Il tempo che fa
Giornata grigia
e piovigGinosa

la giornata di ieri è stata caratterizzata da nuvole e piogge continue, anche se di scarsa intensità. La giornata oltre che umida è stata alquanto fredda.
Temperatura leggermente in calo a causa di correnti fredde:
massima 10,5 C; minima 6,5 C (ore 23,00).
 
Turismo in Abruzzo e nella nostra Valle
continuano le disdette per il periodo estivo
E’ stata una Pasqua amara, non solo per il sisma, ma anche per la mancanza di presenze turistiche nella costa e nell’entroterra abruzzese. Se non cambia la situazione anche la prossima estate sarà amara. A dirlo è Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo. Sabato scorso  le associazioni degli operatori turistici hanno avuto un incontro con l’assessore regionale al turismo Mauro Di Dalmazio. E’ stato concordato di partire subito con una campagna di marketing e informazione per far capire al mondo intero che l’Abruzzo è in piedi. Le disdette sono arrivate non solo dall’Europa ma anche dall’America e dagli altri Paesi. E’ necessario quindi che la campagna d’informazione, fatta sui grandi mezzi d’informazione nazionali e internazionali, faccia capire a tutti che solo alcuni paesi della provincia dell’Aquila sono stati colpiti dal terremoto, mentre tutto il resto dell’Abruzzo, sia costiero, sia montano, è pronto a ricevere gli eventuali turisti.
 
Verificata l’agibilità di sei mila edifici colpiti dal sisma
UNA COMMISSIONE DI ESPERTI PER ACCERTARE
L’inserimento dei Comuni esclusi dal decreto Bertolaso
Sono 5.945 le verifiche degli edifici interessati dal sisma in Abruzzo e il 57% di queste sono agibili. Ad oggi sono 545 le squadre composte da tecnici e da Vigili del Fuoco, impegnate nelle verifiche. Per il resto, i dati parlano di un 18% di edifici temporaneamente inagibili ma ripristinabili con interventi d'urgenza e di un 3% di edifici solo parzialmente inagibili e sempre un 3% di edifici da sottoporre a ulteriore verifica. Il 17% e' invece inagibile. Dopo le polemiche e i risentimenti dei Comuni esclusi dal
decreto Bertolaso lo stesso sottosegretario in visita a Sulmona ha comunicato che sara' una commissione di esperti a valutare l'inserimento nella lista dei Comuni terremotati, finora esclusi. Quelli che hanno subito danni, ha spiegato, dovranno presentare tutta la documentazione relativa alle conseguenze provocate dal sisma ed la commissione valutera' se possono essere inseriti nell'elenco contenuto del decreto.
 
Mercoledì riaprono le scuole dell’Istituto Comprensivo Valle del Sagittario
PROBLEMI PER GLI ALUNNI DI SCANNO
L’EDIFICIO SCOLASTICO E’ STATO DICHIARATO INAGIBILE
SCANNO - Mercoledì gli alunni dell’Istituto comprensivo “Valle del Sagittario” torneranno a scuola, Problemi per i ragazzi di Scanno.L’edificio scolastico di Viale del Lago (foto in alto) è stato dichiarato inagibile dai tecnici dei Vigili del Fuoco, in seguito al disastroso terremoto del 6 Aprile scorso. Sono state riscontrate lesioni alla scalinata interna e ad alcuni muri portanti, ritenute pericolose per l’incolumità degli alunni. Questo edificio era la vecchia scuola elementare, abbandonata dopo che i due ordini di scuola si sono trasferiti nella scuola media in Via degli Alpini. L’anno scorso la scala di fuga di questo istituto ha avuto un distacco dalla parete esterna e per questo è stato  necessario tornare di nuovo al vecchio edificio, che nel frattempo aveva cambiato destinazione, per essere adibito a museo. Con il terremoto anche questo non è più utilizzabile. La soluzione ipotizzata sembra che sia quella di trasferire la scuola nei locali del Distretto sanitario di Scanno. Intanto va verificato se le aule provvisorie sono idonee ad accogliere i ragazzi, se c’è un piano di evacuazione, se le scalinate e tutti gli impianti  sono a norma rispetto alle leggi sulla sicurezza. In questo specifico frangente forse la soluzione migliore è quella di allestire una tendopoli, con i ragazzi al sicuro. Si va verso la bella stagione e i disagi saranno sempre di meno. E’ trascorso più di un anno da quando la ex scuola media è stata abbandonata per il distacco della scala di servizio, In questi mesi non sono stati effettuati lavori di nessun genere. Tutto è rimasto come prima. E in questi giorni d’emergenza ci si accorge che le priorità dovevano essere date alla scuola.
 
