Sabato 19 Novembre 2011 - Il Santo del giorno: Beati Eliseo Garcia e Alessandro
Planas, Salesiani, martiri
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Il tempo... ieri - ancora una giornata di sole. Il tempo di insolazione va sempre più accorciandosi. La brina è presente nella notte e nelle prime ore della mattina. Temperature: max 9,3°C; min. -2,3°C; attuale -0,8°C (ore 23,30).
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Perché una reazione così scomposta davanti ai fatti accaduti?
lettera aperta di Nunzio Marcelli, Presidente ARPO,
al pnalm, alla forestale e al wwf
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Un orso, in montagna, reagisce nei confronti di un pastore. Attrezzato con petardi, davanti allo
scoppio dei quali l’animale normalmente fugge, l’orso invece decide di rivolgersi contro il pastore, costretto a fuggire, difeso
dai cani mastini abruzzesi, e rifugiarsi nello stazzo. Questi sono i FATTI
accaduti qualche giorno fa sulla montagna di Chiarano, e a raccontarli è chi li ha vissuti.
Ma davanti a questi fatti, invece di informarsi meglio su quanto accaduto, sono
fioccate le smentite ed i comunicati stampa. Prima la Forestale, poi il WWF e
infine anche il Parco Nazionale hanno “smentito” che quanto raccontato dal pastore, che in montagna c’era, con il suo gregge, fosse vero. Si è arrivati a parlare di “procurato allarme”, a chiedere indagini delle autorità competenti e provvedimenti “a norma di legge”.
Un pastore cerca di difendere il suo gregge, e viene messo sotto accusa. All’allevatore responsabile di quel gregge, di cui tutti hanno il numero di
cellulare visto che sulla montagna di Chiarano ci va da decenni con le sue
pecore, non è stata fatta nemmeno una telefonata: ma si è subito scritto ai giornali che avrebbe “smentito”. Non è stato smentito nulla, per il semplice motivo che questo è quanto è accaduto, e chi da sempre convive in montagna con i selvatici conosce bene
questo tipo di reazioni, reazioni che l’orso ha avuto anche altre volte in passato, come a Scanno dove un pastore provò ad allontanare il plantigrado che si alzò in piedi e lo affrontò, salvandosi sempre grazie ai cani. E’ grave che persone che lavorano solo sull’orso non abbiano questa consapevolezza, ma bisogna distinguere tra ambientalisti
di campo e ambientalisti da sofà o meglio da poltrona. Se qualcuno ha la coda di paglia prima o poi si brucia.
Si lanciano bordate ad alzo zero, accusando di mentire, di avere secondi fini,
di tirar fuori queste “storie” proprio adesso: ma l’orso non da’ appuntamento, non aspetta le scadenze programmate dai progetti depositati a
Bruxelles (di cui alleghiamo qui sotto, a titolo informativo, un piccolo schema
relativo a quelli che siamo riusciti a reperire tramite il database Life
Nature, ma possono essercene sfuggiti altri*).
Forse vanno cercati i motivi di una reazione così scomposta. Da tempo l’Associazione Regionale Allevatori Ovicaprini (ARPO) ha richiesto un incontro con
il Parco, il Prefetto, la Forestale e le altre istituzioni interessate alla
tutela del territorio, per proporre alcune misure di salvaguardia che
consentissero una migliore convivenza tra la presenza umana e quella dei grandi
carnivori. Si era manifestata, all’inizio, una certa disponibilità. Poi tutto è rientrato, e le proposte dei pastori transumanti restano chiuse in qualche
cassetto, mentre si susseguono le conferenze per illustrare le iniziative
prese.
