Lunedì 11 Febbraio 2013 - Il Santo del giorno: Beata Vergine Maria di Lourdes, apparizioni 1858

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11 FEBBRAIO 1929 - PATTO
FRA LA SANTA SEDE E L'ITALIA
Il luogo della firma fu San Giovanni in Laterano dove erano state sparate nel 1870 le ultime cannonate e dove il Papa si era proclamato prigioniero non riconoscendo il nuovo Stato Italiano.
Il giorno della firma del Patto fu mantenuto in gran segreto, doveva avvenire improvvisamente, l'11 febbraio, nella ricorrenza del miracolo della Madonna di Lourdes. Questo doveva essere ricordato  come un altro miracolo che la Madonna aveva fatto alla Chiesa.
 
facendo notare come i casi di preti assassinati come don Pino Puglisi e don Peppino Diana sono piuttosto eccezioni, mentre molti mafiosi vengono accolti e perdonati, mai “scomunicati”. Ed è significativo che la Chiesa italiana non sia ricorsa alla “scomunica” nei confronti degli adepti alle società mafiose e camorristiche, anche se qualche vescovo, come mons. Bregantini, aveva sollevato il problema. A dir la verità  non ci sarebbe bisogno di ricorrere a provvedimenti punitivi del Codice di Diritto Canonico, che anzi, andrebbero semplicemente aboliti, perché Cristo non ha mai condannato nessuno. Ci sarebbe, c’è anzi, un dovere fondamentale per un cristiano: “Sì, sì; No, no”. Un aut-aut: o si è cristiani o non lo si è.
Leonardo Sciascia ha usato parole di fuoco nei confronti della Chiesa, sostenendo che la mafia non ha disturbato la religione, ma se ne è fatta ancella. E la chiesa non ha disturbato la mafia, ma se ne è fatta spesso complice. Anche le parole di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia, non lasciano dubbi: “Se la Chiesa avesse praticato la rottura, radicalmente e permanentemente… non saremmo al punto in cui siamo”.
In realtà la chiesa-istituzione è integrata nel sistema. Ne è importante cinghia di trasmissione, perché offre legittimità al Potere e ne beneficia attraverso i finanziamenti e i privilegi che riceve. I Patti Lateranensi del 1929 e il concordato del 1984 non hanno fatto altro che rinsaldare il potere della chiesa, inserendola di diritto e di fatto, al centro del sistema politico-economico. Il teologo José Maria Castillo ha scritto recentemente che la Chiesa dovrebbe impostare la sua missione nel mondo cercando di non mettere al centro gli interessi dell’istituzione-chiesa, ma i problemi della gente, perché Cristo non privilegiò l’etica del dovere (le regole religiose) ma l’etica del bisogno (l’aiuto ai sofferenti). Se la Chiesa, unilateralmente,  non sarà capace di abolire il sistema concordatario, presentandosi credibile “sposa di Cristo”, il suo messaggio rischierà sempre il fallimento. Solo tornando povera e libera sarà percepita come “madre e maestra” e gli uomini più disposti a non essere “lupi” ma “fratelli”. Mario Setta
Il mese di febbraio, il giorno 11 del 1929 e il 18 del 1984, è un mese storico per gli accordi tra Chiesa e Stato in Italia. Per commemorare la ricorrenza, il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, nell’aula Paolo VI in Vaticano, ha fatto dono al papa Benedetto XVI di un concerto sinfonico, alla presenza di numerosi rappresentanti dello Stato. Ma è curioso o forse puramente casuale, che proprio nel mese di febbraio cadano le date storiche nei rapporti Chiesa-Stato. Nei tempi dell’antica Roma, cadeva la festa dei lupercali, in cui i sacerdoti di Fauno Luperco offrivano sacrifici di espiazione (da cui il nome latino “februarius”, cioè purificazione) in ringraziamento della lupa che aveva allattato i gemelli, Romolo e Remo, e a protezione della fecondità e della famiglia in modo da tenerne lontano i lupi. Ma di lupi voraci il territorio italiano sembra estremamente prolifero. E’ arcinoto che l’Italia si colloca, da tempo, ai primi  posti nella graduatoria dei Paesi più corrotti. Eppure in Italia i cattolici battezzati raggiungono la quasi totalità. Nasce quindi spontanea la domanda: “Come mai un Paese così cattolico è anche tra i più corrotti? Come mai dalle persone più in alto a quelle in basso si fa orecchie da mercante sul comportamento morale?” Una risposta a questo interrogativo ha cercato di darla Max Weber nella celeberrima opera “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, in cui parlava di “maggiore contentabilità del Cattolicesimo in fatto di morale” e sottolineava: “Per il Cattolico la grazia sacramentale della Chiesa stava a sua disposizione come un compenso alla propria insufficienza; il prete era un mago, che compiva il miracolo della transustanziazione e nelle cui mani era riposta la potestà delle chiavi. Ci si poteva rivolgere a lui nel rimorso e con spirito di penitenza, ed egli offriva la possibilità di espiazione, speranza di grazia, certezza del perdono…”. Un comportamento, questo della Chiesa Cattolica italiana, ancor più evidente nei rapporti tra preti e mafiosi dalle varie sigle (mafia, camorra, ‘drangheta, sacra corona unita, ecc) come risulta da una straordinaria ricerca di Isaia Sales dal titolo “I preti e i mafiosi”, in cui scrive: “Sulle mafie la Chiesa non è stata maestra di vita”,
 
