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Venerdì 18 Novembre 2011 - Il Santo del giorno: Dedicazione delle Basiliche ai Santi Pietro e Paolo

Il tempo... ieri -  Giornata bella ma fredda. Le temperture, sia la massima che la minima, si sono abbassate ulteriormente. In nottata il termometro è sotto lo zero. Temperature: max 8,9°C; min. -2,3°C; attuale -1,1°C (ore 23,30).
 

NESSUNA AGGRESSIONE
DI ORSI AI PASTORI

Pescasseroli -  “A memoria d’uomo non si conosce nessuna aggressione di un orso marsicano all’uomo, tantomeno ai pastori che da millenni convivono con il plantigrado  sulle nostre montagne”.  
Questo il commento di Dario Febbo, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise alla notizia diffusa ieri, di una presunta aggressione ad un pastore, da parte di un orso marsicano, in uno stazzo sull’Altopiano delle Cinquemiglia.
“Come al solito, afferma il Direttore, un evento legato all’orso viene strumentalizzato al punto di ingigantire, un fatto questa volta accaduto in un contesto naturale, perché l’orso era a casa sua, sulle montagne, e renderlo tragico urlando a gran voce al grosso pericolo corso dal pastore. Pericolo che in realtà non c’è stato”.
Anche l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del CFS di Castel di Sangro, ha smentito ogni presunta aggressione di orso  a qualsivoglia pastore.  
“Prendiamo atto della smentita dello stesso allevatore e del pastore  riprende il Direttore, non riusciamo invece a comprendere le dichiarazioni di qualche allevatore. Il Parco è in contatto diretto con gli allevatori, i pastori e le loro associazioni: l’ultimo incontro c’è stato lo scorso 10 novembre a Pescasseroli, appena una settimana fa. Davvero incomprensibile conclude Febbo, certe dichiarazioni che suscitano unicamente allarme  ingiustificato e sembrano essere dettate da finalità  contrarie alla salvaguardia del  Parco e dell’animale simbolo del Parco stesso”.  (Antonietta Ursitti, Uffici Comunicazione e Stampa)

UN’ORSA ZOPPA:
DI CHI LA RESPONSABILITA’? 

