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Giovedì 5 aprile 2012 - Il Santo del giorno: Giovedì Santo - Cena del Signore

Il tempo... ieri -  giornata con qualche nuvola all’orizzonte e con un gran caldo al di sopra della media stagionale. Notte stellata e con la luna. Temperature: max 20,8°C; min. 6,1°C; attuale 11,7,0°C (ore 23,30).
 
 
IL “MISERERE”
Quel canto del Venerdì Santo

di Mario Setta

Venerdì Santo, in Abruzzo, è la processione del Cristo morto. In ogni paese, in ogni frazione, tra luminarie e canti,  passano le statue di Cristo e di Maria. E si canta, quasi dappertutto, il Miserere, parola latina che significa: “Perdonami, abbi pietà”. Un salmo, che  fa parte del libro dei Salmi dell’Antico Testamento. E’ il numero 50. Ne è autore il re Davide, che implora perdono a Dio, per aver commesso una colpa gravissima. Si era, infatti, invaghito di una donna, Betsabea, moglie di Uria, hittita. L’aveva messa incinta, ma aveva cercato  di sfuggire alle sue responsabilità, architettando l’artificio di far tornare dalla guerra il marito, perché giacesse con la moglie, addossando a lui la responsabilità della gravidanza. Ma Uria, tornato, non entrerà in casa, nemmeno dopo che Davide ha disposto di farlo ubriacare. Non giacerà con Betsabea, col pensiero rivolto  ai suoi commilitoni in battaglia. Di fronte al fallimento dello stratagemma, il re Davide ordina al Comandante di porre Uria in prima fila, nel combattimento. E mentre Uria muore sul campo di  battaglia,  Davide ha campo libero di prendersi  in casa Betsabea.
Ma… un profeta, Nathan, lo affronta e lo accusa dell’azione criminosa,  ricorrendo ad un apologo:  “Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e l’altro povero… Il ricco aveva tutto, il povero aveva solo una pecorella piccina che egli aveva comprato e allevato…. Il ricco portò via la pecora del povero e lo mandò a morire”.
Ma quando Davide, pieno di rabbia,  chiede chi fosse quel ricco, Nathan risponde: “Sei Tu!”. Quel rimprovero e quello smascheramento inducono Davide a pentirsi e a scrivere  il Miserere. (cfr. II Samuele, capp.11,12)
UN AUGURIO
DI BUONA PASQUA

Riconciliarsi con il mondo è obbligatorio. Qualunque sia stata l’offesa subita, non si può stare fermi per troppo tempo. Rimanere fermi sulle nostre posizioni ci impedisce di fatto di andare avanti,e questo rende l’offesa ancora più grande. Il nostro ego si nutre di questi sentimenti forti, ma alcuni sono veramente tossici, vanno al di là della comprensione umana. La prospettiva che non dobbiamo perdere di vista è la provvisorietà della nostra esistenza, essendo ottimisti tra cinquant’anni tutto questo non avra’ più importanza.
Come le piante anche noi abbiamo bisogna di potatura, si cresce meglio senza i pesi morti, spuntano nuove foglie, altri frutti, rinnoviamo la nostra linfa, il sapore di una cosa nuova è emozionante. Freschezza, dolcezza, sono cose che piacciono a tutti. Allora cerchiamo di volerci più bene possibile. E’ più facile che odiarci. Concimiamo la nostra terra e qualcosa di nuovo nascerà.
Un abbraccio e un augurio di Buona Pasqua ai miei compaesani di mare di terra ma sopratutto di montagna. ANNA PINNA
 
Il messaggio dell’Arcivescovo
dell’Aquila, mons. Molinari,
per l’anniversario del terremoto
 
