Martedì 8 Novembre 2011 - Il Santo del giorno: Beato Giovanni Duns Scoto, teologo (1265
- 1308)
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Il tempo... ieri - Giornata variabile con velature estese e brevi rasserenamenti. Il vento di Scirocco ha portato in mattinata piccoli
scrosci di pioggia. Temperature: massima 11,8°C; minima 4,6°C; attuale 7,0°C (ore 23,30).
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11 novembre 2011 Anniversario della morte di Panfilo Serafini
eroe sulmonese del nostro Risorgimento
di Ezio Pelino
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assegnato al domicilio coatto sotto sorveglianza in una località che non fosse quella di origine. Andò a Chieti. L’anno successivo Garibaldi, spazzando il regime borbonico, lo liberò dal confino. Il sogno, il suo sogno dell’Italia unita, libera e indipendente, si era realizzato. Vi aveva speso la vita. La sua gioia era grande. Ma nessuno dei nuovi uomini al
potere si ricordò di lui. Era tempo di mutamenti epocali, tempo propizio per i gattopardi. Sul finire del 1860 - si era appena conclusa l’epopea garibaldina - il suo compagno di carcere, il Duca Sigismondo Castromediano, è lui che lo scrive in ”Carceri e galere politiche”, richiamato da un “soffocante lamento”, lo riconosce alla luce di un lampione, al Largo Mercatello a Napoli, in un uomo che giace supino sul lastricato. E’ svenuto per fame. Tornato a Sulmona, finalmente ottiene qualche riconoscimento: è assessore comunale, presiede una società operaia, ma, sollecitato dagli amici a presentarsi candidato alla Camera dei deputati, nel collegio di Popoli, viene sconfitto. Ebbe di che vivere grazie all’ospitalità generosa di un amico fraterno, il dott. Giuseppe Di Rocco, che aveva preso ad
aiutarlo fin dal tempo della detenzione. Serafini, per avere l’autorizzazione a scrivergli, lo faceva passare per un parente, lo chiamava zio. Nella casa dell’amico lo colse la morte. “Il ricordo di lui, delle sue parole e azioni, di tutta la sua persona, è ancora così vivo e popolare tra i suoi concittadini come se egli si fosse dipartito da essi pur ieri.”, così scriveva Benedetto Croce. Era il 1913. Poi, fu dimenticato.
Riposa nella chiesa dell’Annunziata, dove fu traslato nel 1881, molti anni dopo la morte. Il suo ritratto
postumo è opera di un altro grande abruzzese, Teofilo Patini, già suo allievo e amico. Il Patini voleva che fosse “collocato in una delle migliori sale comunali perchè il soggetto di questo mio quadro è degno di un culto cittadino”. Ritrae, infatti, la figura di un Padre della Patria. L’eroe è in piedi, al centro del quadro, austero e risoluto, la destra chiusa a pugno
sul tavolo, la sinistra regge un libro, la fronte alta e prominente, lo sguardo, acuto e penetrante,
guarda lontano.
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L’11 novembre, anniversario della morte di un eroe sulmonese. Un eroe del nostro Risorgimento, Panfilo Serafini. Era ancora giovane, aveva solo 47 anni. Ne aveva trentasette quando la Gran Corte Speciale di Aquila lo condannò a 20 anni di carcere. Fu rinchiuso nelle orride galere di Montefusco, poi di
Montesarchio e Procida. Celle scavate nella roccia, anguste, umidissime, fredde e buie. Qualche barlume
penetrava dalle feritoie. Ma alla ferocia del potere borbonico non bastava, ogni condannato doveva essere legato ad un altro carcerato con una catena lunga quattro metri, pesante più di quindici chili. Una catena che serrava le caviglie, rendendo lenti e faticosi i movimenti. Il recente film di Mario Martone “Noi credevamo”, che ricorda i suoi compagni più noti, Carlo Poerio e il Duca Sigismondo Castromediano, ne ha riprodotto tutto l’orrore. Le lettere di Panfilo Serafini dal carcere raccontano di sofferenze
indicibili, di piaghe alle caviglie, della tubercolosi che lo affliggeva, dei frequenti sbocchi di sangue. Passò “la sua vita – scrisse Benedetto Croce – fra triboli e dolori”. Ma di quale tremendo delitto si era macchiato per meritare un tale inferno? Nessun delitto. Bisognava impedire che egli pensasse, che avesse opinioni e le
comunicasse. Così come era già toccato a Silvio Pellico, nel Lombardo Veneto, sotto l’aquila imperiale austriaca. I corpi di reato furono un sonetto, un manifestino e
un libro. Il sonetto era stato affisso il giorno di S. Panfilo del 1848, il manifestino “Protesta del popolo napoletano”, stampato dalla locale tipografia Angeletti, affisso nella notte del 14-15 maggio 1853 sulla porta di casa del sindaco, il
libro era quello da lui scritto sulla “Teocrazia romana”. Serafini, malato, distrutto nel fisico, ma, incredibilmente non nello spirito,
riuscì persino a scrivere in carcere il saggio “Sul Canzoniere di Dante”, servendosi solo della memoria. Gli fu, infatti, negato il testo dantesco, più volte, inutilmente, richiesto. Ma non ne vide la pubblicazione, avvenuta postuma a Firenze nel 1883. Dopo cinque anni di carcere, grazie ai tempi nuovi seguiti alla II guerra d’Indipendenza, gli fu concessa, il 29 agosto del ’59, la grazia, e fu
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LA CHIESA AQUILANA
ADERISCE
ALLA MOBILITAZIONE DI OGGI
La Chiesa dell'Aquila e' pienamente solidale con tutti coloro che manifesteranno oggi, 8 novembre, per
chiedere al Governo il rinvio della restituzione delle tasse, sospese a causa
del sisma del 2009. Essendo inagibili la maggior parte delle chiese e dei
campanili della citta', saranno i parroci a scegliere la modalita' migliore con
cui aderire alla mobilitazione generale decisa per oggi. Lo fa sapere, in una
nota, l'arcivescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari.
