AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Il direttore di questo giornale on line, dal 28 Maggio al 5 Giugno, sarà in Francia, in visita alla città di Parigi. Pertanto le notizie di cronaca risentiranno della sua assenza. La redazione provvederà, comunque, a pubblicare i vostri interventi se questi arriveranno al giornale. Ci scusiamo per l’inconveniente.

 
PER LA VALLE PELIGNA
MANIFESTAZIONE TERRITORIALE
Sulmona - Martedì 9 Giugno
IL TERREMOTO DEL 6 APRILE ha prodotto tragiche conseguenze sia sulle persone che sul patrimonio abitativo e storico culturale, nonché sull’intero tessuto economico del territorio. La Valle Peligna è stata colpita direttamente nel suo patrimonio abitativo e storico culturale, come testimoniano le verifiche effettuate dalle squadre di tecnici della Protezione civile, e soffre del riflesso negativo che le conseguenze del sisma stanno determinando sull’intera economia provinciale, a causa della distruzione del Capoluogo di Regione. La crisi economica, che la nostra zona stava già attraversando a causa della chiusura di molte attività industriali e di servizio, è oggi ulteriormente aggravata.
Per questo chiediamo:
1. l’inserimento dei Comuni dell’area Peligna che ne hanno diritto nell’elenco dei Comuni terremotati, affinché si dia una risposta equa, solidale e proporzionale ai danni e disagi effettivamente subiti dalla popolazione locale e oggettivamente rilevati;
2. l’effettivo coinvolgimento delle aziende, imprese artigianali, commerciali, industriali e di servizio, unitamente ai professionisti e alle forze lavorative del territorio sia nella fase dell’emergenza che della ricostruzione;
3. l’istituzione di una Zona Franca nella Valle Peligna, già dichiarata più volte area di crisi, con la previsione di particolari agevolazioni fiscali, contributive e creditizie, in favore degli operatori economici di tutti i settori;
4. la definizione dell’accordo di programma individuato nel
protocollo d’intesa sulla Valle Peligna, siglato con il Ministero dello Sviluppo Economico;
5. l’inserimento dell’intero territorio nell’obiettivo convergenza (ex obiettivo 1) così da facilitare l’insediamento di nuove attività  imprenditoriali ed il mantenimento delle attuali.
Invitiamo tutti i cittadini, le forze politiche, sindacali e di categoria, gli ordini professionali, le associazioni e le rappresentanze istituzionali ad aderire e partecipare alla manifestazione e sostenere in ogni sede le presenti richieste.

Programma:
- Concentramento a Sulmona in Piazza Carlo Tresca alle ore 17.30.
- Corteo per le vie della città.
- Interventi dei rappresentanti istituzionali in piazza XX Settembre alle ore 19.00.

Il comitato organizzatore:
Comuni di Anversa degli Abruzzi, Bugnara, Campo di Giove, Cansano, Cocullo, Corfinio, Introdacqua, Pacentro, Pettorano Sul Gizio, Pratola Peligna, Prezza, Raiano, Roccacasale, Scanno, Sulmona, Villalago, Vittorito, Comunità Montana Peligna.

per la consegna delle firme, e-mail: dinisi[chiocciola]libero.it
 
Si  ri…..parte  per
IL SENTIERO DELLA LIBERTÀ / FREEDOM TRAIL
nei giorni 18-19-20 settembre
SULMONA - CAMPO DI GIOVE - TARANTA PELIGNA - CASOLI
SULMONA - La IX edizione della Marcia Internazionale Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail/Freiheitsweg/Chemin de la Liberté, sospesa a causa del terremoto, avrà luogo nei giorni 18-19-20 settembre (venerdì-sabato-domenica), con la riapertura delle scuole.
La realizzazione della Marcia, programmata in precedenza per i giorni 24-25-26 aprile 2009, vuole essere segno di speranza e di solidarietà perché le nostre popolazioni, ferite dal sisma del 6 aprile, abbiano la forza di risollevarsi e di reagire  alle calamità, provocate dalla natura o dagli uomini.
Anche la presentazione del libro, “E si divisero il pane che non c’era”, prevista in precedenza per il 18 aprile, avrà luogo SABATO 5 Settembre 2009 ore 18.00, all’Auditorium di Palazzo dell’Annunziata, in corso Ovidio.

