Egregio Direttore, in riferimento all’articolo “I LUNEDI’ DEL DIRETTORE Quando manca un coordinamento di Valle…” del 15 marzo u.s. e all’isterica replica del consigliere comunale di minoranza al Comune di Villalago Fernando Gatta, vorrei fare delle dovute considerazioni. Condividendo interamente quello da Lei dichiarato sul problema dell’identità politica degli schieramenti e sulla difficoltà della riuscita di uno dei candidati, vorrei essere “… mi permetta …” un pochino più ottimista. Gli oltre 500 candidati che si contenderanno i 24 posti da consigliere sono spalmati quasi omogeneamente su tutto il territorio provinciale. È vero ci sono delle leggere differenze da collegio a collegio, ma sicuramente il nostro (Sulmona-Scanno) non è quello messo peggio. L’importante è votare chi ha maggiori probabilità di riuscita e quindi quelle liste che all’interno dei due maggiori schieramenti prenderanno più consiglieri. In caso di vittoria, secondo il mio modesto parere supportato da tre legislature in Provincia, queste liste prenderanno dagli 8 agli 11 consiglieri sui 14 spettanti alla maggioranza ed altrettanto proporzionalmente accadrà per la minoranza. I rimanenti consiglieri andranno ai restanti partiti e ben poco rimarrà alle liste di appoggio o liste civiche, basta tener presente che nella scorsa legislatura solo una fu premiata con l’elezione di un consigliere. Cosa ben diversa è quando ci si candida contro qualcuno o per contarsi,

quando si dichiara che il proprio progetto politico è quello di fare “la minoranza alla maggioranza e la minoranza alla minoranza” e purtroppo ciò avviene anche all’interno di piccoli comuni come i nostri, quando si assale qualcuno solo per il gusto di far piacere a qualcun altro o ancor peggio quando ci si “vende” al di fuori del proprio ambito territoriale politico di appartenenza. Allora sì che si perseguono esclusivamente dei “benefici personali”. Per il resto posso ricordare il buon lavoro svolto dall’amministrazione provinciale presieduta dal dott. Palmiero Susi. In nove anni, che vanno dal 1995 al 2004, sono state realizzate tantissime opere, prima tra tutte la variante di Anversa, ma è stata indubbiamente resa più sicura  la viabilità, che adesso non è più tale. È stato garantito il funzionamento regolare degli impianti sciistici di Scanno, che hanno rivisto la ripartenza solo negli ultimi mesi e sicuramente non per l’interessamento dell’attuale amministrazione provinciale uscente di centro-sinistra che, invece, ha preferito, nei suoi 6 anni di amministrazione che stranamente coincidono con il periodo di chiusura degli impianti da sci, investire in altri territori e situazioni. In ultimo un caloroso ringraziamento a tutti coloro che in questi 15 anni mi hanno permesso, grazie al loro consenso, di essere eletto al Consiglio Provinciale de L’Aquila in rappresentanza di questo territorio per ben 3 legislature. Grazie.

 

Non che le campagne elettorali siano mai stati esercizi di stile. Ma credo che molti, come me, si stiano domandando quanto in fondo si possa andare per cercare il consenso, quanto si possa speculare sui drammi e cercare di suscitare i sentimenti meno nobili, pur di muovere un voto. Terremotati fotografati e confrontati, scambi di accuse con toni da stadio, strumentalizzazione di movimenti spontanei di cittadini che da quasi un anno vivono in una città fantasma, oppure sono stati costretti ad andarsene. E un silenzio assordante su quali prospettive si vogliono dare a questo territorio, quali idee si vogliono mettere concretamente in campo. Parole di incoraggiamento per spingere gli elettori in cabina, ma nessun progetto per i cittadini. Al di là dei movimenti di pancia da suscitare nel popolo elettore, il rischio che si corre è di allontanare sempre più le persone da quello che sembra un teatrino distante, e non il luogo dove si prendono scelte che hanno importanza quotidiana per le nostre comunità. Ci sono domande a cui noi tutti possiamo provare a dare risposta, tornando ad essere protagonisti della nostra storia e del nostro territorio: non siamo solo numeri di un sondaggio o dati auditel. Cosa si farà con le C.A.S.E., su tutto il territorio,

una volta di nuovo disponibili? C’è un progetto coerente, che parta subito, o resteranno luoghi fantasma? Cosa si costruirà sopra le rovine crollate con il terremoto, si potrà fare qualunque cosa oppure ci saranno dei criteri precisi? Ci sarà un controllo affinchè i nostri borghi non perdano la loro identità? Finirà come con il terremoto del 1984, per il quale alcuni interventi non sono ancora stati completati? Come sarà fatta la programmazione degli interventi, come si garantirà la trasparenza delle scelte, degli affidamenti, e la qualità delle ristrutturazioni o nuove costruzioni? Anche da un’esperienza drammatica come il terremoto le nostre amministrazioni e collettività hanno qualcosa da imparare: le carriole sono il simbolo di tutto questo, tutti noi possiamo fare in modo che da questa sofferenza nasca una nuova stagione, in cui il significato più autentico di portare anche una sola carriola per la collettività prevalga su un degrado collettivo che ci fa passare la voglia di partecipare. Sta a noi scegliere: cosa stiamo aspettando?   Elettra Rinaldi Candidate alla Provincia per la lista “Al Centro con Stefania Pezzopane”