Martedì 22 Ottobre 2013 - Il Santo del giorno: San Donato di Fiesole, Vescovo (fine VIII sec. - 875 circa)

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Sulmona, settant’anni fa
DOPO L’INFERNO FU IL TERRORE
di Ezio Pelino
Dopo l'infernale bombardamento  della stazione il 27 agosto del '43 e la distruzione della Montecatini del 3 settembre, fu il terrore  a Sulmona,  come  in tutt'Italia. Tutto tracolla in una tragica successione  di eventi. L'8 settembre, l'armistizio, la fuga del re ,  il disorientamento totale per l'assenza di ogni ordine e disposizione alle truppe e agli apparati. I tedeschi  sono padroni del Paese, la capitale d'Italia è Berlino,    comanda Hitler.  Mussolini,  liberato dal Gran Sasso il 12, lo stesso giorno in cui i tedeschi arrivano a Sulmona, è ormai il simulacro di se stesso. Il 14, il Comando militare tedesco affigge  il primo manifesto  che ordina la consegna delle armi, impone il coprifuoco dalle  21  alle 5, vieta di dare  ospitalità o anche solo dare da mangiare ai prigionieri di guerra fuggiaschi, mentre ne obbliga l' immediata denuncia. Persino per circolare con qualsiasi veicolo occorre una speciale  autorizzazione. Il 17 ottobre viene distrutto  a cannonate, con un puro atto di violenza e di spregio, l'antico venerato eremo di Celestino V, solo perché presunto rifugio dei prigionieri alleati, quando  sarebbe stato facile stanarli e ricatturarli. Erano, infatti,  disarmati. Il giorno prima, a Roma, 1259 ebrei sono  deportati dal ghetto nei campi di sterminio in Germania, solo 16 ritorneranno a casa. Il 20 ottobre, alle ore 8 del mattino, i primi condannati a morte. Il tragico rito si tiene proprio all'ingresso del cimitero  di Sulmona. Le vittime sono quattro pastori di Roccacasale, catturati nei pressi del castello D'Orsa. Il più vecchio, Giuseppe D'Eliseo, ha 67 anni, il fratello Antonio 57, il loro nipote,  Antonio Taddei, il più  giovane, ha appena 18,  Giuseppe De Simone, un conoscente  capitato lì per caso, ne ha 35.  Prima dell'esecuzione sono stati sadicamente costretti a scavarsi la fossa. L'accusa è "possesso di armi". Su quelle armi alcuni storici hanno poi lavorato di fantasia. Così Walter Cavalieri ricostruisce una scena epica attribuendo ai pastori una militanza partigiana. Arriva  a scrivere  che "sbarravano il passo ad un forte contingente tedesco per consentire a numerosi prigionieri angloamericani di mettersi in salvo fuggendo nei boschi".  Sulla stessa linea  Costantino Felice, peraltro di solito ben documentato. Nel libro "E si divisero il pane che non c'era", studenti e professori del liceo scientifico di Sulmona hanno ricostruito i fatti raccogliendo testimonianze orali.   Per giungere alla conclusione che quei pastori erano  "persone semplici e pacifiche, che non avrebbero certamente usato armi contro le persone, fossero pure tedeschi". Il loro assassinio rappresenta il primo crimine commesso dai  tedeschi nella Valle Peligna. Da allora, la loro ferocia si manifesterà con altre  esecuzioni e stragi,  come quella, terribile, inimmaginabile,  di  Pietransieri. Il giorno dopo, un manifesto terroristico annuncia l'esecuzione dei poveri pastori con la motivazione: "trovati in possesso di rivoltelle, bombe a mano ed altre armi proibite".
Dopo settant'anni rimangono senza risposta alcune domande. Erano a conoscenza  i pastori, presumibilmente analfabeti e che vivevano per gran parte del tempo  in montagna,  del manifesto tedesco? E perchè erano  armati? La spiegazione più convincente è forse quella di  Rino Panza:"Quattro pacifici lavoratori, travolti nel ciclone di una guerra, che tanti altri dolori continuerà ad arrecare all'Abruzzo ed all'Italia tutta. Accusati di essere in possesso di armi, in un momento in cui le armi abbandonate erano disseminate dovunque, per lo sbandamento del nostro esercito dopo l'8 settembre 1943, essi furono sacrificati dai tedeschi ad una linea di dura intimidazione". L'unica loro "colpa" era quella  di aver aiutato qualche prigioniero per semplice carità cristiana come fecero molti nel nostro territorio. Dove, al di là delle interessate manipolazioni storiche postbelliche, una resistenza armata partigiana non c'è mai stata. L'unica resistenza, che ci onora,  è stata quella che è stata definita "resistenza umanitaria",  riassunta icasticamente dal titolo del libro "E si divisero il pane che non c'era". Scrive da testimone e interprete Ottaviano Giannangeli,  che quella diffusa , eroica, solidarietà " subito si stabilì  tra italiani ed evasi in nome di oppressi e sofferenti, di violentati ed offesi che rianelavano alla libertà e alla vita". Dopo settant'anni un  segno di quella feroce esecuzione è ancora lì. Sul muro di cinta del cimitero, a destra del cancello, sono visibili le scalfitture delle pallottole assassine.
 