dopo il calo estivo. La natura ha fatto il suo corso scandendo i ritmi stagionali. E' un "bene materiale" che non abbiamo trattato con molto rispetto. Le sue rive le abbiamo urbanizzate e le sue acque ogni qualvolta scendono di livello portano alla luce i nostri rifiuti. Eppure è generoso con noi. Grazie a questa meraviglia della natura la nostra Valle è visitata da molti viaggiatori, dando reddito alle attività turistiche. Non capisco perché nella riserva naturale non sia stato compreso. Sarebbe stato un bel percorso: Lago di San Domenico-Lago Pio-Lago di Scanno. I tre laghi dell'Alta Valle del Sagittario uniti in un progetto unico di conservazione e di sviluppo. In questo recente passato, purtroppo, non abbiamo avuto  amministratori con lo sguardo rivolto a tutta la Valle del Sagittario. Questo pensiero mi ha immalinconito. Per scacciare questo lampo di malinconia, sono tornato a prestare attenzione al relatore di turno.
I LUNEDI’ DEL DIRETTORE
Un lampo di malinconia

Sabato e domenica si è svolto a Villalago Riviera, presso il Park Hotel, il convegno su "Il valore materiale e immateriale delle Aree Protette", organizzato dalla Riserva Naturale Lago di San Domenico-Lago Pio. C'erano i Presidenti di alcuni parchi nazionali e i direttori di quasi tutte le riserve abruzzesi. Tutti hanno sostenuto che le Riserve rappresentino l'identità nazionale di un Paese e promuovano il territorio che le ospita.  Mentre ascoltavo le loro ragioni ho volto lo sguardo al lago, che si mostrava dalla finestra della sala del convegno negli ultimi sprazzi di luce. A dispetto di chi vi ha visto inghiottitoi e sostiene che abbia dei "problemi", è riuscito a risollevare il suo livello,
 
