Martedì 03 Settembre 2013 - Il Santo del giorno: San Gregorio I, detto Magno, Papa e dottore della Chiesa

Il tempo... ieri - Con l’arrivo dell’anticiclone delle Azzorre settembre ci ha portato una bella giornata di sole, che dovrebbe accompagnarci per tutta la settimana. Temp: mass. 23,6°C; min. 10,2°C; attuale 14,3°C (ore 23,30).
 

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A cura dell’Ass. L’Atelier e della Pro Loco con il contributo del “Bar Centrale” e del Bar-Pizzeria “La Fontanella
 
IL “BEL SAGITTARIO” RISCHIA DI ESSERE INTUBATO
IN QUEL DI BUGNARA e di Pratola PER due CENTRALINE ELETTRICHE
PRIMI RISENTIMENTI DA PARTE DEL WWF ABRUZZO
Sono stati presentati alla regione Abruzzo due progetti per una centralina elettrica presso Torre dei Nolfi di Bugnara e l’altra a Pratola Peligna. Sul BURA l’avviso è comparso lo scorso 28 agosto ma la procedura di pubblicazione sarebbe partita il 2 agosto. Per fare le osservazioni la scadenza è fissata al’1 ottobre 2013. A prendere già posizioni contro queste richieste è il wwf Abruzzo, perchè secondo questa associazione il fiume Sagittario rischia di diventare un misero rigagnolo nelle zone dove sarà decisa la sua intubazione. A Bugnara per tutta la lunghezza della condotta (2,5 km.) il fiume Sagittario ridurrà la sua portata a meno di 1/3.
Il WWF ritiene che «il tratto interessato dal progetto di Bugnara è tra i pochi in cui un fiume abruzzese ha conservato un minimo di qualità ambientale, mentre appena a valle, a Pratola Peligna, si vorrebbe intubare un fiume che è già nella classe di qualità “scadente” con la conseguenza di peggiorare ulteriormente questa situazione». «La produzione di energia da fonte rinnovabile - secondo il WWF - non può comportare il definitivo depauperamento del patrimonio ambientale abruzzese, anche perché i fiumi sono come i reni del corpo umano e hanno una funzione fondamentale per la vita di un territorio».
Questo giornale, che si richiama al Fiume Sagittario, si unisce aI WWF nell’invitare i cittadini e le associazioni del territorio a presentare osservazioni utili per conservare il nostro fiume, ricchezza del nostro territorio e del suo sistema ambientale.
 
