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Lunedì 21 Novembre 2011 - Il Santo del giorno: Presentazione Beata Vergine Maria

Il tempo... ieri -  Giornata Serena con tanto sole, ma vessata da correnti fredde. Brinate e gelate notturne. L’aria diviene sempre più rigida. Cielo stellato. Temperature: massima 9,6°C; minima -2,3°C; attuale 0,5°C (ore 23,30).
 
 
Sulmona e Pecs: 24 anni di scambi culturali

Dal 1987 un’antica scuola cistercense di Pecs, il liceo ungherese Nagy Lajos Gimnazium, intrattiene scambi culturali con il liceo scientifico di Sulmona. Oggi, lo scambio continua, ma con il liceo classico diretto da una dirigente già docente dello scientifico. Ventiquattro anni di scambi, un quarto di secolo: un vero primato nazionale! Un’intesa che si è fatta vera amicizia. In quel lontano 1987, una classe dello scientifico s’incontrava all’aeroporto di Budapest con gli studenti di Pecs. C’era, allora, la Cortina di Ferro. I viaggi all’est erano difficili per noi. Quasi impossibili per loro. Occorrevano autorizzazioni su autorizzazioni, vigeva una burocrazia  kafkiana. Anni in lista di attesa. E, infine, occorreva dimostrare di possedere un certo quantitativo di dollari. Dollari che potevano procurarseli solo al cambio in nero. La legge proibiva e, insieme, promuoveva l’illegalità.  
Alla cerimonia per il trecentennale del liceo ungherese, io, allora preside, conobbi un collega russo, anch’egli ospite. Gli chiesi di attivare uno scambio fra i nostri due istituti. Il russo accennò un sorriso gentile, alzò il bicchiere di Tokaj e sconfortato disse: ”Brindiamo all’impossibile”. Chi avrebbe potuto immaginare che l’impossibile sarebbe divenuto possibile appena due anni dopo! Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino.  
Per le vie delle città ungheresi giganteggiavano i faccioni scipiti dei potenti di regime, nelle scuole slogan a caratteri cubitali imponevano massime e prescrivevano comportamenti. Le città, le strade, i negozi, le case dicevano di abbandono e trascuratezza. Il traffico era scarso. L’auto più diffusa, ma ancora un sogno per molti, era la Trabant: carrozzeria di rozza plastica, sbarellante per le vibrazioni del motore a due tempi. Ora, a 22 anni dalla caduta del Muro, tutto o quasi è cambiato. I grandi ritratti e gli slogan sono scomparsi. La scuola non è più statale. E’ tornata agli antichi proprietari. Ai frati cistercensi. Riapparsi chissà da dove, con le loro candide cocolle. Le città vivono una sorta di rinascimento, non solo economico. Negli animi si agita una grande vitalità. I negozi ammodernati all’occidentale sono ricchi di merci, anche se non sempre di buona qualità e buon gusto. Il parco macchine è interamente rinnovato. Solo qualche melanconica Trabant affanna ancora o, arrugginita, langue abbandonata “come l’aratro in mezzo alla maggese”. Fra i giovani è partita la febbre per il capo griffato. L’arricchirsi è in cima ai pensieri. Dalla dittatura comunista al capitalismo selvaggio: la corruzione dilaga. Budapest è diventata la capitale della pornografia. I registi della specialità la prediligono per l’estrema libertà e disponibilità. Gli insegnanti del liceo di Pecs sono stati privatizzati. Molti sono preoccupati. Adesso è più facile licenziarli. Loro, che conoscono i sacrifici, devono ora sostenere un orario di 24 ore settimanali di lezioni, più, se occorre, “l’ora zero”, quella delle sette del mattino per i bisognosi di recupero. Molti, in questi ventiquattro anni, sono andati in pensione. A cominciare dai presidi, quello italiano e quello ungherese. Anche la prima prof. di italiano che abbiamo conosciuto non c’è più. E’ stata licenziata, ma non le è andata male, anzi: attiva e intraprendente, dirige una scuola privata per adulti. Le sono subentrati nel Nagy Lajos due insegnanti di italiano. Infatti, gli alunni che studiano la nostra lingua, forse anche allettati dalla prospettiva del viaggio in Italia, sono aumentati.
Tutto è cambiato, ma gli stipendi dei professori erano di fame e tali sono rimasti. In un mondo che sta conoscendo il consumismo e il benessere, tira la cinghia chi è a reddito fisso.
Ventiquattro anni di scambi e di ricordi. Centinaia di nostri ragazzi sono andati, altrettanti sono venuti: abbiamo messo in comune tradizioni, costumanze, conoscenze, sentimenti.
Anni fa fummo invitati, dal Comune di Pecs, come ospiti d’onore ai festeggiamenti per l’ingresso dell’Ungheria nell’Europa Unita. Ci piace pensare di avere in qualche modo contribuito ad  accompagnarli verso la democrazia. (Ezio Pelino)
I LUNEDI’
DEL DIRETTORE
Siamo ‘folli’!