VILLALAGO - 9 - 10 FEBBRAIO - PARK HOTEL
NATURA - AMBIENTE - CULTURA
“Valori materiali e immateriali delle Aree Protette”
VILLALAGO - La due giorni del “Winter Tour Abruzzo”, organizzata dal Comune di Villalago, dall’associazione “Ambiente è/e Vita” e dalla Riserva Naturale “Lago di San Domenico-Lago Pio” ha visto la partecipazione di molta gente del settore “Natura-Ambiente” e in particolare, di esponenti di spicco dei parchi nazionali, dei direttori delle riserve naturali abruzzesi, nonchè dei rappresentanti della stampa specializzata. “Un vero successo di presenze - come ha dichiarato il direttore della Riserva “Lago di San Domenico-Lago Pio”, dott. Ezio Gasbarro - che ha dato la possibilità di presentare e dibattere punti di qualità e punti di negatività che investono i Parchi e le riserve”.
La due giorni è iniziata, dopo i saluti del Sindaco di Villalago e del direttore della Riserva Lago di San Domenico-Lago Pio”, con la presentazione del libro del Presidente del Parco Nazionale “Gran Sasso-Monti della Laga”, Arturo Diaconale: “Per l’Italia: un’idea nazionale, un’idea liberale”. A coordinare gli interventi, il segretario regionale di “Ambiente è/e Vita”. Il libro è stato presentato dallo stesso autore. Egli nel suo lavoro ripropone in maniera critica i momenti salienti della storia dello Stato unitario, dal Risorgimento ad oggi. Prendendo in esame le varie fasi storiche ha avanzato la tesi che la strada per uscire dalla crisi economica e tornare a essere competitivi sul mercato globale deve necessariamente passare attraverso il recupero della piena sovranità nazionale e la fine del progressivo indebolimento dell'identità italiana. Ha sostenuto che senza
una forte idea nazionale non si possa partecipare a pieno titolo alla realizzazione dell'unità politica europea. E soprattutto non si riesce ad assicurare una tutela efficace della grande risorsa italiana rappresentata dal suo patrimonio ambientale, artistico e storico. Spunti di forte riflessione che hanno portato ad un vivace dibattito.
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DOPO LA PAUSA PRANZO, alle ore 16,00, è iniziato il convegno su “Il Valore materiale e immateriale delle Aree Protette: incidenza sul Pil nazionale e regionale”. Erano presenti: l’assessore regionale dell’Abruzzo Gianfranco Giuliante, il presidente del PN Gran Paradiso Italo Cerise, il presidente del PN Dolomiti Bellunesi Benedetto Fiori, il presidente del PN Castelli Romani, il presidente del PN Gran Sasso-Monti della Laga. Ha coordinato i lavori il segretario Regionale di “Ambiente è/e Vita”. Gli interventi all’unisono hanno ribadito l’importanza delle zone protette, sia esse Parchi, sia Riserve Naturali, come beni materiali, per la salvaguardia del territorio e degli esseri vegetali e animali che vi vivono. Nello stesso tempo hanno dato valore ai beni immateriali, rappresentati dalla cultura delle genti che vi abitano. Per questo le zone protette non debbono solo tutelare e conservare, ma anche prodigarsi per lo sviluppo di un’economia che possa giovare ai residenti, come quella agropastorale e turistica, con l’apporto di specifiche attività artigianali. In modo più puntuale il Presidente del PN Gran Paradiso ha incentrato la sua relazione, con schermate visive, sulla consapevolezza che le zone protette hanno valore se le popolazioni che vi vivono partecipano attivamente a mantenere l’ecosistema non rinunciando ad attività compatibili, come l’allevamento e l’agricoltura, che vanno sostenute con tutti i mezzi possibili.
Dal convegno è emerso questo assioma: non esiste dualismo tra Parchi e Riserve; bisogna fare sistema, entrare in una rete di relazioni dove trovino  valenza Ambiente-Cultura-Turismo. Dal Presidente Diaconale è partito l’invito al prossimo Governo per un ministero che
racchiuda queste tre funzioni. Quali i problemi?
Questi in sintesi quelli evidenziati dal presidente del PN Dolomiti Bellunesi, Benedetto Fiori: mancanza di una legislazione ad hoc per amministrare i Parchi; scarsi finanziamenti che non permettono una gestione oculata; le attività agropastorali ridotte al lumicino; i giovani che frequentano la montagna sono sempre di meno.
La conclusione è stata affidata all’assessore Giuliante, che ha messo in evidenza la necessità di una legge, formulata sulle proposte di Parchi e Riserve, che rilanci l’Abruzzo come regione verde d’Italia e che Parchi e Riserve comincino a fare sistema. Sono seguiti gli interventi del pubblico presente.
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DOMENICA 10 FEBBRAIO, ORE 10,30, terza ed ultima fase del “Winter Tour Abruzzo”: “Le modifiche della legge regionale 38/96: analisi e prospettive delle riserve regionali abruzzesi”. Erano presenti i sindaci (o loro rappresentanti) e i direttori delle riserve abruzzesi. Dopo un’attenta analisi della situazione attuale sono state avanzate le seguenti proposte: Carta natura delle Riserve; fare sistema; avere un marchio delle riserve Abruzzesi, con un sito internet.
C’erano anche i direttori delle due riserve della Valle del Sagittario: Ezio Gasbarro (Lago di san Domenico-Lago Pio), uno degli organizzatori del “Winter Tour Abruzzo”, e Filomena Ricci (Gole del Sagittario). Il dott. Gasbarro ha ribadito il successo dell’iniziativa, che ha dato molti spunti di riflessione che meritano di essere concretizzati in uno dei prossimi incontri. La prof.ssa Ricci, pur nelle difficoltà dei finanziamenti regionali ordinari, ha precisato che la Riserva Gole del Sagittario riesce comunque a svolgere azioni di ricerca e di promozione turistica, richiamando lo scorso anno circa diecimila visitatori. Entrambi i direttori hanno auspicato una fattiva collaborazione tra le due Riserve, perché
l’Alta Valle del Sagittario possa trarne benefici sia a livello di immagine, sia come presenze turistiche, richiamate da una natura ricca di fauna e flora autoctone.
 