In una lettera al direttore del quotidiano "Il Centro" pubblicata sabato scorso
La scrittrice Dacia Maraini ha annunciato di voler lasciare il "Teatro di Gioia"
Per "l’assenza delle Istituzioni e le promesse non mantenute"
L’annuncio al direttore del quotidiano “Il Centro” da parte della scrittrice Dacia Maraini. di voler lasciare dopo tredici anni il “Teatro di Gioia”, per “l’assenza delle istituzioni e le promesse non mantenute”, ha suscitato amarezza e indignazione e molti le hanno chiesto di restare.
La signora Maraini ha inviato la seguente lettera al direttore del giornale “Il Centro”, pubblicata sabato scorso, 31 agosto.
«Caro Tedeschi, La voglio ringraziare pubblicamente per l'articolo che ha scritto su di me e il mio lavoro qui in Abruzzo. Lei ha parlato del mio amore per queste terre e delle tante iniziative che ho preso in carico per cercare di ravvivare alcuni paesi abbandonati, di cui mi sono innamorata. L'amore mi ha permesso di andare avanti per tredici anni, faticando, spendendo energie fisiche, psichiche ed economiche, con una risposta devo dire commovente da parte di tanti abruzzesi che mi hanno seguita sempre con fiducia e attenzione. Ora però mi trovo nella condizione incresciosa di dovere dire addio, non alle terre d'Abruzzo che continuerò a frequentare e amare, ma al Teatro di Gioia, alla Scuola annuale di Drammaturgia e a tutte le attività connesse. Non posso più andare avanti con l'angoscia dei tagli che stanno diventando sempre più drastici, con l'assenza delle Istituzioni, con le promesse non mantenute e la disperazione di non potere retribuire chi lavora. Il mio impegno è sempre stato gratuito e non mi lagno di questo. Ho fatto una scelta consapevole. Ho avuto accanto a me delle persone meravigliose che hanno dato tanto e senza mai lamentarsi, con generosità e fiducia. Ma è diventato talmente difficile andare avanti che non credo di potere reggere la terribile fatica e la tensione delle infinite attese, l'incertezza delle entrate, la mancanza di risposte da parte degli amministratori pubblici. Per questo voglio annunciare qui oggi che sono costretta a chiudere le mie attività teatrali sul territorio. Lo faccio attraverso il vostro giornale perché è quello che ho sentito più vicino in questi anni e so quanto è letto e amato dagli abruzzesi. Mi dispiace molto dovere fare questo annuncio che mi addolora. Dopo tanti anni di entusiasmo, di passione civile, di partecipazione collettiva, è uno strazio dovere constatare che questo Paese non crede nella cultura, non ha nessuna intenzione di investire in progetti seri a lunga scadenza. Eppure sulla terrazza giardino di Gioia dei Marsi, abbiamo avuto, accolti da un pubblico entusiasta, il meglio del teatro italiano, da
Dacia Maraini a Frattura Vecchia per la rappresentazione
della Mila di Codra
Franca Valeri a Giorgio Albertazzi, da Piera Degli Esposti a Michele Placido, da Emma Dante ad Ascanio Celestini, da Massimo Ranieri a Pamela Villoresi, da Moni Ovadia a Beppe Barra, da Gigi Proietti a Paola Cortellesi, da Arturo Cirillo a Marco Paolini, da Sista Bramini a Vincenzo Salemme, da Dario Vergassola a Mariangela D'Abbraccio, e potrei citarne molti altri. Per non parlare dei cantanti straordinari come Lucio Dalla, Edoardo ed Eugenio Bennato, Antonella Ruggieri, Ornella Vanoni, Lina Sastri che si sono succeduti sul palcoscenico del piccolo paese abbandonato di Gioia Vecchio, sotto una tenda improvvisata, con le sedie portate su apposta dal Comune e un gran lavoro di organizzazione del volontariato di zona. Ringrazio infine gli insegnanti della scuola di teatro: Mariangela Melato che purtroppo se n'è andata troppo presto, Ottavia Piccolo, Fabrizio Gifuni, Manuela Giordano, Spiro Scimone, Giuseppe Manfridi, Boris Vecchio che nella loro generosità e passione, hanno suscitato l'entusiasmo dei corsisti. Un carissimo saluto».
 
XVI convegno regionale
dedicato alla famiglia
Promosso dall'Ufficio di Pastorale
Familiare della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana

