livello ottimale.
La foto è stata scattata ieri, in un clima di silenzio e di aria sottile.
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