Per informazioni: prof.ssa Adelaide Strizzi (cell. 3492670922); sig. Tonino Cicerone (cell. 3484168194).
Ass. Cult. “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”
c/o Liceo Scientifico Statale “Fermi” – Sulmona
 

LETTERA AL DIRETTORE    di Ezio Pelino

Sig Direttore,
c’è da domandarsi se l’Italia è ancora un paese  democratico, prima che sia troppo tardi. Tutto il potere mediatico e gran parte di quello  politico ed economico è nelle mani di un solo uomo. Le voci libere sono ormai poche. Qualche giornale e qualche programma televisivo. Scoppiano i casi Mills e Noemi.  Tutta la stampa estera è scandalizzata, le nostre televisioni sono, invece, distratte. La gente sa quello che le tv  di Stato e  Mediaset vogliono che sappia.  A L’Aquila, fra gli sfollati il consenso comincia a venir meno. Le promesse sono state tante, ma il decreto  delude. Prevede la ricostruzione della prima casa a totale carico dello Stato, ma senza soldi nel decreto. Le case dei non residenti, senza  contributi pubblici, rischiano di rimanere allo stato di macerie per decenni. In occasione della visita di Berlusconi del 29 maggio, il “Comitato 3,32” ha issato un cartellone davanti alla scuola della Guardia di Finanza per chiedere  adeguati stanziamenti. Le forze dell’ordine hanno immediatamente fatto rimuovere il cartellone e quattro pacifici manifestanti sono stati identificati. Gli sfollati devono solo essere grati al grande capo e non disturbare. Ma non vengono tacitati  solo gli sfollati,  anche i premi Nobel. Il grande scrittore portoghese José Saramago, che dalle Canarie non smette di interessarsi del nostro Paese, non potrà pubblicare il suo ultimo libro in Italia. L’ Einaudi, la grande, gloriosa casa editrice che ha segnato la cultura italiana dal dopoguerra, da Pavese e da  Calvino  ad oggi,  è nelle mani di Berlusconi. Il libro di Saramago non sa da fare perché l’autore si permette di criticare il nostro presidente ed esprimere  le sue preoccupazioni sul nostro futuro democratico. Ma queste non sono le prime censure dell’Einaudi. La stessa editrice ha rifiutato altre opere di critica a Berlusconi, dalle poesie politiche postume di Giovanni Raboni al “Duca di Mantova” di  Franco Cordelli, sino al “Corpo del capo” di Marco Belpoliti. Ad maiora.

