Giovedì 27 Giugno 2013 - Il Santo del giorno: San Cirillo d'Alessandria, Vescovo e
dottore della Chiesa
| ||||||||||||||||||||||
Il tempo... ieri - UNA GIORNATA DA DIMENTICARE, perché è stata uno scherzo dell’Estate. La “burlona” ci ha riportato indietro di molti mesi con freddo, vento, nebbie, piogge.
Temp: mass. 19,5°C; min. 7,0°C; attuale 10,3°C (ore 23,30).
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
UN LUPETTO DI CIVITELLA
NELL’AREA FAUNISTICA
Nel 1972, nei pressi di Civitella Alfedena, il Parco, in collaborazione con i giovani
del luogo, costruisce un ampio recinto per ospitarvi cervi e caprioli donati da alcune
Istituzioni straniere, tra cui il Principe Bernardo d’Olanda, destinati alla “Operazione ripopolamento”, la prima in Italia di un certo livello, con lo scopo di reintegrare
ecologicamente l’ambiente naturale, ristabilendo un importante anello della catena alimentare.
Rimasto vuoto dopo il rilascio in natura degli ungulati, il recinto è destinato a ricevere una coppia di lupi “ospiti” di una gabbia nello zoo di Pescasseroli. Nasce così l’Area Faunistica del Lupo, la prima in Italia, a cui segue l’omonimo Museo, che renderanno famosa Civitella Alfedena. In pochi anni si forma
un vero e proprio branco, forse due, fino a raggiungere una presenza di oltre quindici individui. L’Area Faunistica e il Museo diventano oggetto di grande curiosità e meta di notevoli flussi di visitatori, facendo di Civitella Alfedena, che nel frattempo comincia a dotarsi di buone
strutture di servizio, un paesino-centro turistico accogliente e famoso, non solo in Italia. Intanto l’Area Faunistica, grazie all’interesse di ricercatori, giornalisti, fotografi, cineoperatori e operatori
ambientali, costituisce, e costituirà negli anni, un elemento importante di sensibilizzazione per recuperare l’immagine del Lupo (non solo appenninico), che non godeva certamente di buona
fama, e per migliorarne la tutela. A partire dagli anni novanta una brutta
epidemia decima totalmente il branco, lasciando l’Area vuota, fino a quando, negli ultimi tempi, tre lupi appenninici successivamente raccolti feriti e curati dal Parco, tornano ad “abitarvi”.
| ||||||||||||||||||||||
Ora il lieto evento!, scoperto nei giorni scorsi dal veterinario e dai tecnici
del Parco durante un sopralluogo di lavoro.
Mentre percorrono l’Area, all’improvviso, dietro un grosso cespuglio, si presenta un cucciolo che osserva
incuriosito gli “invasori” del suo territorio. Un cucciolo di circa tre settimane, in ottime condizioni di
salute, come appare dalla foto, che potrebbe anche non essere “figlio unico” ed avere qualche fratellino e/o sorellina. Come in genere avviene nel parto
delle lupe, non si esclude, infatti, che possano essere nati altri cuccioli. Se
così fosse, sarebbe veramente bello e, forse, l’inizio della ricostruzione del “branco di Civitella” e la riscoperta della sua storia.
(Antonietta Ursitti, Ufficio di Presidenza)
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
LETTERA APERTA
AL SINDACO DI VILLALAGO
Gent.mo Sindaco,
nel visionare via internet l'Albo Pretorio del Comune di Villalago, ho notato
che spesso le delibere non sono suffragate dagli allegati necessari per una
conoscenza completa degli atti.