RUGBY: SCOZIA 34 - Italia 10

Dalla Residenza Borbonica Stato della FOCE sul territorio Scannese. Che Vi devo dire? giù il cappello contro la FRANCIA, rimettiamoci il cappello contro la SCOZIA. Siamo passati dalle stelle alle stalle. Siamo tornati con i piedi per terra. Io mi auguro che la sconfitta, scusate "la disfatta" contro la SCOZIA, sia dipeso da un fattore fisico e non mentale, altrimenti ci vuole non uno psicologo ma due tre..... Siamo passati dalla più bella partita della storia del RUGBY ITALIANO alla, forse, più brutta. Si sono salvati solo FAVARO, l'Aquilano MASI e BOTES. Contro la FRANCIA ORQUERA è stato grande, purtroppo male contro la SCOZIA. Per la cronaca: la FRANCIA ha perso a Parigi 16-6 con il GALLES, nostro avversario all'Olimpico di Roma sabato 23 febbraio. Saremo presenti e speriamo bene.
Che la coccia sia spiccia! SANDRO.
 
E’ DECEDUTO IL CARDINALE
GIOVANNI CHELI

Ne diamo con dolore la notizia, perché Sua Eminenza Giovanni Cheli l’anno scorso ha onorato il nostro lago di una sua visita e il “Gazzettino della Valle del Sagittario” di una sua intervista. E’ deceduto venerdì scorso a Roma. Aveva 94 anni.
Dal 5 al 18 luglio scorso è stato in vacanza al Lago di Scanno, ospite dell’Albergo del Lago. Nell’intervista aveva espresso tutta la sua ammirazione per i nostri luoghi che lo avevano incantato. La sua pastorale è stata sempre rivolta ai giovani e al mondo dell’emigrazione. Con la nomina a Cardinale è stato Presidente della Pontificia Commissione per la Pastorale dei Migranti. Era un uomo affabile e con un sorriso per tutti. E’ tornato alla Casa del Padre, dopo averlo servito per tutta la sua vita terrena.
(Nella foto con don Carmelo, parroco di Scanno)