Si è svolto a L'Aquila il sedicesimo convegno regionale dedicato alla famiglia, promosso dall'Ufficio di Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana. Una scelta di un luogo “difficile” da un punto di vista logistico ma certamente significativa per i suoi aspetti umani, fortemente voluta da Don Sabatino Fioriti, responsabile dell'Ufficio, per dare un segno e un contributo alle speranze di rinascita della città. La relazione introduttiva di Mons. Giancarlo Maria Bregantini sulla famiglia che educa alla custodia del Creato, che la Chiesa festeggia proprio il 1° settembre, parte dalle sue impressioni salendo verso L’Aquila e ammirando il Gran Sasso, immaginando la salita verso la montagna come una salita che avvicina al Cuore di Gesù. E lo stupore della bellezza del Creato e l’importanza di custodirlo (che, come ci dice saggiamente, è diverso dal salvaguardarlo) si traduce semplicemente nel racconto delle sue esperienze di Pastore trentino chiamato qualche tempo fa a servire in Calabria. E’ lì che nella tremenda alluvione di qualche anno addietro una casa ed i suoi abitanti si salvano perché un ulivo saldamente piantato sulla terra devia un masso staccatosi dalla montagna. Lo stesso ulivo che era stato salvato da quegli uomini qualche mese prima durante un incendio. A dimostrare che ciò che Dio ha creato e che l’uomo rispetta e custodisce, non mancherà all’occorrenza di ricambiare difendendoci. Nello stesso modo le ricorrenze della pace, del creato, del turismo, del ringraziamento per i frutti della terra (tutti concetti legati al Creato) attraversano il calendario liturgico come il concetto di giardino attraversa la Bibbia, da Adamo al giardino della morte e resurrezione di Gesù, fino al giardino dell’Apocalisse. Se lo sviluppo è il risultato del coraggio dell’innovazione e della forza della conservazione occorre allora abbondonare la cultura dello scarto, che, come ammonisce Papa Francesco, è anche spreco e scarto alimentare laddove molti soffrono di fame e malnutrizione, e bisogna abbinare una ecologia umana strettamente legata ad una ecologia ambientale. Ecologia che nasce nei gesti quotidiani della famiglia nella preghiera di ringraziamento ai pasti, nell’uso responsabile dell’acqua e nel riciclo dei rifiuti, gesti che educano a comprendere che tutto è dono che possiamo meritarci solo se capaci di custodirlo. E Mons. Bregantini ci lascia con una considerazione sulla famiglia che è luogo dove apprendiamo a comprendere che lo stupore del dono è la gratuità che ci fa dire grazie, il rispetto ci porta alla reciprocità che ci fa dire prego e il perdono è riparazione dal male che ci fa dire scusa. Luigino Bruni, docente universitario ed editorialista di Avvenire, ha poi presentato la sua relazione su “Famiglia e lavoro : perché è possibile sperare nel tempo della crisi”. Prendendo spunto dalla considerazione che è nelle famiglie, specie quelle più giovani o di ceto medio basso, che si concentrano le sofferenze in tempo di crisi, ha fatto una panoramica su 4 aspetti che fotografano la situazione : lavoro, bambini, anziani e giovani. Il lavoro, così come sancito all’articolo 1 della Costituzione, è il fondamento della nostra nazione ma non solo strumento di reddito e fonte di sopravvivenza. Il lavoro attiene alla dignità umana e alla costruzione di relazioni, per cui strumenti come il reddito di cittadinanza vanno bene come soluzione temporale ma non come sostituzione di un lavoro in senso ampio. E questo anche quando non è un lavoro propriamente ideale e conforme a studi e aspirazioni, dove la componente dovere/sacrificio prevale o annulla la componente piacere, perché anche un lavoro “sbagliato”, se fatto bene, assolve alla funzione sociale a cui è destinato. Ci sono poi quei lavori, specialmente quelli casalinghi ma in generale quelli di cura, che non
sono considerati per il valore sociale che hanno e che in tempi di crisi sono e debbono essere invece riconosciuti come ricchezza e possibile via di uscita. I bambini sono l’espressione di una fragilità che anche per sbagliati approcci culturali ed economici rischia di pesare non solo sull’oggi ma anche sul nostro futuro. Bisogna proteggere i bambini dai mercanti della pubblicità che usano spazi impropri e soprattutto bisogna recuperare una dimensione di attività cooperative e relazionali anche nel gioco, perché bambini abbandonati a televisioni, videogiochi e computer non sanno cooperare e relazionarsi e non sapranno farlo nella scuola e nel lavoro. E non bisogna utilizzare incentivi per far bene le cose perché non bisogna incentivare la virtù per non perdere il valore intrinseco delle cose buone, dando solo eventualmente un premio a cose fatte ( e bene), facendo fare esperienza a questa generazione del tutto e subito che c’è un limite e si possono ricevere dei no. Gli anziani, che ormai hanno aspettative di vita di 20 anni superiori a quelli di pochi decenni fa, rischiano di uscire da un recinto di reciprocità se il modello rimane quello del percorso studio-lavoro-pensione. E’ invece possibile e auspicabile che si lavori quando si studia, si studi quando si lavora e si lavori quando si è in pensione. Senza abbandonare gli anziani a riempire le loro giornate con il gratta e vinci ed i videopoker. I giovani debbono recuperare la dimensione della bellezza in tutti i suoi aspetti ma soprattutto nell’essere protagonisti del proprio futuro. Abbandonare il pessimismo è condizione per non infrangersi contro gli scogli della vita, riappropriandosi della loro natura che li vuole artefici e motore del cambiamento. Ruolo della scuola e delle famiglie è quello di stimolare questo desiderio e anche quando si accettano lavori meno premianti è indispensabile sia farli bene, per recuperare l’autostima e perché ogni lavoro a suo modo è degno, sia immaginare e progettare un futuro. Dopo il pranzo al sacco nei giardini del Castello, la tavola rotonda moderata da Mons. Vincenzo D’Ercole. Bruno Vichi e Giuseppe Dardes hanno accompagnato i presenti nell’esplorare i tre capitoli (La famiglia e la persona umana – La famiglia, bene per tutti - Famiglia, società e economia) che costituiranno l’ossatura della Settimana Sociale dei Cattolici, grazie anche alle numerose domande dei presenti si sono potuti evidenziare molti temi che saranno al centro del dibattito nelle nostre diocesi. Doverosi ringraziamenti da parte di Don Sabatino a tutti coloro che hanno permesso la realizzazione del convegno, specialmente agli aquilani. Nell'omelia della messa, monsignor Emidio Cipollone ha ricondotto i presenti a quello che la Parola del giorno ci vuole comunicare: se Gesù accetta il rischio di partecipare alle mense dove è invitato ed essere soggetto di critica per ciò che dice, anche noi dobbiamo accettare il rischio che le Sue parole ci facciano ridiscutere chi siamo e cosa facciamo se lo invitiamo alla nostra mensa. In una cultura in cui è solo il primo ad essere importante dobbiamo imparare ed essere testimoni che è agli ultimi che alla fine del nostro cammino terreno saranno riservati i posti migliori e il premio destinato agli umili è infinitamente maggiore a chi sgomita, lecitamente ed illecitamente, per essere primo. (Piergiorgio Greco)
 