VILLALAGO - Tra un anno e mezzo Scanno dovrà rinnovare il Consiglio Comunale. Avverrà (salvo imprevisti) in concomitanza con il rinnovo del Parlamento, in un periodo di campagna elettorale in campo nazionale che si annuncia già asperrima. Scanno non sarà da meno se i gruppi contrapposti non troveranno una soluzione di compromesso per dare al paese un'amministrazione di "larghe intese" (per dirla con una locuzione sempre attuale), lasciando perdere le contrapposizioni partitiche e le ormai desuete rivalità personali. Nessuno è da "rottamare". Con un progetto di "larghe vedute" tutti sono necessari allo scopo, se hanno intelligenza e cuore per condividerlo e realizzarlo. Tra gli obiettivi di questo progetto, con la finalità di rivitalizzare i nostri paesi, di dare opportunità di lavoro ai nostri giovani, c'è quello di unire amministrativamente Scanno e Villalago (al di là dell'imposizione ope legis). Abbiamo letto ultimamente su questo sito l'intervento del Sindaco di Villalago. E tanti equivoci e tante mancate promesse nascono proprio dalla divisione dei due paesi. Con la fusione dei due Comuni il territorio offre più possibilità di scelta per determinati interventi e per opportunità di sviluppo turistico. Con Anversa e gli altri paesi della Valle bisognerà consorziare i servizi, per dare più respiro ai cittadini per non essere sempre più impoveriti dall'imposizione fiscale. Allora dobbiamo muoverci, dobbiamo aprire un dibattito per verificare la volontà dei nostri concittadini. Occorre una campagna ad hoc, che solo i  "folli" possono preparare e portare avanti, secondo le decisioni del Consiglio Regionale sulle modalità e sui tempi di attuazione. Dunque siamo "folli" !  Partecipate al Forum e non lasciatemi come “Vox clamantis in deserto”, una voce di chi grida nel deserto!
 
PRESENTATO IL LIBRO DI MARIO SETTA: IL VOLTO SCOPERTO
“E’ la storia di un’anima destinata a servire la Chiesa, ma costretta
a prendere altre strade per restare fedele alla parola di Cristo”
nell’istituzione della Chiesa, con una sorta di rivoluzione nell’ombra, ma anche altre rivoluzioni, come il movimento femminista. Sono seguiti gli interventi di Franca Del Monaco, compagna di Mario, di don Peppino Grieco, che ha avuto un identico percorso. Sono intervenuti anche Raffaele Garofalo e Pasqualino Iannamorelli, che hanno condiviso con Mario Setta l’esperienza di preti operai. La presentazione è stata poi arricchita dagli interventi di amici e conoscenti di Mario.
Riportiamo la recensione fatta al libro da Ezio Pelino, già Preside del Liceo Scientifico, dove il prof. Setta ha insegnato Storia e Filosofia.
SULMONA - Sabato scorso, 19 novembre alle ore 17,00, nel Centro Servizi Culturali c’è stata la presentazione del libro di Mario Setta “Il volto scoperto”, edizioni Qualevita, ottobre 2011. A presentarlo ad un folto pubblico sono stati lo storico prof. Costantino Felice e la giornalista Rai, Maria Rosaria La Morgia. Il primo ha ritracciato gli aspetti più salienti della vita di don Mario, sacerdote, sospeso “a divinis”, che si sviluppa in tante altre storie, avvenute in maggior parte a Sulmona e a Roma negli Anni 70, fino ad arrivare alla sua ultima messa. Maria Rosaria La Morgia ha evidenziato, invece, il desiderio di cambiamento non solo

