Giovedì 12 Luglio 2012 - Il Santo del giorno: Sant' Ignazio Clemente Delgado, Vescovo e
martire (1761-1838)
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Il tempo... ieri - l’anticiclone dell’azzorre secondo gli esperti arriverà per la prossima settimana. Avremo ancora, quindi, giorni con un caldo elevato,
come quello di ieri. Temp.: mass. 32,1°C; min. 17,3°C; attuale 20,4°C (ore 23,30).
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“La notte dei giocattoli”
dell “Abruzzese” Dacia Maraini
E’ un libro a fumetti di racconti scritto da Dacia Maraini, abruzzese di adozione. Vive a Gioia dei
Marsi. E’ la storia di Giulia e dei suoi giocattoli che prendono vita durante la notte,
nel buio della cameretta. I fumetti sono stati disegnati da Daniele ‘Gud’ Bonomo, giovane disegnatore che si sta imponendo sulla scena internazionale. Il
libro, edito da Tunue’, racconta con grazia e leggerezza una favola moderna, che conferma il valore
supremo della democrazia, della collaborazione e dell’amicizia. Sara’ questo il protagonista, domani venerdi’ 13 luglio alle 16.30, presso il Policlinico universitario ‘Agostino Gemelli’ di Roma, di un appuntamento speciale del ciclo di incontri letterari ‘Il cielo nelle stanze’ rivolto in particolare ai pazienti pediatrici del Gemelli.
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Tra borbonici, papalini e austroungarici
L’Abruzzo territorialmente è al Centro o al Sud?
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Leggo che personalità politiche della nostra Regione stanno dibattendo sulla "appartenenza" dell'Abruzzo al
Centro (o Centro-Nord) o al Sud.
Potrebbe sembrare una questione puramente terminologica, eppure suscita
riflessioni interessanti. Da un punto di vista statistico, il far appartenere
una regione ad un'area piuttosto che ad un'altra, ottiene un risultato
interessante: di far slittare alcuni dati in un senso o in un altro. Mi spiego:
se al Centro dovesse risultare, ad esempio, un PIL troppo elevato, si inserisce
una regione "di confine" come l'Abruzzo e si fa abbassare un po' il PIL. Oppure
l'età media, i flussi migratori, e via discorrendo. Queste tecniche sono spesso
utilizzate, come sappiamo, da chi governa, se va bene per interpretare, se va
male per manipolare i dati, che non sono mai veramente "neutrali", nonostante
ci sia ormai una credenza diffusa in questo senso, per cui i politici ormai si
presentano ai dibattiti sempre armati di "dati", spesso in totale
contraddizione gli uni con gli altri (si veda la recente polemica su "quanti
sono" gli esodati).
Ma la scelta di schierarsi con il Centro-Nord o con il Sud ha un altro sapore,
un po' amaro: vi si legge, tra le righe, da una parte la possibilità di risalire su qualche carro di finanziamenti per le aree depresse, dall'altra
la volontà di separarsi da un territorio da troppo tempo considerato il fanalino di coda
dell'Italia.
Così le parole d'ordine urlate dalla Lega Nord, che ha utilizzato elementi populisti
pur rappresentando il disagio reale di una classe media imprenditoriale
importante per il nostro paese, diventano elementi di identità persino per chi in questi territori vive e lavora.
Il fatto è che ancora oggi il Sud non riesce a rappresentarsi in modo diverso; e dire che
si è una "Regione del Sud" sembra - ancora o sempre più - un insulto. Ma se si va al di là dei facili stereotipi, si vedrà che molto di quanto viene fatto al Sud non viene riconosciuto, se non
addirittura svalutato, dal Sud stesso: territorio, ambiente, produzioni di
qualità specie nell'agroalimentare, imprenditoria, capacità di resistere e portare avanti tradizioni millenarie nonostante tutta la
burocrazia europea e italiana sembri volerle sopprimere....
Al Sud ci sono mele di ottima qualità, coltivate senza abuso di pesticidi: eppure, sembra che il monopolio della mela
spetti al Trentino (ma ci sarà più sole nel Trentino, che in Campania?). Al sud si fanno formaggi di qualità eccelsa, grazie a persone con i calli sulle mani e il sole sulla
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pelle, che continuano ad allevare gli animali in modo tradizionale e sano: ma
sembra che il latte si faccia solo in pianura padana (ma ci saranno pascoli
migliori, in pianura padana, che in Puglia o sui nostri monti?). Al Sud le
banche raccolgono un credito che poi non reinvestono sul territorio, ma sembra
sempre che quelli che vivono alle spalle degli altri siano "i terroni".