Ieri nel leggere le delibere di Giunta: la numero 24 del 24.06.2013 (Riqualificazione delle infrastrutture a servizio del turismo della Valle del
Sagittario - Area Cuore d’Abruzzo. Approvazione progetto definitivo) e la numero 23 del 24.06.2013 (Finanziamento delle infrastrutture nell’ambito del PattoTerritoriale della Valle Peligna. Intervento sistema museale
Valle Peligna. Approvazione progetto definitivo) non ho trovato nessun allegato
progettuale, nonostante - com’era specificato - facesse parte integrante dell’atto. Non chiedo che vengano pubblicati tutti gli elaborati progettuali, ma
quantomeno la relazione descrittiva dell'intervento, per conoscerne la
tipologia. Altrimenti, mi dica lei, quale sia l'utilità dell'Albo Pretorio on line, se poi, per avere le informazioni necessarie
bisogna recarsi alla sede municipale!
Dal 1 gennaio 2010 vige l’obbligo della pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle
amministrazioni e degli enti pubblici di tutti i documenti relativi ad atti e
provvedimenti per stabilire - secondo il legislatore - una comunicazione
interattiva tra Ente e cittadini.
Penso che "nihil obstat" alla mia richiesta e per questo sono fiducioso di un
suo intervento, che mi permetta, quale direttore di questo giornale on line, di
poter informare compiutamente sugli atti amministrativi i nostri lettori. (Roberto Grossi)
|
|
Regione Abruzzo
Corsi di informatica
per over 65
Scade il prossimo 12 luglio 2013 l'inoltro della domanda per la richiesta di specifici corsi di formazione
digitale per gli anziani over 65. E' stato pubblicato sul BURAT n. 22 del
12.06.2013 l'Avviso pubblico "Da Grande", rivolto ai Comuni abruzzesi, con la finalità di contrastare il divario digitale tra gli anziani over 65 della Regione
Abruzzo attraverso l'organizzazione di appositi corsi di informatica. Le
risorse disponibili ammontano a complessivi euro 220.500,00. Il contributo
richiesto non può superare, a pena di esclusione, la quota massima di euro 6.000,00 per ogni
progetto presentato per organizzare specifici corsi di formazione digitale per
gli anziani over 65.
Secondo l'Assessore al Lavoro e alle Politiche Sociali, Paolo Gatti, il progetto
nasce proprio per aiutare i più anziani a "stare al passo" con questa realtà, in modo da aiutarli a superare le disparità sociali e a partecipare nel modo più attivo possibile alla vita comune. L'auspicio è quello di una larga partecipazione dei Comuni al bando in parola, anche per
testimoniare l'attenzione degli Enti locali alle politiche sociali rivolte ai
meno giovani.
| ||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
PETIZIONE PER SCONGIURARE IL TRASFERIMENTO DA SULMONA
delle Suore Francescane Missionarie di GesU’ Bambino
| ||||||||||||||||||||||
Cari colleghi, vi inoltro questa petizione avviata dalla comunità della Chiesa della SS.Trinità che rischia di restare chiusa, a causa del trasferimento della comunità delle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino che dal 1964 sono ospitate nel piccolo edificio della Domus Orationis
di via Ciofano, accanto alla chiesa trinitaria. In coincidenza con questa
imminente partenza, decisa dalla Madre generale per ragioni di riorganizzazione
delle case delle suore francescane sparse ovunque in Italia, l'attuale disagio
fisico sofferto dal cappellano don Vittorio D'Orazio, che da due settimane non
celebra la messa domenicale, rende ancor più concreto il rischio che nel prossimo futuro la chiesa dei Trinitari possa
restare chiusa. Vi prego di considerare questa iniziativa e per qualsiasi
ulteriore informazione utile potete contattarmi. Grazie della vostra gentile
attenzione, vi saluto cordialmente,
Giuseppe Fuggetta.