“Il volto scoperto”, la storia di una vita
di Ezio Pelino

“Il volto scoperto”, il recente  libro di Mario Setta, pubblicato dall’editrice “Qualevita”, farà certamente discutere. E’ un’opera complessa, difficile, forse impossibile da classificare. Un libro matrioska. Contiene più “libri” o potenziali libri e tanti possibili rimandi. E’ storia della chiesa conciliare e postconciliare vissuta in prima persona. E’, quindi, un’autobiografia, di più, una confessione, lo svelamento del travaglio di un’anima, l’avventura di un altro povero cristiano. Ma è anche teologia evangelica e filosofia sulla vita e sulla morte, riflessione sulla donna e sullo sfregio alla sua immagine operato dalla narrazione biblica e coranica, che la vuole ispiratrice del peccato originale e radice dei mali dell’ intera umanità. E’ riflessione sull’amore e, a volto veramente scoperto, persino, sul sesso. Ciò che tiene unita la narrazione - sempre avvincente anche quando affronta, chiamando a convito i filosofi, i grandi misteri dell’universo - è la storia di un ragazzo che voleva fare il prete per servire Dio aiutando il prossimo e che è finito fuori dalla chiesa. “Mi piaceva diventare prete. Ero affascinato dalla religione. Ammiravo la vita da prete”. Una  vocazione singolare, nata in una famiglia di comunisti, credenti, ma non praticanti, come  la stragrande maggioranza del paese. Bussi sul Tirino, un paese-fabbrica. Da quella realtà  la decisione di dedicarsi all’evangelizzazione del mondo operaio. Dopo un’esperienza di seminario a Bologna nel complesso positiva, anche se non mancarono turbamenti e profondi sensi di colpa all’insorgenza del sesso - sesso negato, rimosso, soffocato dall’educazione religiosa - è prete operaio a Roma. Partecipa alla festa per l’apertura del Concilio Vaticano II, sfila con migliaia di persone con le torce in mano davanti alla basilica di S. Pietro. Sono pieni di speranza, sognano una comunità di fede veramente evangelica, una chiesa povera, che sia con gli ultimi. Segue da vicino il Concilio Vaticano II. La sua visione di chiesa è antitetica a quella  dell’enciclica “Mystici Corporis Christi” di Pio XII: “Compiangiamo e riproviamo il funesto errore di quelli che sognano una Chiesa ideale, una certa società alimentata e formata di carità, cui (non senza disprezzo) oppongono l’altra che chiamano giuridica”. La chiesa per la quale vuole testimoniare e impegnarsi, infatti, è quella profetica, che vive il  cristianesimo autentico , quello di Cristo,  che è “sale” e “lievito”  di una nuova morale fondata sull’amore. “Mi chiedevo e mi chiedo : come è possibile vedere nel papa il vicario, colui che fa le veci di Cristo? Cardinali, vescovi, preti che si definiscono cristiani, cosa hanno in comune con Cristo? Il nome? La fede? Ma cosa è la fede? Un elenco di verità formali contenute nel “Credo” o l’adesione, profonda e vissuta, alla Parola di Dio? Nessun successore di Pietro, dopo i primi tempi della storia della Chiesa, è stato in grado di seguire il suo esempio.”La grande speranza, la grande promessa del Concilio, che aveva annunciato la stagione delle riforme per liberare la chiesa da inutili e dannose sovrastrutture, durò poco.
Mario finisce per prendere coscienza, con profonda inquietudine, che la sua “missione fra i lavoratori non solo era inutile, ma dannosa”, che  era solo “un emissario del Potere. Un missionario del Vaticano o d’una chiesa asservita agli interessi degli industriali. Una chiesa schierata con i ricchi  e con i detentori del potere politico”. Nominato parroco alla Badia di Sulmona, insieme ad altri parroci animati dalle stesse idee, Don Pasqualino e Don Raffaele, si impegna per il rinnovamento della chiesa locale. Propongono al vescovo un progetto di azione pastorale, attivano i doposcuola sul modello di Don Milani, lottano contro il mercimonio dei sacramenti, chiedendo l’abolizione delle tariffe, predicano la non violenza, educano alla pace ispirandosi a ”L’obbedienza non è più una virtù”. Mario è fra i fondatori del periodico “Cronaca e storia”, impegnato sulle tematiche sociopolitiche della zona. Un periodo di grandi iniziative e di profondo  entusiasmo. Ma il vescovo, dopo una serie di avvertimenti, gli ordina di abbandonare la parrocchia. L’avventura del povero cristiano prosegue in Germania dove si guadagna da vivere, lavoratore fra lavoratori. Al rientro, come fanno, allora, molti cattolici impegnati, entra nelle liste del partito comunista. E’ la fine. Il vescovo lo fulmina con la sospensione a divinis. Fu così che da prete si fece insegnante. Negli anni novanta approdò al liceo scientifico di Sulmona. Fu una straordinaria  risorsa per la scuola che dirigevo. Un ex-prigioniero inglese ci offrì l’occasione di tradurre e pubblicare le memorie dei fuggiaschi aiutati, anche a rischio della vita, dalla popolazione. Una “strana alleanza” che noi chiamammo “resistenza umanitaria” e che raccontammo  con il libro “E si divisero il pane che non c’era”, apprezzato e spesso citato dal Presidente Ciampi che quella storia l’ha vissuta. E a ricordo delle traversate della Maiella che portavano nelle  terre liberate prigionieri e renitenti alla leva fascista, organizzammo “Il sentiero della libertà”, diventato ormai famoso. Forse l’amore e la fascinazione di Mario per quella straordinaria storia di solidarietà nasceva dall’avervi intravisto realizzato, per la prima volta, quel mondo da lui sognato “di relazioni umane assolutamente pure e disinteressate”, proprie di una comunità naturalmente  cristiana. Quelle relazioni e quell’amore  che egli aveva inutilmente  cercato nella chiesa. Alla stessa suggestione non era sfuggito lo scrittore sudafricano Uys Krige, autore dell’indimenticabile libro “Libertà sulla Maiella”(Vallecchi). Ci riferisce Ignazio Silone che Krige gli parlò “con le lagrime agli occhi dei pastori di Roccacasale, di Campo di Giove, Di Castel Verrino, di Pietrabbondante, di Cupello. Egli non esitava ad affermare che il tempo passato fra essi era il più bello della sua vita”. E che gli raccontò  di quel pastore che, sul Morrone, accolse lui e i suoi compagni di fuga dicendo: ”Come possiamo abbandonarli? Siamo cristiani, no?”