Diceva Silone: "Io so bene che il nome di cafone, nel linguaggio corrente del
mio paese, è ora termine di offesa e dileggio: ma io l'adopero nella certezza che quando nel
mio paese il dolore non sarà più vergogna, esso diventerà nome di rispetto, e forse anche di onore".
Al di là degli schieramenti e degli opportunismi, l'Abruzzo dovrebbe riflettere sulle
sue tante doti e possibilità, che sta continuando a sprecare: e non parlo (solo) dei nostri rappresentanti,
ma di noi tutti, che quotidianamente lavorando costruiamo il futuro di questo
territorio. Cosa lasceremo, ai nostri figli? Continueremo a lamentarci di un
destino insuperabile, tenendo stretti i nostri piccoli vantaggi quotidiani, o
ci rimboccheremo le maniche per cambiare, per essere protagonisti e non
rappresentarci sempre come vittime? L'Abruzzo forse non è nè nord, nè centro, nè sud: è un luogo unico, attraversato dalla storia e dalla memoria, che ha ancora tanto
da offrire a chi lo scopre (e sono sempre più le persone che se ne innamorano, soprattutto dall'estero). Può guardare al Mediterraneo come area di cui diventare la migliore
rappresentazione, con uno sviluppo sostenibile grazie ad un territorio ancora
in tanta parte incontaminato, ai borghi medievali da recuperare come luoghi di
un turismo non invasivo, alle tradizioni millenarie ancora portate avanti nella
pastorizia, nelle produzioni artigianali, nelle coltivazioni. Può guardare al centro-nord per prendere il meglio, tralasciando il peggio di uno
sviluppo che troppo spesso ha svilito il nostro paese, spogliandolo delle sue
migliori qualità per offrirlo ad un turismo dissennato ed eccessivo, che ha impoverito le nostre
coste e le nostre montagne; prendendo il meglio da chi ha saputo valorizzare
l'agricoltura e l'allevamento e tralasciando la corsa alla produzione a tutti i
costi che ha reso alcune aree produttive del centro-nord tra le più inquinate d'Italia. Sta a noi, e solo a noi, decidere: non sarà l'appartenere al Sud o al Centro che farà di noi la regione che vogliamo, ma le scelte che faremo, quotidianamente, e le
energie che riusciremo a mettere in campo.
(Elettra Rinaldi)
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DA KABUL
Caro Direttore un saluto a te e a tutti i Villalaghesi! anche da molto lontano (Kabul). Grazie al tuo sito si è sempre informati su tutti gli eventi felici e non del nostro paese. Grazie! Massimiliano Buccini | |||||||||||||||||||||
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I piccoli dell’usignola in casa di Anna Maria Iafolla a Villalago
stanno bene e hanno messo le PRIME piume
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VILLALAGO - In una delle precedenti cronache vi abbiamo dato notizia dell’usignola “confidante” che, invece dei prati, ha preferito costruire il suo nido nella casa di Anna
Maria Iafolla, situata nei pressi del Lago Pio, in una delle stanze situate a
piano terra. La foto di sinistra mostra l’angoliera sopra la quale l’usignola ha nidificato, e precisamente, dietro il cappello di paglia. La scelta
ci stupisce perché la casa è abitata e ha i rumori che una normale famiglia possa fare, ma questa situazione
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evidentemente non la disturba. Antonio, il marito di Anna Maria, ci ha chiamato
per fotografare la nidiata, perché molti gli telefonano per sapere come stanno gli uccellini. Questi stanno bene.
Per fotografarli abbiamo aspettato l’uscita della madre, che va avanti e indietro in cerca di cibo, tramite un’apertura lungo la scalinata. Con molta delicatezza abbiamo tolto il cappello e
senza toccare i piccoli è stata scattata la foto su a destra. Vi terremo aggiornati sulla crescita dei
piccoli.
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BUONE
VACANZE
A TUTTI
GLI OSPITI
DELLA
VALLE
DEL
SAGITTARIO
Castrovalva
(Foto, RG)
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