Perché ignorare in questo modo chi sulla montagna vive e lavora? Perché davanti al racconto di un pastore, si scatena un simile pandemonio di tutte le
istituzioni, quando le notizie dell’orso che ormai purtroppo ha perso molti dei suoi comportamenti selvatici, tanto
da presentarsi a spasso per i paesi e sui pianerottoli delle case, si sono
susseguite in tutti questi mesi? Ma ora a parlare è un pastore, non fa più sembrare l’orso un simpatico animaletto da compagnia che si fa
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fotografare con i turisti, si torna a parlare dell’orso come predatore, come selvatico, che può avere comportamenti aggressivi: e questo, evidentemente, non va bene, tanto da
scatenare la reazione di ben tre diversi enti, tutti concordi nell’accusare di menzogne, stravolgimenti, procurati allarme. Facciamo un passo
indietro e torniamo alla concretezza delle cose alla quale da sempre sono
abituati i nostri pastori, vissuti a contatto con la montagna e le sue asperità: ogni cosa va valutata e sfruttata nel modo migliore, le scarse risorse vanno
sempre utilizzate al meglio e con parsimonia. Torniamo al punto centrale: quali
sono le strategie migliori per proteggere questo territorio, che non è fatto solo di orsi ma di un sistema complesso in cui la presenza di attività umane tradizionali ha un ruolo FONDAMENTALE, perché senza di esse si svuotano i borghi, si abbandonano i campi, si desertano le
montagne, si riduce la biodiversità. Solo uno sforzo comune, che non volti le spalle a chi da sempre sta su queste
montagne, accusandolo addirittura di mentire, può portare a qualche risultato. Non dobbiamo salvare solo il presente, qualche
finanziamento o garantire la continuità di apparati: dobbiamo garantire un FUTURO a tutta questa terra, lavorata dalle
mani instancabili dell’uomo, garantire che i nostri figli, oltre a sapere che nei boschi vivono ancora
il lupo e l’orso, possano trovare qui di che vivere, e continuare a mantenere questo
territorio così come ce l’hanno consegnato. Altrimenti, al di là di ogni polemica, avremo fallito: tutti.
(Nunzio Marcelli – allevatore e presidente ARPO)
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agli aspetti sanitari e sui protocolli utilizzati per la raccolta dati".
A proposito di dati, nel Parco sono stati finora catturati. con la tecnica della
tele narcosi, 14 camosci che, naturalmente, sono stati lasciati liberi dopo essere stati dotati di radiocollare.
Grazie al radio collare, i camosci vengono monitorati giornalmente e le
informazioni che si ricevono da queste indagini permettono di acquisire dati
importanti sullo stato sanitario e sull'ecologia e biologia di questa preziosa specie, endemica dell’Appennino.
L'utilizzo delle reti verticali, secondo quanto positivamente praticato in
Spagna, potrà essere sperimentato in futuro, insieme all'uso di box trap, anche in alcune
aree del Parco. (Antonietta Ursitti, Uffici Comunicazione e Stampa)
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Pescasseroli - In Spagna per imparare "la tecnica delle reti verticali" mai sperimentata sul
camoscio d’Abruzzo.
I biologi dei tre parchi nazionali abruzzesi sono stati ospiti, nei giorni
scorsi, dei colleghi dell'Università Autonoma de Barcellona per uno stage formativo "finalizzato - spiega Roberta
Latini, biologa del Servizio Scientifico del Parco - ad acquisire migliori
tecniche di cattura del camoscio e, in particolare, all'uso di reti verticali mai usate in Abruzzo".
La visita ai "cugini spagnoli " rientra nel Progetto Life Coronata avviato nel
settembre 2010 e finanziato dall'Unione Europea, che punta, con tutta una serie
di attività, a migliorare la gestione e incrementare il numero di camosci nelle aree
protette abruzzesi.
"Il corso- dice ancora Latini - è stato anche un confronto con i colleghi spagnoli oltre che per le tecniche di
cattura anche su questioni relative
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Le scuole e le oasi abruzzesi del WWF vincono un bando
Per educare gli studenti sul tema della sicurezza.
SCUOLA CAPOFILA L’Istituto Comprensivo "Valle del Sagittario"
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delle classi delle scuole secondarie di primo grado, anche i bambini più piccoli della scuola primaria. L'ampio partnenariato coinvolto nel progetto,
con istituti ed associazioni prestigiose quali l'Istituto Superiore di Sanità, l'Associazione Italiana Docenti di Geografia, l'Associazione Italiana per
l'Ingegneria Naturalistica e l'Ud'Anet, permetterà di affrontare le tematiche tenendo conto delle più recenti scoperte nei vari settori e delle piùmoderne procedure sullaprevenzione dei rischi ambientali”.
