AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Il direttore di questo giornale on line, dal 28 Maggio al 5 Giugno, sarà in Francia, in visita alla città di Parigi. Pertanto le notizie di cronaca risentiranno della sua assenza. La
redazione provvederà, comunque, a pubblicare i vostri interventi se questi arriveranno al giornale.
Ci scusiamo per l’inconveniente.
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PER LA VALLE PELIGNA
MANIFESTAZIONE TERRITORIALE
Sulmona - Martedì 9 Giugno
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Si ri…..parte per
IL SENTIERO DELLA LIBERTÀ / FREEDOM TRAIL
nei giorni 18-19-20 settembre
SULMONA - CAMPO DI GIOVE - TARANTA PELIGNA - CASOLI
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LETTERA AL DIRETTORE di Ezio Pelino
Sig Direttore,
c’è da domandarsi se l’Italia è ancora un paese democratico, prima che sia troppo tardi. Tutto il potere mediatico e gran parte
di quello politico ed economico è nelle mani di un solo uomo. Le voci libere sono ormai poche. Qualche giornale e
qualche programma televisivo. Scoppiano i casi Mills e Noemi. Tutta la stampa estera è scandalizzata, le nostre televisioni sono, invece, distratte. La gente sa
quello che le tv di Stato e Mediaset vogliono che sappia. A L’Aquila, fra gli sfollati il consenso comincia a venir meno. Le promesse sono
state tante, ma il decreto delude. Prevede la ricostruzione della prima casa a totale carico dello Stato,
ma senza soldi nel decreto. Le case dei non residenti, senza contributi pubblici, rischiano di rimanere allo stato di macerie per decenni.
In occasione della visita di Berlusconi del 29 maggio, il “Comitato 3,32” ha issato un cartellone davanti alla scuola della Guardia di Finanza per
chiedere adeguati stanziamenti. Le forze dell’ordine hanno immediatamente fatto rimuovere il cartellone e quattro pacifici
manifestanti sono stati identificati. Gli sfollati devono solo essere grati al
grande capo e non disturbare. Ma non vengono tacitati solo gli sfollati, anche i premi Nobel. Il grande scrittore portoghese José Saramago, che dalle Canarie non smette di interessarsi del nostro Paese, non
potrà pubblicare il suo ultimo libro in Italia. L’ Einaudi, la grande, gloriosa casa editrice che ha segnato la cultura italiana
dal dopoguerra, da Pavese e da Calvino ad oggi, è nelle mani di Berlusconi. Il libro di Saramago non sa da fare perché l’autore si permette di criticare il nostro presidente ed esprimere le sue preoccupazioni sul nostro futuro democratico. Ma queste non sono le prime
censure dell’Einaudi. La stessa editrice ha rifiutato altre opere di critica a Berlusconi,
dalle poesie politiche postume di Giovanni Raboni al “Duca di Mantova” di Franco Cordelli, sino al “Corpo del capo” di Marco Belpoliti. Ad maiora.
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“NO ALLA SECESSIONE MA RESTARE UNITI PER VINCERE LE SCOMMESSE DEL FUTURO”
di Fernando Ventresca - Introdacqua Libera
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MI CORRE L’OBBLIGO DI DOVER SPIEGARE l’articolo che la redazione di questo giornale online www.valledelsagittario.it
gentilmente mi ha pubblicato il giorno 20 maggio scorso in cui ho fatto una
serie di considerazioni basate su una analisi delle realtà territoriali e delle scelte che economicamente sono più vantaggiose per la Valle Peligna, che dovrebbe guardare al di là del proprio naso, a cui ha fatto seguito altro articolo simile nei contenuti il
23, tre giorni dopo il mio, dove ho constatato la somiglianza delle aspettative
di un Comitato locale, che propone anche e diversamente dalle mie proposte una “ secessione “ politica del comprensorio peligno, e quindi un passaggio dalla Provincia delL’Aquila a quella di Pescara.
Ebbene anche un modesto articolo del sottoscritto se ha raccolto l’attenzione di tanta gente alla crisi economica locale, che ormai ha raggiunto
limiti di guardia nella Valle Peligna, vorrà dire di aver colpito nel segno, e cioè guardare aldilà del muro culturale che da sempre penalizza questo comprensorio.
Ma le riflessioni e proposte del mio articolo non nascono come alternativa alla
politica locale, vuole invece essere rivolta ad una iniziativa che stimoli
coloro che guardano unicamente il solo perimetro catastale dei propri paesi e
orticello privato.
Perché gli eletti rappresentano nel bene e nel male la nostra faccia migliore, piaccia
o non piaccia, e rappresentano la giusta informazione o disinformazione dei
cittadini per queste problematiche, e allora non prendiamocela con gli
Onorevoli, e tanto meno con il “ riformismo o con il populismo “ presenti nel bipolarismo, i drammi della Valle Peligna, cari amici del Comitato
di secessione, sono nostri di semplici cittadini e cominciano da quando andiamo
a votare.
Non facciamoci più confondere dal compare, dal cugino, dal nipote o dall’amico di famiglia che ci consiglia di votare per “ Antonio La Trippa “, che poi dopo l’elezioni rappresenta a mala pena se stesso, figuriamoci se poi può rappresentare gli interessi collettivi.