Riparte l’attività istituzionale abruzzese
Confronto sulla data delle elezioni

La settimana politica che si è aperta in Regione ha segnato, di fatto, la ripresa dell’attività degli organismi del Consiglio regionale. La giunta regionale è già a lavoro da qualche settimana. L’agenda dell’attività dell’Assemblea regionale prevede la prima convocazione del Consiglio regionale dopo la pausa feriale per martedì 17 settembre. E’ chiaro che in queste due settimane il lavoro delle Commissioni dovrà essere proficuo per mettere l’Aula nelle condizioni di poter lavorare. Intanto continua a tenere banco nel dibattito politico la scelta della data per il voto alle regionali. Il governatore Chiodi, cui spetta il compito (d’intesa con la Presidenza del Consiglio regionale e con il presidente della Corte d’Appello) di scegliere la data dovrebbe sciogliere il nodo già entro questo mese ma tutti gli osservatori politici abruzzesi danno ormai per scontato che gli abruzzesi saranno chiamati alle urne nella tarda primavera del 2014. Anche il sottosegretario all’ Interno, Giampiero Bocci, a L’Aquila in occasione del conferimento della cittadinanza ai Vigili del Fuoco ha lasciato intendere questa possibilità attorno alla quale sembrano ritrovarsi buona parte dello schieramento delle forze politiche. “Non so se il sottosegretario Bocci abbia espresso un parere a titolo personale o in rappresentanza del suo partito, il Pd, o del Governo di cui fa parte, ma considerando l’autorevolezza del suo
ruolo istituzionale, sarà necessario che il governo nazionale si faccia carico di dare effettive e ufficiali garanzie che la nostra regione, in caso di voto a maggio, non sarà bloccata per sei mesi in una insostenibile condizione di ordinaria amministrazione, come dispone in modo chiaro lo Statuto regionale e come è già avvenuto in passato”. E’ la risposta data dal responsabile regionale dell’Idv Alfonso Mascitelli alle affermazioni del sottosegretario Bocci. “Il problema – ha spiegato Mascitelli – non è se votare in un mese anziché in un altro, ma far capire che dalla scadenza naturale della legislatura, fissata il 15 dicembre, scatta la ordinaria amministrazione. Può l’Abruzzo, regione al 187esimo posto per competitività tra le regioni europee, permettersi il lusso per oltre sei mesi di deliberare solo atti urgenti e dovuti? Il problema è tutto qui. Ricordo a chi ha la memoria corta che già il governo nazionale, alcuni anni fa, impugnò due leggi dell’Abruzzo dei mesi di ottobre e novembre 2008, e la Corte Costituzionale con sentenza n. 68 del febbraio 2010 dichiarò incostituzionali queste leggi perché a termine della legislatura, con l’istituto della prorogatio, i consigli regionali dispongono soltanto di poteri per l’ordinaria amministrazione. E lo stesso vale per le funzioni della giunta regionale. Considerando la tempistica dei giudizi di merito della Corte, i danni di un sicuro immobilismo si vedranno soltanto ad elezioni avvenute e a babbo morto: l’importante, quindi, è saperlo prima e oggi così i cittadini abruzzesi potranno fare liberamente tutte le loro valutazioni”.
 
 
NELL’AMBITO DEL CONGRESSO CI SARA’
IL PREMIO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA
“SCANNO DEI FOTOGRAFI 2013”
Vincitori delle precedenti edizioni: Lynn SAVILLE
(New York), Jill HARTLEY (Città del Messico), Giovanni MARROZZINI (Fermo), Stefano SCHIRATO (Pescara)