Dichiara Augusto De Sanctis, coordinatore delle Oasi del WWF in Abruzzo “Le Oasi abruzzesi del WWF si dimostrano ancora una volta realtà dinamiche pronte a raccogliere le sfide ambientali che oggi si pongono. Queste
aree protette hanno tutte le caratteristiche per diventare laboratori
all'aperto dove imparare a prevenire i rischi ambientali. I fenomeni ambientali
si presentano spesso in modo spettacolare e possono aiutare gli studenti a
guardare con occhi diversi il loro territorio. Obiettivo principale del
progetto è educare i bambini alla prevenzione del rischio ambientale affinché non vedano la natura come qualcosa di negativo ma da rispettare. Nell'ambito
del progetto il WWF lancerà un concorso nazionale a cui potranno concorrere tutte le scuole nazionali e in
cui verranno premiati i video degli studenti aventi a tema la prevenzione del
rischio ambientale”.
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“SICURI PER NATURA”: è partio con la conferenza stampa di presentazione svoltasi a Pescara un progetto
didattico per la prevenzione dei rischi ambientali finanziato con 110.000 euro
dal Ministero dell'Istruzione.
Grazie al coordinamento del WWF, in Abruzzo si è creata un'ampia partnership tra varie realtà scolastiche e tra quattro aree protette abruzzesi per l'ideazione di un
progetto che si è classificato al decimo posto in Italia su centinaia di proposte progettuali
concorrenti per il bando “Cittadinanza, Costituzione e Sicurezza” del MIUR.
Dichiara Viviana Biancone, insegnante della scuola capofila del progetto,
l'Istituto Comprensivo di Scuola dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di primo
Grado "Valle del Sagittario" di Introdacqua “L'iniziativa prevede seminari di approfondimento e formazione per i docenti con
la partecipazione di esperti di livello nazionale, programmi didattici per gli
studenti a scuola e presso le riserve e un concorso nazionale per gli studenti
per la produzione di video sul tema dei rischi ambientali. Saranno coinvolte 16
classi dei 4 istituti coinvolti: 5 seguiranno un percorso didattico sul rischio
idrogeologico, 2 sul rischio incendio, 6 sul rischio sismico e 5 sui rischi
connessi all'inquinamento ambientale, con particolare attenzione ai
contaminanti potenzialmente presenti nel cibo. Al progetto prenderanno parte,
oltre agli studenti
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L'Associazione Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS organizza il corso gratuito “Giovani per Natura” presso la Riserva Naturale Regionale “Gole del Sagittario”. Ogni corso prevede 11 incontri teorici, pratici e sul campo, con una cadenza
di 2 o 3 incontri pomeridiani a settimana a partire dal 23 novembre 2011. Sono disponibili 20 posti. Prima lezione mercoledì 23 Novembre 2011, ore 15:30 presso il Centro di Volontariato Europeo della
Riserva Regionale Gole del Sagittario, località Sorgenti di Cavuto, a ridosso dell'Area Visite della Riserva. C'è ancora la possibilità di iscriversi, anche il giorno stesso. Per informazioni e iscrizioni:
golesagittario@interfree.it cell. 346/7818839.
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PREMIATO L’ARTISTA SCANNESE
GILBERTO CARBONE
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SCANNO - Il 16 novembre scorso Gilberto Carbone ha ricevuto al XIX concorso Nazionale
di pittura e scultura, “Premio Gabriele D’Annunzio”, una “Targa Premio Speciale della Giuria” con una scultura lignea ad alto rilievo in acero bianco (35x30), rappresentante
la Natività.
La premiazione ha avuto luogo nell’Aurum di Pescara, dove dal 24 al 30 ottobre è stata allestita la mostra delle 500 opere in concorso. Il Premio, nato a
Montesilvano nel 1974, successivamente venne trasferito nella città di D’Annunzio, grazie all´interessamento dell´allora Assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Dott. Licio Di Biase. Per
anni ha rappresentato un’occasione di confronti, di sperimentazioni, di dibattiti e, soprattutto, ribalta
di artisti già affermati e, ancor di più, per tanti giovani talenti in cerca di appuntamenti nei quali proporsi.
Ci congratuliamo con l’artista Gilberto, che anche in questa occasione ha dimostrato il suo valore d’artista che sa intagliare il legno nelle forme ricreate con grande maestria.
Auguri da parte di tutta la nostrra redazione.
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