Dare la colpa ai bracconieri è stata la cosa più facile. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo si aggira da anni un’orsa senza una zampa anteriore (la destra si dice). La logica ed il buon senso ci fanno intuire che solo mediante un laccio d’acciaio un orso può strapparsi letteralmente una zampa a causa dei tentativi di liberarsi. E chi usa i lacci d’acciaio? I bracconieri ovviamente. Ma non solo. Gli ultimi orsi catturati illegalmente con lacci d’acciaio, quali trappole di cattura per i cinghiali, risalgono agli anni ’80. Da allora più nessuna segnalazione del genere è giunta alle autorità ed ai media. Ma da allora di lacci d’acciaio ne sono stati posti ben altri, ed altri ancora sono in programma per il futuro. Si tratta dei lacci d’acciaio utilizzati dai ricercatori che catturano gli orsi per munirli di radiocollari. I due metodi sono diversi: il primo è mirato a catturare per il collo gli animali, l’altro per le zampe. Nessuno vuole sostenere che proprio da questi lacci si debba far risalire la mutilazione subita dall’orsa. Ma nessuno lo può smentire, se non le persone che li hanno predisposti, le quali hanno il crisma della credibilità per l’autorevolezza degli incarichi che rivestono. Quindi noi crediamo a loro sulla fiducia. Ma vorremmo lo stesso avere delle prove che a distendere quel laccio in particolare siano stati i bracconieri, non credere sulla fiducia a delle dichiarazioni da parte di autorità che hanno tutto l’interesse a sostenerlo. Resta un fatto, documentato, a lasciare aperto lo scenario. E’ quanto meno dal settembre 2009 che le autorità del Parco sono a conoscenza della presenza di quest’orsa zoppa in giro per il Parco. Due anni di silenzio assoluto, salvo una lettera riservata di smentita, senza prove documentali, inviata allo scrivente: “Questo Ente è a conoscenza della presenza di due esemplari con tali problemi: una femmina è priva dell’estremità di un arto anteriore, mentre è un altro esemplare è stato visto varie volte zoppicare. (...) non è comunque da mettere in relazione con le operazioni di cattura a fini di ricerca in corso, in quanto gli stessi non sono mai stati catturati (non presentano infatti marche di riconoscimento)”.
Ora, come non chiedersi, come mai tutti questi anni di silenzio su questo fatto? Come mai non sono stati diffusi allora i comunicati che addebitavano ai bracconieri questi misfatti? Come mai solo ora? E, come potevano essere marchiati orsi che si sono ovviamente liberati dei lacci perdendo una zampo o anchilosandosela? C’è solo una spiegazione ipotizzabile: solo le autorità del Parco, le guardie, il sottoscritto e pochi altri, erano a conoscenza della presenza di quest’orsa zoppa. Nei giorni scorsi l’orsa è stata invece “scoperta” dai turisti (perché la località dell’Acquaventilata dove essa è stata avvistata è un noto luogo dove i turisti vanno a cercare di avvistare e fotografare gli orsi). Ecco che allora le autorità sono state costrette a dover dare una spiegazione. E l’hanno infine data, con almeno due anni di ritardo: la colpa e dei soliti bracconieri, e dire bracconieri è quasi come dire cacciatori! I soliti, gli unici comodi nemici dell’orso. Sul fatto che l’orsa zoppa frequentasse quei prati perché stava ricercando campi di mais, di grano e di carote o di erba medica per alimentarsi prima di procedere verso le sua tana d’inverno si è addirittura preferito imbastire
una romantica storia senza senso, se non nel desiderio di chi l’ha scritta e diffusa, e di chi nel campo del giornalismo l’ha ritenuta perfetta per essere venduta ai lettori. Ed ecco allora la fiaba dell’orsa che, poverina, cerca ancora il suo amore perduto, che adotta due cuccioli senza mamma! Neppure un rigo sul fatto che in quei campi non vi fossero più i prodotti delle coltivazioni che l’orsa in realtà andava a cercare. E allora avanti ancora con le ricerche, altre catture,
altri collari (c’è chi ha proposto di mettere un collare ad ogni orso, per poterli seguire: come i detenuti col braccialetto!). Pensano così di salvare il rimasuglio di orsi marsicani sopravissuti fino ad oggi; cioè, non facendo nulla di concreto di ciò che l’orso avrebbe bisogno se potesse parlare: nessuna coltivazione a cura delle autorità; nessun aiuto o equo indennizzo all’allevamento ovino (che è poi la massima attrazione per l’orso); nessun controllo al turismo delle zone dell’orso – anzi ticket a pagamento per chi lo vuole andare a vedere – nessun veto alle centrali fotovoltaiche che stanno invadendo proprio quei terreni un tempo coltivati a grano e mais; nessun controllo all’esuberanza dei cinghiali che stanno devastando ogni risorsa alimentare naturale dell’orso. E allora, avanti con le ricerche, e poi con i convegni
e le pubblicazioni. Intanto paga l’Europa! (da Wilderness - Italia)
 
