LA GESTIONE DEL TERRITORIO E LA PRESENZA DELL’UOMO

di Antonio Petrocco
                                                            

Ho letto quanto documentato sulla cartolina de “La Piazza di Scanno” del 13 dicembre 2010, a proposito della presenza di un branco di cani randagi e delle scorribande che gli stessi vanno facendo, questa volta a scapito della famiglia di orsi che staziona da qualche tempo nel territorio di Villalago.
E’ una situazione che sta divenendo sempre piu’ pericolosa, vista la temerarieta’ del branco, che poco si spaventa degli orsi e che solo grazie ad una fortuita quanto opportuna presenza umana, in questa circostanza e’ stato allontanato e distolto dalle intenzioni poco pacifiche che certamente aveva nei confronti della pacifica famigliola.
Non biasimo l’operato degli addetti ai lavori, in quanto il nostro territorio e’ vasto e complesso per essere gestito solo dagli operatori di settore, anche se gli stessi sono molto professionali e sempre disponibili, bensi’ io sono convinto che l’operato delle guardie debba essere opportunamente  coadiuvato.
Ho gia’ avuto modo di scrivere di come si potrebbe creare un’oasi di eccellenza, ove gli equilibri tra le specie e la conseguente necessaria biodiversita’, possano essere tutelate ed addirittura esaltate. Arrivare a determinare sul territorio dei propri Comuni delle situazioni di gestione moderne ed equilibrate, comporta pero’ l’assunzione di decisioni forti da parte degli Enti Locali, di concerto naturalmente con con l’Ente Parco.
Comunque, prima di ogni altra cosa, ognuno di noi e’ tenuto a rispettare leggi ed ordinamenti vigenti, le quali leggi al riguardo, recitano in modo ineccepibile e chiaro, cosi’ come in maniera altrettanto chiara una recentissima sentenza (nr. 315 del 11 novembre 2010)  della Corte Costituzionale, ha ribadito circa l’esercizio venatorio nelle aree contigue al Parco di Porto Venere in Liguria.
La sentenza della Suprema Corte, riafferma che in ottemperanza alla legge 394 del 6 dicembre 1991 e’ consentito l’esercizio della caccia nelle aree contigue ai Parchi Nazionali solo ai “nativi e residenti”, oltre a chi, per motivate e circostanziate ragioni di lavoro, abbia il domicilio nei comuni ricadenti in tali zone.
E’ l’esatta attuale situazione dei Comuni di Scanno, Villalago e forse di Anversa, nei quali territori contigui al Parco Nazionale, si potrebbe creare una sorta di oasi-cuscinetto, a protezione del territorio ricompreso nel PNALM.
In accordo e di concerto con l’ENTE PARCO, una volta istituita “l’area contigua”, potrebbero essere messe a punto politiche di gestione e controllo , da effettuarsi a cura di personale specializzato, opportunamente preparato e con larghe ed approfondite conoscenze del territorio (selecontrollori locali, Guardie del Parco, CFS, Guardie provinciali).
E’ questo il punto di partenza sul quale porre le basi per una corretta e moderna gestione del territorio, facendo in modo che l’esercizio venatorio, sia praticato solo e responsabilmente dalle popolazioni autoctone, oltre che da iscritti esterni, in numero sostenibile e controllato, rafforzando una presenza responsabile, ed interessata al territorio stesso, in maniera discreta e non invasiva a cura degli stessi cacciatori e non solo da essi.
Le attivita’ di censimento della fauna (indispensabili ,vitali e prioritarie per una gestione corretta), da realizzarsi con opportuni e certificati metodi, la programmazione ed il controllo delle attivita’ venatorie, la creazione di zone di attrazione trofica a mezzo ripresa di terreni incolti, con colture a perdere, la realizzazione di punti di pastura e di osservazione, vedrebbero il coinvolgimento di tutte le associazioni legate all’ambiente (ambientalisti, agricoltori, allevatori, cacciatori, pescatori, operatori economici legati all’agriturismo ecc.).
Tali attivita’comporterebbero una presenza umana organizzata sul territorio, che in modo discreto dovra’ osservare, valutare ed eventualmente dissuadere da comportamenti inopportuni, pericolosi predatori rappresentati da specie non gradite (es.cani randagi).
Non ultima, verrebbe anche svolta una capillare opera di prevenzione al bracconaggio, in quanto la presenza assidua ed il coinvolgimento continuo di persone legate al territorio, in maniera automatica e naturale, fungerebbero da deterrente a pratiche illegali (nelle Regioni Italiane ove tutto cio’ e’ gia’ in uso, il bracconaggio e’ stato totalmente debellato).
In conclusione, cio’ che taluni cacciatori hanno fatto, fortunatamente ma solo casualmente nella circostanza specifica, con urla e qualche sparo in aria, ottenendo una distrazione del branco dei cani, a vantaggio della famiglia di orsi che ha cosi’ potuto guadagnare piu’ facilmente una via di fuga, dovrebbe essere fatto attraverso una presenza ed un controllo territoriale continuo e mirato, all’interno di una Area Contigua al PNALM, che ne diventi uno scudo eretto a protezione naturale.
Adesso pero’ e’ tempo che da parte delle Amministrazioni Comunali di concerto con il PNALM, vengano assunte delle decisioni, affinche’ il nostro territorio venga sapientemente e responsabilmente osservato, gestito, riequilibrato e preservato.
E’ un piccolo ma importante passo in avanti che si chiede ai nostri Amministratori, tra l’altro in piena ottemperanza a quanto stabilito dalla gia’ menzionata legge 394 del 6 dicembre 1991 ed appena riaffermato dalla Corte Costituzionale, che ha destituito un ricorso al TAR che in Regione Liguria, era stato avanzato a suo tempo da qualche Associazione Venatoria..
Fruendo della collaborazione di quanti hanno cuore questa splendida natura che ci circonda, chissa’ che pur restando entro i limiti rigorosi di una ecosostenibilita’ e salvaguardando i diritti delle popolazioni locali, si possano generare anche delle condizioni idonee per un turismo venatorio, sano, cosciente e magari anche ricco.

TORNA INDIETRO