LA PETIZIONE
Sulmona, 20 giugno 2013
Reverenda Madre, nei giorni scorsi abbiamo appreso con enorme rammarico e grande
amarezza la notizia, per noi infausta, di un trasferimento imminente da Sulmona
della Comunità delle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino, residenti nella Domus Orationis di via Ciofano e legate alla nostra
benemerita comunità della Chiesa ed Arciconfraternita della SS. Trinità. Tra pochi mesi si compirà il 50' anniversario della presenza delle Suore Francescane in questa nostra
Comunità e appare a tutti difficile e veramente
|
triste pensare ad un anniversario da celebrare in assenza delle stesse Suore che
da quattro decenni servono, con tutta umiltà e grande zelo, i bisogni spirituali e materiali di questa nostra Comunità, a cominciare dall'Adorazione perpetua del SS.Sacramento e dal quotidiano culto
reso nella Chiesa della SS.Trinità, cuore religioso e spirituale della Città di Sulmona e dell'intera Diocesi di Sulmona-Valva. Siamo perciò a chiederLe di voler soprassedere alla decisione di trasferire le Suore
Francescane,
scongiurando la dolorosa eventualità che un'intera comunità resti priva del prezioso contributo delle stesse Suore, proprio nella nobile
Città che ha dato i natali alla Madre Fondatrice, Suor Barbara Micarelli. L'assenza
delle Suore Francescane rappresenterebbe un vuoto incolmabile per tutti noi
provocando profondo grave disagio e conseguenze che potrebbero rivelarsi da
subito ineluttabili per lo stesso futuro della Chiesa trinitaria.
Confidando in tutta sincerità nella sua materna sensibilità, invocando l’aiuto misericordioso della SS.Trinità ed elevando alla Madre Celeste Maria Santissima, le nostre umili implorazioni
perché interceda per noi, facciamo voti affinché le Suore Francescane restino tra noi, dando da subito la nostra piena e
consapevole disponibilità a qualsiasi utile sostegno si rendesse necessario alla causa della permanenza
delle Suore, riferimento essenziale e irrinunciabile per tutta intera la
comunità Trinitaria, per la Città e per la Diocesi di Sulmona-Valva alle quali le nostre Suore restano legate
indissolubilmente. Con filiale devozione. (Seguono le firme)
| |||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
la Piana del Fucino, la Val Comino e... finanche Sora! Per non dire di quelli
nei centri urbani dei Paesi del Parco (l’ultimo caso è successo nei giorni scorsi a Pizzone, nel Molise). Ci potremmo inventare anche
noi tante cose da dire e proporre per risolvere il problema, sempre nuove e mai
risolutive come fanno altri (più presi ad inventarsi soluzione che nessuno abbia ancora proposto e che li metta
in luce), ma preferiamo limitarci al concreto delle cose, e quindi ribadire: 1.
Severo controllo turistico, con chiusura assoluta a tutti, di non pochi
territori selvaggi da riservare all’orso, senza deroghe di sorta. 2. Coltivazione cospicua di terreni agricoli, oggi
in abbandono, con colture a perdere, da difendersi con la realizzazione di “Recinti Finamore”. 3. Incentivazione della pastorizia ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di diretta gestione da
parte degli apparati pubblici. 4. Controllo severo, con drastica riduzione
delle presenze, del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del Parco e nelle
sue aree circostanti. 5. Blocco assoluto ad ogni progetto di sviluppo
urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili (ovvero zone D del
Parco) nell’area di habitat primario. Non è dichiarando che l’attuale numero di orsi presenti nel Parco sia ottimale (cercando così sconfessare il fatto che la popolazione sia diminuita, asserendo che sempre
pochi ce ne sono stati – ma senza mai spiegare le ragioni per cui un tempo chi frequentava il Parco
trovava tracce di orsi ovunque, mentre oggi le trova assai di rado o quasi mai –, trasformando una sconfitta in vittoria), che si salverà l’orso marsicano; né lo salveranno quei noti giornalisti – ma anche ambientalisti – che da anni con articoli e libri lucrano invitando la gente ad andarlo a
scovare per osservarlo e fotografarlo – dando così un bell’aiuto a chi su queste escursioni ci campa..., ed un calcio nei denti al povero
orso sempre più disturbato nei suoi recessi! Non è facendo irritare pastori ed allevatori non pagando, o pagando male e tardi, i
danni al bestiame da animali predatori, che si eviteranno le strane morie per
avvelenamento. O si pretende di mettere il sale sulla coda ai “delinquenti” con controlli sempre più severi (ed impossibili!) affinché ad ogni danno subito essi abbassino la testa e tacciano pagando di tasca loro
ciò che dovrebbe pagare lo Stato? Né salveranno l’orso quelli che ad ogni piè sospinto continuano a chiedere di allargare il Parco Nazionale e/o di
costituirne altri, ovvero di chiudere sempre più territori alla caccia, e tanto meno chi - tanto per darsi un compito, e magari
un guadagno - li vorrebbe far riprodurre in cattività (per poi farne che?). Di questo passo, questi “esperti” si troveranno un giorno non troppo lontano tutti riuniti attorno all’ennesimo tavolo di una conferenza a disquisire del perché e del per come l’Orso si sia estinto (qualcuno magari ancora godendo di emolumenti di qualche
progetto Life!). I problemi si risolvono andando alla loro fonte, non con
iniziative palliative che curano i sintomi ma non le cause che li creano.