 miglioramento della gestione del turismo nell'area protetta non potrà che portare benefici alla natura, alla popolazione locale, alle imprese e ai visitatori. L’Ente Parco ha presentato 22 progetti:  tra questi il piano
energetico delle strutture di servizio e il piano per il potenziamento e la ristrutturazione dei centri di visita prevedendo anche tutta una serie di linee guida per le strutture turistiche sostenibili. Tanti anche i progetti presentati dai comuni e dagli operatori turistici: si va dalla valorizzazione dei centri abitati a rischio di spopolamento (la popolazione nei 24 comuni dell'area protetta è passata dai circa 60 mila del 1921 ai 27 mila del 2009), alla messa a punto di sentieri per disabili. Prevista pure la creazione di aree di sosta e la ristrutturazione dei rifugi d'alta quota nonchè, la creazione di una filiera alimentare dei prodotti tipici locali.
Uno dei motivi che ha spinto il Parco a intraprendere il percorso della Carta Europea del Turismo sostenibile è stato uno studio  condotto dall’Osservatorio Permanente sul Turismo Natura dal quale è emerso che il “prodotto Parchi” è richiesto dal 55,6% dei “turisti natura” e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è di gran lunga il parco più richiesto dal turista italiano che fa esplicita richiesta del “prodotto Parchi”. (Antonietta Ursitti, Uffici Comunicazione e Stampa)
Pescasseroli - Dopo l’approvazione del progetto da parte dei verificatori europei e la consegna del Certificato di riconoscimento della Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) al Parco, in una partecipata riunione con gli operatori locali coinvolti e stato fatto il punto della situazione e sono state concordate le linee di azione da seguire per l’attuazione dell’ambizioso programma. Ben cinquanta sono i progetti arrivati da comuni, albergatori, artigiani e cooperative da mettere in campo sul territorio del Parco per i prossimi 5 anni.
Questo prevede infatti  il Piano d'Azione messo a punto dall’Ente Parco, uno dei tre parchi italiani che hanno aderito al programma ideato da Europarc, l’unione dei parchi europei e premiato con il "Certificato"  per aver coinvolto con la nascita dei "piani territoriali", i 24 comuni dell’area protetta e gli operatori turistici abruzzesi, laziali e molisani nel promuovere il turismo sostenibile. Si tratta di una bella sfida e di un bell’impegno, non soltanto per il Parco, ma anche e soprattutto per gli operatori che intelligentemente vi hanno aderito – dichiara il Presidente del Parco Giuseppe Rossi – che sottolinea anche il valore economico e colturale di questo impegno che prevede una particolare attenzione e una responsabile tutela per il patrimonio naturale e culturale. Il
 
Dal sindaco di Villalago, Fernando Gatta,
ANCORA SULL’ISOLA ECOLOGICA VILLALAGO-SCANNO
Un po’ di chiarezza, e basta!
E a quando l’allaccio dell’acqua proveniente da Frattura Vecchia?
VILLALAGO - Sono obbligato a rispondere all’articolo comparso sul Centro il 15 novembre (riportato qui a lato) per fare definitivamente chiarezza sull’argomento ma soprattutto per spiegare ai cittadini come stanno i fatti… oggi…
I fondi per la costruzione dell’isola ecologica non sono ancora formalmente disponibili al COGESA in quanto il precedente finanziamento concesso è stato ritirato dalla Regione Abruzzo perché non utilizzato entro maggio 2011.
Fino a tale data era in carica in qualità di assessore proprio Pasquale Ciancarelli per cui ogni probabile causa ad ogni ritardo al progetto il cui iter era iniziato nel lontano 2007, non è imputabile sicuramente all’amministrazione guidata dal sottoscritto che mi preme ricordare si è insediata il 16 maggio 2011.
Ad oggi il COGESA ha avuto solo notizie positive circa la riproposta di finanziamento che dovrà però ancora essere confermato e formalizzato dalla Giunta Regionale, nonostante ciò abbiamo intrapreso ogni utile iniziativa per portare avanti il progetto.
E’ utile conoscere inoltre che l’iniziativa è datata anno 2007 mentre il primo progetto veniva presentato ed approvato dal Comune di Villalago con deliberazione di G.C. n.4 del 25.01.08, nonostante che fossero stati espressi dal sottoscritto, consigliere comunale di opposizione, dubbi sulla localizzazione dell’isola ecologica per noti vincoli forestali sul sito individuato. Solo in data 22 gennaio 2011 al prot. n. 285 veniva acquisito dal Comune di Villalago il progetto definitivo presentato dal COGESA relativo alla stazione ecologica da realizzare in territorio di Villalago a servizio anche del Comune di Scanno.
Dal 22 gennaio 2011, giorno del recepimento del progetto definitivo presentato dal COGESA, al 16 maggio 2011, quindi per circa 4 mesi consecutivi oltre agli altri 3 anni precedenti, l’amministrazione comunale dell’Assessore Pasquale Ciancarelli, non si esprimeva circa il rilascio del permesso a costruire, richiesto dal COGESA stesso.
La nuova amministrazione comunale, immediatamente dopo l’insediamento, ha intrapreso contatti con il COGESA per studiare ed affrontare tutte le problematiche relative alla realizzazione della stazione ecologica, sia per quanto riguarda la localizzazione in area particolarmente interessante sotto il profilo ambientale (zona Porto), sia per i costi ancora a carico del Comune di Villalago.
Dalle informazioni assunte, nonché da un più attento studio degli elaborati di progetto è emerso inoltre, contrariamente alle informazioni fornite con nota datata 16 febb. 2008 proprio dall’ex ass. Ciancarelli Pasquale, che nel sito di Villalago dovrà essere stoccato anche il rifiuto “umido” (rifiuto urbano normale) individuato nella relazione del progetto  come “biodegradabile” (si precisa che materiale biodegradabile è anche la carta, legno ecc..). Nella nota del Ciancarelli venivano indicate le seguenti categorie di rifiuti: 1) rifiuti urbani riciclabili (carta, vetro e plastica), 2) scarti verdi dell’attività di manutenzione giardini, 3) legno proveniente da sfalci e potature, 4) rottami metallici, 5) inerti;