Siamo oblerati da tanti amministratori fatti in casa come le migliori specialità culinarie locali, ma non bastano queste garanzie di notorietà e popolarità familiare per il consenso e voto elettorale di qualità, e concedere a questi sempre e comunque dei nostri concittadini l’onore di amministrarci, perché sin dal primo giorno si evidenziano poche idee, scarsa capacità di sintesi delle problematiche dei propri luoghi di appartenenza, e mancanza di
proposte serie e valide per far crescere l’economia del comprensorio, ognuno per la propria parte politica e comunità che rappresenta.
Mi è capitato di assistere a delle riunioni di amministratori e cittadini
localmente, e un amministratore proponeva come idea di sviluppo economico per
il comprensorio le “ sagre popolari “ dove si mangia di tutto e di più, francamente per un attimo ho peccato di presunzione ma una risatina non tanto
celata mi è scappata, perché mi sono chiesto: “ ma come si può credere che le abbuffate pantagrueliche possano essere il volano e lo sviluppo economico dei paesi della Valle Peligna “ ?
Perché è arcinoto che “ l’economia quotidiana è a lungo termine “ non aumenta, per un buon bicchiere di vino e un buon piatto di cotiche e
fagioli o in alternativa le pennette all’arrabbiata piatti tipici della buona cucina locale, ma l’unica cosa che fanno aumentare è il tasso di colesterolo nel sangue !
Anche se poi chiaramente fa sempre piacere stare con gli amici per le strade e i
borghi dei nostri bei paesi a gustare questi ottimi piatti, ma certo non
facilmente digeribili con una proposta di degustazione giornaliera.
La politica invece è un’altra cosa, è quella attività di dialogo con la gente e di maturazione culturale personale, che per essere di
qualità deve avere una certa vocazione naturale ed elasticità mentale del singolo, e come ogni attività umana non è alla portata di tutti, allora se da un lato vi sono gli eletti che fanno “ ordinaria amministrazione “ che è alla portata dei tanti, vedi i commissari ad acta i quali ben svolgono la loro
attività di amministrazione senza gli amministratori eletti in carica; dall’altra ci sono i politici che si riconoscono dal loro linguaggio con cui si
rivolgono alla gente, sono coloro che hanno il coraggio di osare, di metterci
la faccia come si suol dire, sono coloro che vanno da soli contro l’ignoto delle politichette locali, fieri e forti delle proprie idee, e questi
sono i capi massa che non temono nulla se hanno come riferimento anche l’altro valore per diventare grandi generali “ l’umiltà “.
Per cui cari amici del Comitato di secessione se il mio articolo del 20 maggio
scorso ha contribuito ha galvanizzarvi, mi può far piacere, ma non è passata neanche minimamente nella mia mente l’idea di fare una proposta di secessione politica dalla Provincia delL’Aquila, le mie intenzioni erano e sono per una economia che vada aldilà del comprensorio e dialoghi con altre comunità nell’interesse reciproco, ma non è necessaria una provocazione come quella già ascoltata da altri amministratori che volevano passare alla Regione Molise, le
quali affermazioni non certo mettono in buona luce quel modo di amministrare,
perché probabilmente rappresenta una “economia statica“ e quindi ferma, invece se si possono creare altre economie oltre il
regionalismo e il provincialismo, in aggiunta all’economia esistente perché no !
Non sono questi buoni motivi per cambiare Provincia perché il dramma è proprio “nell’autocritica” che non viene mai fatta dagli amministratori che invece dovrebbero dare alle
domande dei cittadini delle risposte certe e veloci, in linea con il nuovo
concetto di “dinamismo economico“.
Per cui cari amici giovedi sera non sarò con voi a Piazza Garibaldi a Sulmona, perché credo che senza i referenti politici da noi scelti e da noi stimolati con
proposte chiare, non faremo molta strada, certo non bisogna fare sconti a
nessuno, difatti penso che per una democrazia partecipata siamo noi cittadini
residenti che dobbiamo indicare la strada che vogliamo percorrere per creare
anche un’altra economia in alternativa e privilegiata, che non sconfessi l’attuale sistema industriale, e che ben venga tutto ciò che aiuti la Valle Peligna a risollevarsi magari anche con l’istituzione della Zona Franca Urbana.
In quel senso quindi dobbiamo far sentire la nostra voce forte e il nostro peso
elettorale, magari non continuando a sbagliare e votare candidati non
conosciuti e che oggettivamente non potranno rappresentarci, perché non conoscono le aspirazioni della nostra parte di territorio provinciale, che
si presta ad una visione diversa da altri luoghi non comuni.
L’invito quindi che faccio ai cittadini Peligni è quello di andare a votare in massa domenica prossima, tranquillamente e
serenamente, restando fermi sulle posizioni di chi ha chiaro che solo uniti si
vince, con il centro destra e con il centro sinistra locale, perché il problema non è “ questa o quella provincia “, ma quale parte del territorio regionale vogliamo esplorare, e quale strada
economica relativa vogliamo percorre insieme aldilà del localismo.
Auguri Valle Peligna !
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