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Mercoledì 18 Novembre 2009 - Il Santo del giorno: Dedicazione delle basiliche dei Santi
Pietro e Paolo
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LETTERA
AL DIRETTORE
Di Ezio Pelino
Sig Direttore,
ora ricorre il giorno di quel 21 novembre 1943, quando tutta la popolazione di
Pietransieri che non era riparata alla “macchia”, donne, vecchi e bambini anche di pochi mesi, venne sterminata dai tedeschi.
Nel mucchio di cadaveri, solo una bambina si salvò. La madre le aveva fatto scudo con il suo corpo. In occasione delle ricorrenze
della strage, personaggi importanti della politica nazionale hanno rievocato
quella tragedia razionalmente inspiegabile e moralmente repellente, da Saragat
a Spadolini, da Scalfaro, a Veltroni, a Mancino. Ma le semplici, povere pagine di Italino
Oddis, guardia comunale della piccola frazione, restano le più vere e toccanti, testimoniano del dolore straziante di un padre e di un marito,
costituiscono un documento straordinario, storico e umano. Egli ha visto con i
suoi occhi la scena della tragedia che si è consumata da poco. Ha saputo da un paesano di cadaveri buttati davanti ad un
casolare. Si precipita sul posto: “Era buio e nebbioso e nel casolare non vidi nessuno; allora uscii fuori mi girai
intorno ed ecco che ad una trentina di metri dal casolare vidi uno spettacolo
orrendo; tutti i cadaveri riversati a terra a forma di cerchio intorno ad un
tronco di albero che non esisteva più, bruciato dallo scoppio di una mina. Piangevo ed il cuore mi diventò di pietra, le gambe mi tremavano ed affannosamente cercavo i miei, ma non
riuscivo a trovarli in quanto era molto buio.” Sopraggiungono alcuni degli uomini che erano alla macchia. Con il lume di uno
di loro, Oddis riesce a riconoscere il figlio Evaldo, in ginocchio con gli
occhi aperti, lo sguardo rivolto verso l’alto. “Gli presi la testa fra le mani, pareva volesse dirmi qualcosa ma una pallottola
gli aveva forato la tempia; l’abbracciai, lo baciai e ribaciai e lo stesi poco lontano dal cerchio; poi presi
mia moglie e la misi accanto a lui. L’altro mio piccolo bambino, Orlando, era sotto la madre in una pozza di sangue;
presi anche lui e lo stesi vicino alla madre e al fratello. Non mi usciva più una lacrima e tutti pensavano di dare sepoltura ai cadaveri. ”Il casolare antistante, che era pieno di foraggio, si incendia e illumina tutta
la zona. “Uno spettacolo indescrivibile”. In quel momento sentono che tornano “i tedeschi da tutti i lati sparando come pazzi”. Si danno alla fuga a valle, “ma prima di allontanarmi riabbracciai di nuovo mia moglie e i miei figli e li
baciai imbrattandomi di quel mio stesso sangue”. Oddis racconta dei morti rimasti insepolti per quattro mesi, non fu possibile,
infatti, dare loro sepoltura perchè il manto pietoso della neve li aveva ricoperti. Che i cannoni inglesi
continuarono a martellare la zona e un elicottero a sorvolare tutti i tutti i
giorni la Valle del Sangro e la terra di nessuno. Solo nella seconda quindicina
del mese di aprile, di notte, con tre amici, mentre uno di loro fa da sentinella per prevenire l’arrivo dei tedeschi, scavano una lunga fossa. Lavorano per otto notti. Depongono
i morti l’uno accanto all’altro, li coprono con “stracci di lenzuola” e con le tavole bruciacchiate del tetto della masseria, quindi li ricoprono con
la terra. Solo dopo aver sepolto tutte le salme, fuggono ad Ateleta, liberata
dagli alleati.
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Il tempo... ieri
giornata Ancora bella e calda
simile a quelle di primavera
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Un’estate di san Martino con tanta voglia di durare a lungo. Anche la giornata di ieri è stata bella e calda. Il sole novembrino ha emanato tutto il suo calore.
Temperature: massima 21,5° C; minima attuale, 10,00° C (ore 23,30). (Foto, panorama di Villalago)
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PER FESTEGGIARE IL CENTENARIO
DELLA NASCITA DI ENNIO FLAIANO
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LAVORI
DI VALORIZZAZIONE
DEL LAGO DI SCANNO
SCANNO - Proseguono senza sosta i lavori di “Valorizzazione” (così si legge nel tabellone!) del Lago di Scanno. I percorsi pedonabili al
semicerchio che racchiude le acque ai prati del lago e quelli lungo i due lati
del campo da tennis sono alla fase del posizionamento delle pietre di porfido.
Ribadiamo che secondo noi erano lavori da evitare, perché sono il segno di uno sperpero di denaro pubblico, perché non risolvono nessun problema di utilità e necessità pubblica. In poche parole, sono insensati. Il lago non è nè di Scanno, nè di Villalago, nè della Provincia, nè di altri enti, è, invece, un bene dell’Umanità e come tale andrebbe rispettato e non “valorizzato” con camminamenti di porfido per non far sporcare - come ha detto qualcuno - le
scarpe ai turisti.
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MOLTO A RILENTO
I LAVORI
DI RIFACIMENTO
DELLA PIAZZA
DI VILLALAGO
VILLALAGO - Proseguono molto a rilento i lavori di rifacimento della pavimentazione della
Piazza Celestino Lupi. Essi sono iniziati ai primi di ottobre e la riconsegna
era stata fissata per il 31 dello stesso mese. Saranno stati i giorni di
pioggia, saranno stati i pochi operai, il fatto è che i lavori non sono ancora alla metà dell’opera e che ci vorranno ancora molti giorni prima che la Piazza vengano
ultimati. Il progetto è del tecnico comunale, Luigi Nassi. L’importo del contratto dei lavori è di 74mila euro. La ditta esecutrice è la Gea Group di Guardiagrele.
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Per Introdacqua Libera
“Come muoiono gli eroi”
di Fernando Ventresca
Una legenda degli indiani d’America racconta che quando Manitù dio delle praterie, chiama i suoi figli alla fine della propria vita terrena,
gli uomini e le donne delle tribù Sioux e Dakota si incamminano verso le montagne sacre, dove abita il proprio
dio, per incontrarlo nel walalla.
Quando sentono che la loro vita sta venendo meno, si appartano non solo con la
mente, ma ripercorrono tutta la loro esistenza, fatta di uomini e donne fiere
ed orgogliose della propria identità, semplice ma nello stesso tempo nobile, percorrono quella strada quasi sempre
senza ritorno, vanno praticamente a morire, senza dare troppo fastidio, senza
lamentarsi, senza rancori, senza rumore, il rumore invece che si ascolta è solo quello del vento delle prateria, che pulisce ogni cosa ed ogni circostanza
di vita terrena.
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