Le foto dei nostri lettori

 

 

E i Prefetti stanno a guardare… Gentile direttore, leggo di un’ennesima incursione dell’orso a danni di un allevamento a Valle Roveto. Sono ormai già tre i Prefetti succedutisi ai quali l’Associazione Regionale Allevatori Ovi-caprini (ARPO) che rappresento ha chiesto un incontro congiunto con gli enti parco e le istituzioni sul territorio, per esaminare le proposte urgenti degli allevatori per tutelare insieme la fauna, la popolazione residente che si vede sempre più avvicinata dai grandi carnivori, e gli allevamenti, attività economica tradizionale e fondamentale per la sopravvivenza del nostro territorio. Ma il rappresentante dello Stato nella Provincia evidentemente è in ben altre faccende affaccendato, e non si è mai riusciti a convocare un tavolo. Le condizioni degli allevatori che insistono in questa preziosa

attività, che preserva la nostra cultura materiale e la biodiversità del nostro territorio, e che dà prodotti di altissima qualità, sono sempre più drammatiche: schiacciati dalle corporazioni protette della grande distribuzione che importa in maniera indiscriminata animali dall’estero passandoli per locali, con prezzi che mettono fuori mercato i nostri allevamenti e il loro sforzo quotidiano, ignorati dalle istituzioni, molte aziende sono state costrette a chiudere, lasciando senza reddito le famiglie. Un’altra Pasqua in cui un presunto “agnello nostrano” sarà presente nei supermercati e sulle tavole, senza che i consumatori possano verificare la reale provenienza di quel che mangiano, e con le stalle dei produttori locali piene di prodotto invenduto. Nonostante il valore di queste attività, soprattutto ora che si riscopre l’importanza di un prodotto genuino, di produzioni etiche, tradizionali e rispettose del territorio, per il sistema centrale queste sono entità invisibili: e i Prefetti stanno a guardare… (Nunzio Marcelli - Associazione ARPO)

 

Un “carosello” di auto per evadere il Fisco. Le Entrate di Avezzano, in collaborazione con la Guardia di Finanzia, hanno scoperto una frode di oltre 1,6 milioni di euro nel settore del commercio di autoveicoli. Inutile il ricorso presentato dalla società: la Commissione Tributaria Regionale de L’Aquila ha riconosciuto la validità dei rilievi dell’Agenzia delle Entrate. La ricostruzione della frode - In pratica, l’autosalone importava automobili provenienti da paesi dell’Unione Europea tramite la mediazione di società di comodo cosiddette “cartiere”, ovvero imprese fittizie prive di ogni struttura operativa che effettuavano acquisti intracomunitari di autoveicoli senza presentare le relative dichiarazioni fiscali per poi rivenderli a concessionari italiani. Nel corso della verifica i funzionari di Avezzano hanno scoperto la frode, contestando l’omessa integrazione dell’Iva e una maggiore imposta IRAP non versata. La sentenza della Ctr - La Commissione Tributaria

Regionale di L’Aquila ha confermato la ricostruzione della "frode carosello" fornita. dall'Amministrazione finanziaria, respingendo i ricorsi presentati dalla società e dai soci. È stata inoltre riconosciuta la legittimità dell’operato dell’Ufficio. I giudici tributari abruzzesi hanno espresso anche alcuni principi giuridici di portata generale, che possono assumere fondamentale importanza in tutte le ipotesi in cui deve trovare concreta applicazione la disposizione normativa che prevede l'indeducibilità dei costi "da reato".“La bontà e la correttezza dei risultati dei controlli – spiega il Direttore regionale Rossella Rotondo - hanno ricevuto una importante conferma dalla decisione della Commissione Tributaria Regionale di L’Aquila, che ha accolto la tesi dell’Agenzia che ha saputo con precisione e puntualità ricostruire la complessa architettura del meccanismo realizzato dalla società controllata per evadere le imposte”. (Comunicato Stampa)

 

Alcuni nostri lettori ci hanno chiesto di spiegare loro perché a Villalago e a Cocullo sono state presentate per le prossime amministrative delle liste (una a Villalago, due a Cocullo) che non hanno nulla a che vedere con gli interessi dei due paesi. Le tre liste sono state presentate da gruppi di guardie carcerarie che lavorano al difuori del nostro circondario. La legge prevede che i candidati possono usufruire, a richiesta, del congedo straordinario retribuito per partecipare alla campagna elettorale. E questo è una grande conquista della democrazia, fin dai tempi di Clistene, che fu il primo a stabilire in Atene che i partecipanti al governo della cosa pubblica venissero retribuiti dallo Stato, per permettere a chi

non aveva i mezzi economici di rompere quel fronte oligarchico. I signori, però, che hanno presentato le liste, non hanno nessuna intenzione di partecipare né alla campagna elettorale, nè tantomeno al governo del paese. E’ stato possibile presentarle a Villalago e a Cocullo perché nei paesi al disotto dei mille abitanti non è prevista la raccolta delle firme per la presentazione delle liste. Questa è la nuda risposta ai nostri lettori. Non ci permettiamo di fare i censori, di emettere giudizi, perché il Prefetto, i nostri governanti conoscono questo andazzo, che va a discapito proprio di quella democrazia, che le persone responsabili sono pronte a difendere in tutte le situazioni.