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Mercoledì 16 Dicembre 2009 - Il Santo del giorno: Beato Sebastiano Maggi, Sac. (Brescia
1414 - Genova 1496)
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Il tempo... ieri
una tregua alla
neve con pioggia
sottile
e intermittente
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LA GIORNATA DI IERI è stata caratterizzata da nuvole e nebbie che hanno frenato le nevicate e portato
pioggia mista a neve, che ha ridotto notevolmente il manto nevoso.
Temperature: massima 1,5° C; minima attuale, 0,05° C (ore 23,30). (Foto, Scanno sotto la neve)
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Lotta evasione fiscale: altri 2 comuni in Abruzzo
si alleano con le “Entrate”
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Premio Personalità Europea 2009
SEZIONE LAVORO
All’Introdacquese Filomena Pingue
Ieri a Roma in Campidoglio, Sala della Protomoteca, nell'ambito della XXXIX giornata d'Europa, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi Personalità Europea 2009 da parte del Centro Europeo per il Turismo. Nella sezione lavoro
un premio è stato assegnato alla carriera di donna imprenditrice a Filomena Pingue di
Introdacqua. Come mamma ha sempre avuto un sogno: creare un lavoro ai propri
figli. Lo ha realizzato con passione, determinazione, e grande dedizione al
lavoro. Auguri da parte di questo giornale on line alla signora Filomena, che
da alcuni anni sponsorizza il nostro giornale cartaceo, “Il Gazzettino della Valle del Sagittario”. (Nella foto: Filomena Pingue con Paolo Bonolis)
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“EFFETTO NEVE”
A SCANNO
SCANNO - La Fondazione Bizzarri, l’associazione “Insieme per il Centro Abruzzo e Scanno per i diritti e l’ambiente, hanno in calendario per i giorni 3 e 4 Gennaio 2010 la manifestazione “Effetto neve”
Domenica 3 Gennaio alle ore 16.00 nell'Auditorium G. Calogero a cura della
Libera Università dei Diritti Umani sarà presentato il libro "...Vola, Vola, Vola...!" presenzierà la Presidente dell’UNICEF Abruzzo Anna Maria Monti curatrice della realizzazione dell’opera.
“Il libro raccoglie le frasi, i disegni e le fotografie dei bambini delle
tendopoli.
Lunedì 4 Gennaio dalle ore 16.00 e dalle ore 21.30 nell'Auditorium G. Calogero SCANNONATURADOC FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO NATURALISTICO /EFFETTO NEVE
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Quella volta il Sentiero della Libertà finì in tragedia
Parla l’ultimo testimone
di Ezio Pelino
Mi confessa che avrebbe voluto incontrare Carlo Azeglio Ciampi quando, il 17 maggio 2001, il
Presidente era tornato a Sulmona, accolto da una piazza straripante di gente festosa, per la prima rievocazione di quel “Sentiero della libertà” che egli aveva percorso da giovane per ricongiungersi al Corpo di Liberazione
nazionale. Ma si dispiaceva ancora, un ictus , proprio il giorno prima, lo aveva fatto ricoverare in ospedale. Mario Colangelo, di Bugnara, è l’ultimo, o uno degli ultimi testimoni, di quelle epiche traversate. Il suo gruppo partì l’11 marzo del 1944, tredici giorni prima del gruppo di Ciampi e del suo amico
sulmonese Carlo Autiero. Mario aveva solo 18 anni, era un bracciante. I
fascisti e i tedeschi spadroneggiavano in paese, requisivano animali e mezzi, svaligiavano case,
insidiavano le donne. L’unica autorità positiva è il parroco che cerca di mitigare la brutalità degli occupanti. Anche se cappellano centurione della Milizia, organizza le traversate della Maiella,
tanto che per questa attività verrà arrestato dai tedeschi. Anche Ciampi e Guido Calogero frequentavano la canonica
per organizzare la loro traversata. Venivano da Scanno dove il filosofo era al “confino” perché antifascista. Una volta per sfuggire ad una incursione dei tedeschi, il parroco
li fece uscire di corsa da una porta secondaria. Mario si appassiona nel
ricordare quei tempi di barbarie. Voleva fuggire da quel clima oppressivo, dai
