Se non si danno per morte e sepolte, è perché sono considerate moribonde. Sentendole cantare nei loro habitat più classici nel nostro Appennino, superata la sorpresa e la sempre fresca emozione
al fragore del loro frullo, l’esclamazione ad alta voce è spontanea.
Quella che per il cane da ferma è la regina dei selvatici sia per l’insieme di caratteristiche comportamentali, sia per le difficoltà derivanti dalla severità degli ambienti suoi propri, tanto belli come panorama, quanto difficili da
esplorare, costituisce un test di attitudine venatoria di altissimo livello
tecnico, quindi di grande valore selettivo, indispensabile per riconoscere
inequivocabilmente i cani che valgono. I terreni pietrosi e scoscesi, l’altitudine e i grandi spazi, esigono coraggio, temperamento, senso dello spazio,
complicità con il conduttore per una prestazione vera, tutta muscoli e cervello che con l’esperienza, diventa sagace. Non sono ammesse le mediocrità, e non danno effetti positivi nemmeno le raffinate metodologie addestrative: il
cane da coturnici non si può costruire, se nasce con le giuste qualità lo si può aiutare facendogli fare esperienza, dandogli fiducia, ma se le qualità basilari non sono intrinseche, sarà solo tempo perso, per chiunque; non c’è quindi il rischio di scambiare le qualità acquisite con quelle innate.
Con tanto piacere e un po’ di curiosità, nei giorni 30 Aprile e 1 Maggio, sono stato a giudicare una prova a Scanno,
nell’aquilano, in uno dei santuari tanto cari a quei personaggi che della cinofilia
hanno fatto la storia più autentica: il raffinato Saladini Pilastri, l’instancabile e insaziabile Benedetto Roncalli, l’eclettico Gramignani, che pur essendo mancati da molti anni, quando si parla di
coturnici, sono sempre ben presenti nel ricordo e nelle conversazioni di chi ha
avuto la fortuna di frequentarli in vita o di chi ne ha letto gli scritti.
Spesso nelle due giornate di prove mi sono venuti alla mente, in un certo senso
mi hanno guidato in quei luoghi, che per tanti anni ho desiderato conoscere e
che finalmente e, un po’ inaspettatamente ora stavo esplorando.
La prima batteria è stata giudicata dai Sig.ri Alfio Guarnirei e Raffaele Pozzi, un solo
classificato: DELIA, pointer femmina del Sig. Luciano Possanzini, che con una
prestazione generosa e sagace ottiene il 1° Eccellente.
Nella seconda batteria ho condiviso i giudizi con Luigi Nerilli, di cui ho
apprezzato l’umanità, la competenza e la signorilità e, anche questo è stato un piacere che si è aggiunto a quello di vedere diversi cani che chiaramente conoscono questo tipo
di caccia, la interpretano nella giusta maniera e quando hanno l’occasione non la sprecano. Penso sia inutile sottolineare che a questo tipo di
cimenti non sono concesse distrazioni o confidenze inopportune, la fatica è tanta per cani e conduttori, la selvaggina astuta e smaliziata, quando si ha la
capacità e la bravura di
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trovarla, bisogna sfruttare quell’opportunità, perché rara e quindi preziosa. Otto turni che si sono svolti sotto un cielo grigio, ma
senza pioggia, con giusta temperatura. Alcuni soggetti di sicura qualità e quindi avvenire, un solo classificato, com’è normale nei cimenti impegnativi e difficili, dove gioco è duro già in partenza: 1° Ecc.Mansis SHOW, setter inglese condotto dal Sig. D’alessandris. Si è inoltre distinto, pur senza fortuna, il setter inglese Mango, condotto dal
giovane e gentile Christian Del Manso che, per fare esperienza di caccia in
montagna, con quella rara dote che è l’umiltà, si è rivolto a Bartolomeo Cavaglià, la cui felice mano si intravede sia nel modo di condurre che l’allievo esibisce, sia nelle prestazioni dei soggetti presentati.
Nella giornata abbiamo trovato cinque coppie di cotorne, numero giusto e
gratificante per una prova di questo genere. L’indomani ancora con Nerilli, nell’unica batteria inglesi, le coppie da giudicare sono state 10, ma abbiamo potuto
contare sull’aiuto competente e appassionato di Filippo Castaldi, un cacciatore superlativo,
un cinofilo attento ed esigente, che con generosità ci ha fatto da assistente, sempre al lato più faticoso. Diversi soggetti hanno sono stati all’altezza del compito, due in particolare hanno coronato le loro convincenti
prestazioni fermando con i necessari crismi il prezioso selvatico.
1°Ecc CAC - CACIT al setter inglese GIM condotto dal Sig. Renzo Antonacci; 2°Ecc ris. CAC e ris. CACIT al setter Inglese Mansis SHOW, cond. dal Sig.D’Alessandris, che si conferma nella specialità. Nella prova Continentali giudicata dal Sig. Claudio Lombardi e dall’attivissimo Raffaele Pozzi non c’è stato nessun classificato.
I ringraziamenti per la calorosa accoglienza e i complimenti per l’organizzazione sono doverosi, così come quelli all’Amm.ne Provinciale dell’Aquila ed al Presidente dell’ATC di Sulmona Sig. Antonio Gentile, che hanno saputo e voluto impegnarsi per
superare le difficoltà ad ottenere le necessarie autorizzazioni, che le diverse sensibilità ambientali pongono. Ci auguriamo che ciò possa costituire l’inizio di una nuova fase in cui questo tipo di attività zootecniche e ludiche, incruente e rispettose di ambienti e animali, possano
essere considerate una risorsa quali in effetti sono e non un problema. A
questo giovane Gruppo Cinofilo Sagittario Sangro, al suo entusiasta Presidente
Raffaele Pozzi ed ai componenti del Consiglio che con lui collaborano, vorrei
fare la proposta di costituirsi come capo-fila per mettere in essere un insieme
di prove a coturnici da svolgersi negli ambienti vocati non solo dell’Appennino, ma anche della Sicilia e delle Alpi, che in questo momento storico
della cinofilia venatoria potrebbe riportare al giusto senso pratico, cani,
allevatori ed esperti giudici.
Marcello Villa (Giudice ENCI)
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