«Certamente la situazione cittadina non è rosea - scrive l’arcivescovo - abbiamo sperato e non cessiamo di sperare. Anche se spesso è difficile. È difficile sperare quando dopo la stagione della solidarietà e dell’attesa fiduciosa ci siamo scontrati con le promesse non mantenute, con le allucinanti resistenze della burocrazia, con le meschinità della politica e gli egoismi attecchiti perfino tra le zolle della nostra tragedia e il sangue dei nostri morti. Si, in queste condizioni, è proprio difficile sperare. Eppure bisogna continuare a lottare e sperare. Auguro che, come è accaduto in Friuli, questo tempo duro per la Sua Chiesa sia anche un tempo grande per i valori umani e cristiani riscoperti scavando e piangendo tra le macerie. Il Signore Le dia tanto coraggio e speranza in Cristo Crocifisso e Risorto. Noi aquilani,
scavando e piangendo tra le nostre macerie, cosa abbiamo scoperto?. C’è chi ha scavato solo disperazione. Ci sono altri che, purtroppo, hanno scavato egoismo e insaziabile brama di volersi arricchire sul dolore degli altri. C’è anche chi ha scavato solo indifferenza e voglia di dimenticare, dimenticando anche la propria città e le proprie radici. Se lo vogliamo, pur continuando a scavare e a piangere tra le nostre macerie (che purtroppo sono ancora davanti ai nostri occhi), possiamo anche noi riscoprire valori umani e cristiani. Possiamo riscoprire il valore della giustizia, il valore della solidarietà, il valore del rispetto del prossimo (soprattutto se debole e indifeso), il valore della verità, il valore del primato dell’essere sulla bramosia dell’avere. E possiamo riscoprire, soprattutto, il valore delle nostre radici, della nostra storia, fatta di cultura, di arte e di bellezza. Possiamo riscoprire che, se lo vogliamo, anche noi siamo capaci di essere un popolo unito, forte, deciso, che sa buttarsi dietro le spalle tutte le miserie della politica e guardare a ciò che più conta: il futuro della nostra città e dei nostri giovani. Un futuro che si può ricostruire, ancora una volta, sui valori umani e cristiani che sono l’anima e il sangue di tutta la nostra storia».
 
LETTERA AL DIRETTORE
di Ezio Pelino

Sig Direttore,
penso, con Umberto Galimberti, che il governo Monti sia provvidenziale. Basta ricordare che solo ieri l’Egolatra, mentre ci portava alla bancarotta, si vantava di essere il migliore presidente italiano degli ultimi 150 anni. Ora possiamo contare sui migliori professionisti nel campo dell’economia, della finanza, della giustizia. Non se ne può pensare che tutto il bene possibile, anche se avremmo preferito una più equa distribuzione dei sacrifici. Una sola malignità ci si affaccia alla mente nel leggere  le loro dichiarazioni di fede. Tutti si dichiarano cattolici. Niente da eccepire in un paese cattolico. Quello che stupisce è che ognuno di loro, a sentire i giornali, ha il suo santo protettore di riferimento, a cui si
vota e prega quando si sente in difficoltà. E’ lungo l’elenco dei santi più accreditati. Si va da S Francesco a Sant’Agostino, da Santa Caterina a S. Luca, da S. Lorenzo alla Madonna di Pompei, dalla Vergine Maria a S. Carlo, da Santa Caterina da Siena a S. Antonio di Padova. Non manca nemmeno S. Barbara, di cui, peraltro, non si ha neppure certezza che sia esistita. Insomma un Olimpo così affollato da far invidia a quello dei  tempi d’oro del paganesimo. Fa una certa impressione  che intellettuali del loro livello, uomini di grande cultura specifica e generale siano sulle questioni di fede devoti con l’ingenuità dei fanciulli, viene da dire dei bamboccioni. E’ già problematico credere in Dio. In merito, i filosofi si sono arresi dichiarando  l’impossibilità di ogni metafisica. Ma loro, che pure devono aver studiato almeno nei verdi anni filosofia, non vanno per il sottile e hanno popolato il loro cielo di santi protettori che ci aiutano e ci benedicono. Per una volta vogliamo credergli, ne abbiamo veramente bisogno. Lo spread lo vuole!
 
Torna Ecotur 2012 dal 13 al 15 aprile
nella sede della Camera
di Commercio a Chieti

Tour operator provenienti da 13 Paesi europei, operatori provenienti da 18 regioni italiane, oltre 150 espositori da tutto il Paese e, per la prima volta, 30 produttori di vino del medio adriatico: sono solo alcuni dei numeri di Ecotur 2012, la borsa e fiera internazionale del turismo natura, che si svolgera' dal 13 al 15 aprile nella sede della Camera di Commercio, a Chieti. Al centro dei tre giorni ci sara' il 'turismo natura', settore che lascia sul territorio circa il 90% del fatturato e che, anche nei mesi piu' duri della crisi, ha mantenuto un ritmo di crescita importante.
 
IN OCCASIONE DELLA FESTA
DI S. Antonio a Scanno