 

MODIFICHE AGLI ORARI
DI CHIUSURA DELLA SR 479
Sulmona-Scanno Km 16-19

L’Ing. Palumbo, direttore del dipartimento alla viabilità, ha concordato con gli enti locali due ullteriori aperture al traffico, di 15 minuti ciascuna, una al mattino e una al pomeriggio. La chiusura al traffico veicolare (è consentito il passaggio dei mezzi di emergenza) sarà in vigore, fino al 16/11/2013, dal lunedì al sabato, nei seguenti orari: 9,30 - 10,45; 11,00 - 13,30; 15,00 - 16,30; 16,45 - 18,00. Dall’1 al 3 Novembre il cantiere resterà chiuso. Le corse provvisoriamente soppresse dall’ARPA sono quelle da Sulmona delle 11,00 e delle 15,50, quella da Scanno delle 15,15.

Progetto Life ARCTOS
settore Orso Marsicano:
rischio di nuove catture

E' giunta alla scrivente Associazione la notizia che i ricercatori del Progetto Life ARCTOS, si accingerebbero a catturare tutti gli orsi marsicani ai quale erano stati messi i radiocollari, in quanto sarebbero risultati troppo stretti, per cui dovranno essere allentati.
Spiace dover notare come una tale notizia butti un'ombra di discredito su chi ha provveduto a suo tempo a munire di radiocollari detti orsi, denotando un apparente incompetenza agli occhi dell'opinione pubblica. Tanto più in considerazione del fatto che sono ormai anni che si praticano tali operazioni.
La scrivente Associazione fa presente che ogni cattura comporta il rischio di incidenti che potrebbero portare a mutilazioni, ferite varie ed anche rischio di morte per gli animali catturati o catturandi (in merito esistono già alcuni dubbi su fatti segnalati in passato alle autorità, sebbene non comprovati ed anzi smentiti dalle stesse).
Partendo dal presupposto che gli attuali radiocollari siano stati dotati del congegno di "distacco" automatico al trascorrere di un certo periodo di tempo, come si è letto in qualche dichiarazione di studiosi ed autorità del Parco, si sconsiglia assolutamente altre operazioni di cattura e, se proprio dovessero decidersi, si richiede che esse abbiano il solo ed unico scopo di togliere i collari e non già sostituirli. Un programma che, per quanto noto, le stesse autorità del Parco avebbero già da tempo stabilito, anche se mai attuato. Sono già state effettuate troppe ricerche su quest'animale, senza conclusioni degne di nota dal punto di vista pratico ai fini della protezione degli individui di questa popolazione; ragion per cui si richiede il blocco totale e definitivo di ogni ulteriore ricerca che comporti la manipolazione di animali.
Si fa presente che nulla e nessuno può ancora smentire con certezza che proprio tali manipolazioni continue possano essere tra le cause che negli ultimi anni hanno portato al fenomeno degli "orsi problematici e/o confidenti" e che, anzi, tale fenomeno sia iniziato a verificarsi proprio in concomitanza con l'inizio ed il perdurare delle ricerche con l'ausilio dei radiocollari.
Ciò si richiede anche alla luce del fatto che il periodo per tali ricerche sta giungendo a conclusione (furono autorizzate nel 2011 dopo il termine di una prima fase), per cui munire gli orsi oggi di altri
