IN RISPOSTA AL COORDINATORE DEI COMITATI PER L’AMBIENTE
Sulla questione SNAM riportata nei manifesti affissi a Sulmona


Ho Letto su “il Centro“ dell’11 febbraio u.s. la risposta del sig. Mario Pizzola (portavoce dei comitati cittadini per l’ambiente) alle mie osservazioni sulla centrale di compressione e sul metanodotto SNAM, pubblicate in questo sito e nella testata del suddetto quotidiano abruzzese.
Nella mia lettera precedente avevo difeso l’operato della SNAM, dichiarando di non dover più intervenire. Non posso, però, tacere dopo aver letto la replica del signor Pizzola.  
Lui dice: «Non siamo contro la SNAM , ma contro il suo progetto che sconvolgerà l’Appennino».
Mi stupisce che i comitati non siano contro la SNAM. Ed allora perché i manifesti? Il progetto SNAM non stravolgerà l’Appennino,  perché so quanta cura pone nel ripristino dello stato dei luoghi, dopo la posa del gasdotto, salvaguardando le zone di rispetto, previste dalle norme del Ministero degli Interni. A tal riguardo si può ben osservare il ripristino del tracciato del gasdotto Vasto Girardi -  Gallese che attraversa  anche il territorio del Comune di Sulmona.
Dice il signor Pizzola: «Il metanodotto e la centrale serviranno all'azienda per diventare hub del gas in Europa, con enormi guadagni per la Snam, mentre tutti i rischi saranno riversati sul territorio».  
Secondo me, dopo l’incidente nucleare in Giappone, il gas naturale è destinato ad avere sempre più peso per la produzione di energia elettrica in tutti i paesi europei e quindi sarà necessario realizzare ancora di più nuove infrastrutture di adduzione nel medio e lungo periodo. Ne deriveranno indiscussi benefici sul piano della maggiore competitività del mercato e della sicurezza degli approvvigionamenti, e si contribuirà a rafforzare il progetto della creazione di un mercato unico a livello europeo superando gli attuali limiti fisici all’integrazione dei mercati.
Ed ancora, secondo Pizzola: «Il gas che arriva nelle nostre case non è gratis, ma molto salato, con bollette che sono tra le più care d'Europa, solo perché l'Eni e la Snam sono in condizione di monopolio».
Sono d’accordo che non è gratis. Io uso la legna per il camino o per la stufa economica e nessuno me la regala, a meno che non vado a raccogliere nei boschi rami secchi.
Riporto una nota dell’agenzia ASCA (una delle cinque maggiori agenzie di stampa italiane) del 7 febbraio scorso, in cui rileva che il gas in Italia, rispetto al resto dell’Europa, è il più caro perché incide una fiscalità del 34,75% sul prezzo finale, molto più pesante che negli altri principali paesi europei. In realtà il prezzo del gas per le famiglie italiane, al netto delle tasse, è allineato, se non addirittura competitivo, con i principali paesi europei.
Mi permetto qualche osservazione sul manifesto, quando parla di “cattiva manutenzione, di una super bomba sotto i nostri piedi, di impianti molto pericolosi“. Io so per esperienza diretta che tutti i metanodotti e le centrali di compressione sono realizzati in pieno rispetto di un decreto del Ministero degli Interni. Un centro  dispacciamento  monitora e controlla tutta la rete di  circa 31.700 chilometri mediante sistemi di telecontrollo 24 ore su 24, comprese le attuali undici centrali di compressione, posizionate sulla rete. Questo permette di assicurare il flusso alle pressioni di esercizio richieste, in modo da garantire l’utilizzo a tutte le utenze. La gestione della rete è affidata a otto Distretti locali, con funzioni di supervisione e controllo delle attività dei 55 Centri di Manutenzione, dislocati sull’intero territorio nazionale.
Si dice ancora nel manifesto, che siamo una zona sismica e cosa succederebbe in caso di terremoto. Purtroppo per noi, il 6 aprile del 2009 il terremoto c’è stato e i danni che ha fatto a L’Aquila sono noti. Il metanodotto di media dimensione, Chieti – Rieti, che attraversa il comune dell’Aquila e le zone dell’epicentro del sisma (la frazione di Onna) non hanno riportato nessun danno. L’esercizio del gasdotto non è stato mai interrotto e lo stesso vale per i metanodotti della Valle Peligna.
Penso proprio che non ci sia un collaudo (oltre a quelli già effettuati all’atto della costruzione e della messa in esercizio) più reale sulla sicurezza come quello del terremoto, considerato anche che la magnitudo raggiunta è stata 5.9 della scala Richter.
Credo di non aver più nulla da aggiungere.
Pasquale Piscitelli (dipendente SNAM dal 1973 al 2002)