rastrellamenti, dalla fame, cercava nelle terre liberate una possibilità di vita libera e di lavoro. Racconta che quando partirono erano un piccolo gruppo, ma lungo la strada se ne
aggiungevano altri. Tanti. Quando presero a salire la montagna, erano due-trecento. Lui stava con il gruppo dei paesani, ma seppe
che con loro c’erano anche prigionieri alleati fuggiaschi. Li accompagnava una delle guide più attive di quelle spedizioni avventurose, Domenico Silvestri di Cantone (cfr. “Spaghetti e filo spinato”, trad. Liceo scientifico Sulmona, 2002). Era sera, intorno alle 20, quando nel
buio, silenziosamente, lasciarono il paese. Si avviarono verso la contrada Mastroiacovo. Ai piedi di Pacentro presero a salire in fila indiana. Si parlava poco, ognuno era assorto
nei suoi pensieri, che andavano alla famiglia, all’incognita dell’intrapresa. E poi bisognava risparmiare le energie. La destinazione era Fara S.Martino. In montagna trovarono la neve, ma non era alta, mentre la nebbia
era molto fitta. Non sa perchè non raggiunsero Fara, forse si smarrirono per la neve, che aveva preso a fioccare, per la nebbia e il buio: seguivano gli altri come fantasmi, muti, senza chiedere
spiegazioni. Scesero molto prima di Fara, per il vallone che porta a
Lettopalena. E qui si accorsero che erano in trappola, che erano finiti nelle mani del nemico. Attraverso la nebbia, si
intravedevano ai due lati del vallone le postazioni tedesche. Il silenzio si
fece glaciale. Anche da parte tedesca silenzio assoluto, nessuna reazione. Che
fare? Continuarono a scendere. Raggiunsero la strada. Guadarono un fiume, l’Aventino. Presero a salire per Lettopalena. Ma anche qui altre postazioni
nemiche. Quando raggiunsero dei grandi massi, proprio sotto Lettopalena, si scatenò l’inferno. I tedeschi, da ogni lato, presero a sparare con le mitragliatrici. Chi
scappava, chi si riparava dietro i massi, chi rispondeva al fuoco, alcuni italiani erano infatti armati. Molti saltarono sulle mine dei campi minati. All’inferno tedesco si aggiunse il fuoco incrociato degli inglesi che erano nelle
vicinanze. Chi può dire il numero dei morti e dei feriti? Mario si salvò facendosi scudo con una roccia. Fu fatto prigioniero. Nel tardo pomeriggio del 12 marzo, dopo oltre venti ore dalla partenza, si ritrovava con un centinaio di prigionieri in
uno stanzone, a Palena. I tedeschi li mettano in riga e li contano . Uno ogni dieci viene
fatto uscire dalla riga. Vengono presi dal terrore: è la decimazione. No, sono solo sadici, si divertono. Ora sono in marcia. Solo un
tozzo di pane duro tedesco nello stomaco. Attraverso la Forchetta di Palena,
raggiungono Rocca Pia, dove sostano per una sola notte. Si riparte per il campo
di concentramento di Fonte d’Amore. Vi rimangono una settimana. Con i camion vengono trasportati alle carceri giudiziarie di S. Agostino, a Teramo. Qui, sono prigionieri anche Mario Scocco, Alfredo Guadagnoli, Amedeo Liberatore, i
fratelli Madrigale, Vincenzo Celeste, Gino Ranalli e altri, di Sulmona. Dopo tre mesi di reclusione, le stesse guardie
fasciste - ormai i tedeschi stanno per ripiegare sulla linea Gotica - li fanno
fuggire e fuggono anche loro. Ma l’odissea di Mario non è finita. Deve mettersi in cammino per tornare al suo paese. Da Teramo fino a
Montorio al Vomano, di collina in collina, trovano presidi partigiani, ma la loro protezione te la devi guadagnare superando la loro diffidenza. I contadini non ti negano un pezzo di pane. Anzi.
Uno lo salva da una pattuglia tedesca dandogli prontamente una falce che lo fa
apparire un tranquillo lavoratore. Dall’alto delle colline vedono spesso carovane tedesche in ritirata. A Popoli, un
incontro incredibile, che gli allarga il cuore: sono i camion dei bersaglieri e
su uno di essi riconosce il compaesano Pasquale Nolfi. Ormai è a casa. E’ salvo. Ancora una ventina di chilometri, una passeggiata.
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