 
“NO ALLA SECESSIONE MA RESTARE UNITI PER VINCERE LE SCOMMESSE DEL FUTURO”
di Fernando Ventresca - Introdacqua Libera
 MI CORRE L’OBBLIGO DI DOVER SPIEGARE l’articolo che la redazione di questo giornale online www.valledelsagittario.it gentilmente mi ha pubblicato il giorno 20 maggio scorso in cui ho fatto una serie di considerazioni basate su una analisi delle realtà territoriali e delle scelte che economicamente sono più vantaggiose per la Valle Peligna, che dovrebbe guardare al di là del proprio naso, a cui ha fatto seguito altro articolo simile nei contenuti il 23, tre giorni dopo il mio, dove ho constatato la somiglianza delle aspettative di un Comitato locale, che propone anche e diversamente dalle mie proposte una “ secessione “ politica del comprensorio peligno, e quindi un passaggio dalla Provincia delL’Aquila a quella di Pescara.
 Ebbene anche un modesto articolo del sottoscritto se ha raccolto l’attenzione di tanta gente alla crisi economica locale, che ormai ha raggiunto limiti di guardia nella Valle Peligna, vorrà dire di aver colpito nel segno, e cioè guardare aldilà del muro culturale che da sempre penalizza questo comprensorio.
 Ma le riflessioni e proposte del mio articolo non nascono come alternativa alla politica locale, vuole invece essere rivolta ad una iniziativa che stimoli coloro che guardano unicamente il solo perimetro catastale dei propri paesi e orticello privato.
 Perché gli eletti rappresentano nel bene e nel male la nostra faccia migliore, piaccia o non piaccia, e rappresentano la giusta informazione o disinformazione dei cittadini per queste problematiche, e allora non prendiamocela con gli Onorevoli, e tanto meno con il “ riformismo o con il populismo “ presenti nel bipolarismo, i drammi della Valle Peligna, cari amici del Comitato di secessione, sono nostri di semplici cittadini e cominciano da quando andiamo a votare.
 Non facciamoci più confondere dal compare, dal cugino, dal nipote o dall’amico di famiglia che ci consiglia di votare per “ Antonio La Trippa “, che poi dopo l’elezioni rappresenta a mala pena se stesso, figuriamoci se poi può rappresentare gli interessi collettivi.
 Siamo oblerati da tanti amministratori fatti in casa come le migliori specialità culinarie locali, ma non bastano queste garanzie di notorietà e popolarità familiare per il consenso e voto elettorale di qualità, e concedere a questi sempre e comunque dei nostri concittadini l’onore di amministrarci, perché sin dal primo giorno si evidenziano poche idee, scarsa capacità di sintesi delle problematiche dei propri luoghi di appartenenza, e mancanza di proposte serie e valide per far crescere l’economia del comprensorio, ognuno per la propria parte politica e comunità che rappresenta.
 Mi è capitato di assistere a delle riunioni di amministratori e cittadini localmente, e un amministratore proponeva come idea di sviluppo economico per il comprensorio le “ sagre popolari “ dove si mangia di tutto e di più, francamente per un attimo ho peccato di presunzione ma una risatina non tanto celata mi è scappata, perché mi sono chiesto: “ ma come si può credere che le abbuffate pantagrueliche  possano essere il volano e lo sviluppo economico dei paesi della Valle Peligna “ ?
 Perché è arcinoto che “ l’economia quotidiana è a lungo termine “ non aumenta, per un buon bicchiere di vino e un buon piatto di cotiche e fagioli o in alternativa le pennette all’arrabbiata piatti tipici della buona cucina locale, ma l’unica cosa che fanno aumentare è il tasso di colesterolo nel sangue !
 Anche se poi chiaramente fa sempre piacere stare con gli amici per le strade e i borghi dei nostri bei paesi a gustare questi ottimi piatti, ma certo non facilmente digeribili con una proposta di degustazione giornaliera.
 La politica invece è un’altra cosa, è quella attività di dialogo con la gente e di maturazione culturale personale, che per essere di qualità deve avere una certa vocazione naturale ed elasticità mentale del singolo, e come ogni attività umana non è alla portata di tutti, allora se da un lato vi sono gli eletti che fanno “ ordinaria amministrazione “ che è alla portata dei tanti, vedi i commissari ad acta i quali ben svolgono la loro attività di amministrazione senza gli amministratori eletti in carica; dall’altra ci sono i politici che si riconoscono dal loro linguaggio con cui si rivolgono alla gente, sono coloro che hanno il coraggio di osare, di metterci la faccia come si suol dire, sono coloro che vanno da soli contro l’ignoto delle politichette locali, fieri e forti delle proprie idee, e questi sono i capi massa che non temono nulla se hanno come riferimento anche l’altro valore per diventare grandi generali  “ l’umiltà “.
 Per cui cari amici del Comitato di secessione se il mio articolo del 20 maggio scorso ha contribuito ha galvanizzarvi, mi può far piacere, ma non è passata neanche minimamente nella mia mente l’idea di fare una proposta di secessione politica dalla Provincia delL’Aquila, le mie intenzioni erano e sono per una economia che vada aldilà del comprensorio e dialoghi con altre comunità nell’interesse reciproco, ma non è necessaria una provocazione come quella già ascoltata da altri amministratori che volevano passare alla Regione Molise, le quali affermazioni non certo mettono in buona luce quel modo di amministrare, perché probabilmente rappresenta una “economia statica“ e quindi ferma, invece se si possono creare altre economie oltre il regionalismo e il provincialismo, in aggiunta all’economia esistente perché no !
 Non sono questi buoni motivi per cambiare Provincia perché il dramma è proprio “nell’autocritica” che non viene mai fatta dagli amministratori che invece dovrebbero dare alle domande dei cittadini delle risposte certe e veloci, in linea con il nuovo concetto di “dinamismo economico“.
 Per cui cari amici giovedi sera non sarò con voi a Piazza Garibaldi a Sulmona, perché credo che senza i referenti politici da noi scelti e da noi stimolati con proposte chiare, non faremo molta strada, certo non bisogna fare sconti a nessuno, difatti penso che per una democrazia partecipata siamo noi cittadini residenti che dobbiamo indicare la strada che vogliamo percorrere per creare anche un’altra economia in alternativa e privilegiata, che non sconfessi l’attuale sistema industriale, e che ben venga tutto ciò che aiuti la Valle Peligna a risollevarsi magari anche con l’istituzione della Zona Franca Urbana.
 In quel senso quindi dobbiamo far sentire la nostra voce forte e il nostro peso elettorale, magari non continuando a sbagliare e votare candidati non conosciuti e che oggettivamente non potranno rappresentarci, perché non conoscono le aspirazioni della nostra parte di territorio provinciale, che si presta ad una visione diversa da altri luoghi non comuni.
 L’invito quindi che faccio ai cittadini Peligni è quello di andare a votare in massa domenica prossima, tranquillamente e serenamente, restando fermi sulle posizioni di chi ha chiaro che solo uniti si vince, con il centro destra e con il centro sinistra locale, perché il problema non è “ questa o quella provincia “, ma quale parte del territorio regionale vogliamo esplorare, e quale strada economica relativa vogliamo percorre insieme aldilà del localismo.
Auguri Valle Peligna  !
 
 
VENERDI’ 5 GIUGNO 2009 
san Bonifacio vescovo e martire