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Dopo le proteste degli Aquilani
il Governo annuncia il rinvio
del pagamento delle tasse
«Il Governo E’ impegnato a trovare la soluzione entro novembre sulla questione del rinvio delle tasse per
le popolazioni dell'area del cratere»: lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, a
margine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi. «La sede dovrebbe essere quella di un emendamento alla legge di stabilità - ha chiarito Letta - e troveremo lo strumento tecnico per dare tranquillità fin da ora ai cittadini abruzzesi». Il sottosegretario ha quindi aggiunto «troveremo anche come superare tecnicamente il lasso di tempo che va dal 20
novembre fino all'approvazione della legge». Ancora una volta, dunque, "da ultimo e per forza" verrebbe da dire, il governo
cerca di mettere una "pezza" ad una situzione che non ha visto soluzione da
oltre 31 mesi, e ,comunque, in seguito ed a ridosso dell'ennesima protesta
cittadina, promossa da tutti gli attori interessati - cittadini, partiti, parti
sociali. Resta da sottolineare, in ogni caso che quello delle tasse certamente
non è il problema più importante, anche se uno dei principali: ancora una volta si prospetta
l'ennesimo intervento tampone, e svincolato da un quadro organico. La mancanza
di una legge organica è il problema principale: un provvedimento cioè che dia certezza di diritto, di fondi, di
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procedure, e che metta nero su bianco una volta per tutte il diritto ad avere
pari dignità e pari trattamento tra il terremoto dell'Aquila (e comuni del cratere) e tutte
le recenti precedenti catastrofi naturali, compreso il trattamento fiscale. Tra
sette giorni, il prossimo 14 novembre, è prevista in aula alla Camera, la discussione del testo di legge sulla
ricostruzione. Salvo sorprese che deriveranno domani nel quadro istituzionale e
politico, in seguito al voto previsto sulle misure economiche, e sempre che la
crisi di governo non esploda in tutta la sua interezza anche prima di domani.
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Keith Haring
Il murale di Milwaukee
Fino al 19 febbraio 2012 il Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo La Civitella di Chieti ospita la
mostra dedicata al murale di Milwaukee di Keith Haring. L'opera, che misura
trenta metri di lunghezza per due metri e mezzo di altezza, fu realizzata
dall'artista americano nel 1983, in occasione dell'apertura del Museo Haggerty
di Milwaukee. L'iniziativa è promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici
dell'Abruzzo, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo, dalla
Regione Abruzzo e dal Comune di Chieti, organizzata da Alef - cultural project
management di Milano, in collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty
Museum of Art, Marquette University, Milwaukee, WI.
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Sulmona protagonista
della settimana dell’Unesco
Sulmona protagonista della settimana dell’Unesco con visite guidate gratuite mirate a valorizzare e comprendere la
necessità di preservare la risorsa idrica per le generazioni future. La città è stata infatti inserita nel calendario nazionale promosso dall’Unesco con l’iniziativa “Ricchissima di fresche acque”, progettata da NaTourArte, l’associazione delle guide turistiche d’Abruzzo, in collaborazione con l’Associazione “Classe Mista teatro”. Scuole, cittadini e turisti sono invitati a partecipare alle visite guidate
gratuite, focalizzate sulle fontane cittadine e sull’Acquedotto Medievale del 1256. Lungo il percorso, che avrà come filo conduttore l’importanza dell’acqua nella storia di Sulmona, sono previste letture a tema di versi ovidiani
tratti dai Tristia, dagli Amores e dalle Metamorfosi, questi ultimi di
sorprendente attualità. Le visite guidate sono in programma dal 10 al 13 novembre alle ore 10,00.
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Saluti
da
Frattura
Cordiali saluti
a tutti
i Fratturesi
“fuori sede”
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