 
GRUPPO CONSILIARE PD PROVINCIA DELL’AQUILA
Presentato un Ordine del Giorno
SUL PUNTO NASCITE SULMONA

Nella giornata di Venerdi’ è stato depositato un Ordine del Giorno al Consiglio Provinciale contro la soppressione del punto nascite di Sulmona. Primi firmatari i Consiglieri del territorio Enio Mastrangioli, Andrea Gerosolimo e Amedeo Fusco, unitamente a Stefania Pezzopane, Fabrizio D’Alessandro e altri. Nel ritenere inaccettabile la chiusura del punto nascite di Sulmona che vieta alle donne il diritto a partorire nel proprio territorio, costringendole a rivolgersi a strutture lontane dai luoghi di residenza, aumentando così i rischi per se stesse e i nascituri, i firmatari dell’Ordine del Giorno chiedono al Presidente e alla Giunta Provinciale di: intervenire con sollecitudine nei confronti della Giunta Regionale affinché, con  apposita deliberazione, conceda una DEROGA al parametro dei 500 parti per l’Ospedale di Sulmona.
Auspichiamo, sottolinea il Capogruppo del PD Enio Mastrangioli, che l’intero Consiglio Provinciale faccia proprio l’Ordine del Giorno e produca il massimo dell’impegno per difendere e mantenere un presidio importante per il territorio peligno. (Comunicato stampa PD)
 
Campionato di calcio serie “A”
Incontro Juventus - Cesena

SCANNO - In occasione della partita di cui sopra, si organizza una gita a Torino per il giorno 04 Dicembre 2011 con partenza alle ore 02:00 da Piazza S. Maria della Valle in Scanno e ritorno nella nottata successiva.
Sono disponibili 50 biglietti nel settore 115 Tribuna Est Centrale ai seguenti prezzi:
− Intero  € 70,00 − Donne  € 55,00 − Under 16  € 35,00
Va aggiunta inoltre la quota per il pullman equivalente a € 45,00/posto.
Per chi fosse interessato, si prega di:
− fornire nome, cognome, data e luogo di nascita;
− pagare un anticipo di € 80,00/persona entro e non oltre Mercoledì 23.11.2011, per consentire di comunicare i nominativi alla JUVENTUS Football Club – Ticket Office.
Per informazioni rivolgersi ad Armando Ciarletta: Cell: 347-5253180 / 348-4000883
 
ABRUZZO/RIFIUTI:
L'AQUILA ADERISCE
AL PROGETTO EUROPEO
“PORTA LA SPORTA”

Il Comune dell'Aquila, insieme con l'Asm (Aquilana societa' multiservizi), sara' coinvolto nel progetto ''Porta la sporta'', valido per la partecipazione alla Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, che si terra' in tutta Europa da domani e fino al 27 novembre.
''L'iniziativa - spiega l'assessore all'Ambiente, Alfredo Moroni - ha lo scopo di sensibilizzare e coinvolgere le comunita' locali ad un
cambiamento di abitudini; i cittadini, con un picccolo impegno quotidiano, potranno contribuire al miglioramento della percentuale di raccolta differenziata, in linea con i principi comunitari''. A tal fine, il Comune intende diffondere, con un'adeguata opera di comunicazione e la collaborazione delle scuole, la regola delle ''Tre R'' (Riduci, Riutilizza, Ricicla) che consiste in tre azioni: incentivare la riduzione della plastica ''usa e getta''; trovare utilizzi proficui per il materiale di scarto; conferire correttamente nei contenitori.
Moroni ricorda che sono state diffuse delle puntuali informazioni, anche attraverso un piccolo manuale e tre volantini per avviare sul territorio aquilano azioni di informazione ed educazione ambientale, per promuovere il compostaggio domestico e per migliorare la raccolta differenziata, il riciclo e la riduzione dei rifiuti. (Asca)