(Franco Zunino, Segretario Generale dell’AIW, già primo studioso “sul campo” dell’Orso bruno marsicano)
| ||||||||||||||||||||||
DA Confagricoltura
L’Aquila
Confagricoltura L’Aquila accoglie con favore quanto sostiene nel seguente comunicato stampa l’Associazione Italiana per la Wilderness (AIW), e rilancia agli enti interessati
l’apertura di un dialogo con pari dignità, o anche quest’ultimo appello cadrà nel dimenticatoio…
Il V. Presidente - Concezio Gasbarro
POVERO ORSO MARSICANO, IN CONTINUA FUGA!
Continuano le notizie negative sull’Orso marsicano, che autorità e semplici cittadini (questi ultimi il più delle volte per ignoranza ed in buona fede), trasformano in positive. Anche il
recente avvistamento di un orso praticamente a ridosso del centro storico dell’abitato della città di Sora (Frosinone) rientra tra queste. La fuga degli orsi dal Parco Nazionale
d’Abruzzo prosegue (e dura da quasi 40 anni!), con esemplari avvistati sempre più lontano ed in posti sempre più improbabili (come il colle di S. Casto, sovrastante la città di Sora), ma nessuna autorità si muove per fare qualcosa di veramente utile e positivo per salvare quest’animale dal sempre più prossimo al rischio di estinzione (solo il Parco ci sta provando, ma con
continui stop and go). Conoscenza e senso pratico di ex guardiaparco, di
pastori e abitanti locali valgono spesso più di tanti studi, più di radiocollari (catture, satelliti e GPS) e di inutili piantagioni di alberi
da frutto domestici e selvatici, di cartellonistica per turisti, di analisi e
DNA, di vaccinazioni, per non dire di convegni ed incontri tecnici (quest’anno ce ne sono già stati diversi), di associazioni, comitati e “amici”; e chi più ne ha più ne metta. Intanto l’orso è andato a “bussare” alle porte di Sora, e non era mai successo prima! Gli “esperti” (non mancano mai in questo Paese!) hanno stabilito che per salvare l’orso bisogna impedire che non ne muoiano altri (la scoperta dell’acqua calda, ma costata già oltre 13 milioni di euro! A proposito, non è forse il caso di cominciare a dire: tutti a casa questi studiosi!? O la spending review per loro non vale?). E, per
impedirlo, cosa bisogna fare se non continuare a proporre limitazioni alla
caccia? E’ infatti questa la solita grandiosa proposta che aleggia regolarmente e ad ogni
inizio di stagione venatoria, per non dire di ancora altri convegni ed altre
ricerche; ed i politici delle Regioni interessate, subito tutti posti a
tappetino ad eseguire, speranzosi che ciò basti per salvare l’orso, pur di non dover prendere quei provvedimenti drastici ed impopolari
(almeno alcuni) che invece risolverebbero il problema alla radice. Perché, se è giusto studiare le cause e concause ad ogni morte di orso, anche sarebbe il
caso di cominciare ad andare alla radice del problema, al perché delle fughe, degli sbandamenti, della presenza sempre più frequente e lontana di orsi in zone non protette ed addirittura urbanizzate e/o
coltivate, come
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||