Il Centro del 15 novembre 2011
 
SCANNO - Fondi a rischio  A rischio soppressione i fondi per la costruzione nel territorio di Villalago della «stazione ecologica» dove far confluire i rifiuti dei comuni dell'Alta Valle del Sagittario. A lanciare il grido di allarme sono il capogruppo di minoranza di Villalago, Pasquale Ciancarelli e il capogruppo di maggioranza Scanno, Eustachio Gentile, secondo cui i lavori sono in ritardo e la Regione Abruzzo potrebbe ritirare i finanziamenti stanziati per la realizzazione del progetto. «L'urgenza a cui pare non dia peso il sindaco di Villalago, Fernando Gatta, è data dal fatto che se non si procede in fretta all'avvio dei lavori la Regione ritirerà il finanziamento di 200mila euro», spiega Ciancarelli, «provocando così pesanti ricadute sulle tasche dei cittadini e un grande degrado ambientale per l'abbandono di ogni tipo di rifiuto sul territorio». Polemico anche il consigliere Gentile. «Non sappiamo quando potrà essere realizzata la piattaforma». (m. lav.)

mentre non si parla di rifiuto “umido”.
Per questo in data 24 settembre è stata visitata la stazione ecologica di Raiano per meglio affrontare il problema alla luce di conoscenze dirette verificando anche lo stato delle strutture funzionanti.
In data 26 settembre è stato effettuato un sopralluogo sul territorio di Villalago con i responsabili del COGESA per visionare il sito attualmente disponibile e per studiare ulteriori soluzioni migliorative anche alla luce di probabili soluzioni alternative.
La migliore soluzione che stiamo cercando di individuare con i tecnici del COGESA non condiziona l’iniziativa intrapresa, al contrario invece dei  4 anni trascorsi dal 2007 gestiti dall’Amministrazione precedente. I rapporti con il Comune di Scanno, proprio per salvaguardare lo spirito di collaborazione fra le due comunità, verranno regolamentati da apposita convenzione, mai definita fino all’insediamento della giunta guidata dal sottoscritto. Le scelte e le iniziative diverse da quelle intraprese dall’Assessore Pasquale Ciancarelli, che per le esperienze passate evitiamo in questa sede ogni specifico dettaglio, saranno supportate da relazioni tecniche dettagliate.
Con l’occasione mi preme ricordare anche al Capogruppo di Scanno Eustachio Gentile che il Comune di Villalago, meglio i cittadini di Villalago, attendono da qualche anno l’allaccio dell’acqua proveniente da Frattura Vecchia, cosa che doveva essere fatta contestualmente all’allaccio della fogna, con preghiera di un fattivo interessamento soprattutto nel rispetto degli accordi definiti già con l’amministrazione precedente, ad oggi completamente ignorati.
Il Sindaco, Fernando Gatta