radiocollari potrebbe significare che si voglia magari prolungare almeno di fatto le ricerche in atto, che difatti potrebbero allora proseguire fino a quando i radiocollari invieranno impulsi agli apparecchi riceventi.
Per tutte le succitate ragioni la scrivente Associazione chiede fermamente a tutte le autorità compenti di non rilasciare le necessarie autorizzazioni, cosicché il lungo periodo di studi e ricerche possa finalmente concludersi e si possano infine iniziare a prendere quei provvedimenti atti a salvare dall'estinzione questa esigua popolazione di orsi prima che sia troppo tardi (un troppo tardi che per alcuni sarebbe già giunto!). Questo, soprattutto in considerazione al fatto che tutte le ricerche finora effettuate (con costi che avrebbero superato complessivamente i 13 milioni di Euro!) per quanto noto non hanno portato ad alcun serio e pratico provvedimento atto ad assicurare la protezione e la sopravvivenza di quest'animale.
Si chiede, infine, che siano al più presto reperiti e messi in disponibilità dell'Ente Parco fondi necessari all'inizio di un campagna di sostegno alimentare per l'orso, affinché si possa provvedere a semine e dislocazione di greggi "pubblici" nel territorio del Parco e sui ristretti circondari a partire dalla prossima primavera.
Franco Zunino
Segretario Generale dell'Associazione Italiana per la Wilderness
già primo studioso sul campo dell'Orso marsicano
 

NECROLOGIO

VILLALAGO - Domenica pomeriggio si sono svolti i funerali di Clara (Claruccia) Iafolla, vedova Di Paolo, che si è spenta a 99 anni. Condoglianze alle figlie, ai nipoti e pronipoti.

 
Andrea Iannamorelli
DAL T.S.A. AL T.S.A.

Sabato 26 ottobre 2013 - ore 17.30
Libreria Libernauta
Via Teramo, 27 – Pescara

Il libro viene presentato in occasione dei cinquant’anni dalla fondazione del Teatro Stabile Abruzzese 28.10.1963 - 28.10.2013.
Presenteranno: Gabriele Lucci (Scrittore e Critico cinematografico) e Ubaldo Giacomucci (Presidente Edizioni Tracce).
Dalla prefazione di Gabriele Lucci:
[...] Un obiettivo preciso muove l’autore: far conoscere, far sapere, riportare alla luce. Quasi un’ossessione della memoria. Grave vizio questo dell’uomo. Si fa fatica a restituire una identità perduta, soprattutto in tempi in cui sembra smarrito l’interesse a trarre ispirazione dal passato. Eppure... Eppure qualcuno, tra le nuove generazioni, vorrà sapere che cosa avevano fatto, prodotto i fondatori del T.S.A., Giampaola, Fabiani, Centofanti, quale mirabile sintesi avevano trovato tra mille assonanze, cognizioni, linguaggi. Dobbiamo essere grati a Andrea Iannamorelli che nella scomoda veste di osservatore-protagonista ci conduce verso territori della passione riproponendoci la storia del T.S.A. con le sue opere e i suoi autori, senza sfuggire a quell’intricato rapporto tra Arte e Potere. Solo l’amore per il teatro, quel teatro, poteva spingerlo a tanto. [...]
 
Ecco dove vedere NOI, ZAGOR e ricevere in omaggio una stampa a colori dei Fratelli Di Vitto a tiratura limitata e numerata a mano da 1 a 100. E'  gradita prenotazione. Vi aspettiamo Di Vitto