Questa nostra sismica “suspense”

di Mario Setta
«La caratteristica principale della nostra esistenza è la “suspense”. Nessuno, assolutamente nessuno può sapere come andrà a finire.»
È un’affermazione di Saul Bellow, scrittore ebreo americano, premio Nobel. Ma è una riflessione che si attaglia perfettamente al momento esistenziale che stiamo vivendo in Abruzzo.  La parola inglese “Suspense”, derivante dal francese, quasi intraducibile in italiano,  è il termine che, forse, esprime meglio il nostro attuale stato d’animo. Noi, noi abruzzesi che abbiamo sperimentato il terremoto e continuiamo ad esserne angosciati, sappiamo che la vita e la morte sono appese ad un filo estremamente esile. Un filo che può spezzarsi in pochi secondi. Spesso, una pura casualità. Come è successo alle centinaia di  persone, passate dal sonno alla morte,  nella notte del primo giorno della Settimana Santa. In quei terribili venti secondi, tra le 3.32 e le 3.33.  Un tempo oggettivamente insignificante. Ma soggettivamente indelebile. Forse a questa dimensione del tempo pensava il grande storico  Fernand Braudel, quando diceva: “Il mio grande problema, l’unico problema… da risolvere… è mostrare che il tempo cammina a velocità differenti”.
Quei venti secondi hanno segnato la nostra vita. Un reality che non vedremo per televisione, anche se la televisione sembra essersi sostituita alla realtà. Perfino la descrizione degli effetti del terremoto, la tragedia psico-fisica vissuta dagli abruzzesi, le lacrime versate sulle bare dei poveri sventurati sono diventate oggetto di “audience”, di “share”.
Resta il problema dei problemi, la domanda più semplice e più difficile alla quale rispondere: “Siamo qui per vivere o per morire?”. Potrà sembrare strano, fors’anche iella, parlare serenamente, familiarmente di morte.
In una lettera al padre, Mozart trentunenne, scrive: “Sono entrato in tanta familiarità con questa amica sincera e carissima dell’uomo che la sua immagine non solo non ha per me più nulla di terrificante, ma mi appare addirittura molto tranquillizzante e consolante! E ringrazio il mio Dio di avermi concesso la fortuna di avere l’opportunità di riconoscere in essa la chiave della nostra vera felicità”.
Un filosofo materialista, Ludwig Feuerbach, ha scritto: “Filosofare significa morire, perciò solo la morte promuove l’uomo dottore in filosofia”. E Montaigne:  “Cicerone dice che il filosofare non è altro che prepararsi alla morte”.
Ma il tema della vita e della morte non è solo un problema filosofico. E’ il vero problema dell’uomo, di ogni  uomo di fronte al perché della vita e della morte. L’enigma
più angosciante dell’uomo. Un problema da affrontare o da rimuovere.
Un filosofo, tra i più grandi degli ultimi tempi, Friedrich Nietzsche, ammirato o ripudiato, si trovava a Nizza  il 23 febbraio 1887, mercoledì delle Ceneri, quando avvenne, di notte, un catastrofico terremoto, che provocò un migliaio di morti. Crollò anche la sua camera, ma lui restò illeso. Dopo aver girovagato per la città, tornò in camera per addormentarsi tranquillamente. Ne scrisse ad amici e parenti: «Questa notte, verso le 2 o le 3, gagliardo come sono, ho fatto un giro di ispezione nelle varie parti della città per vedere dove la paura era al massimo… Ho trovato tutti i miei amici e amiche che a ogni piccola scossa pensavano cupamente alla fine… Io ero l’unica persona serena tra larve strepitanti e petti ansimanti… A Nizza, comunque, l’epicentro del sisma non è stato sotto la terra ma nei sistemi nervosi.»
Chissà se oggi, a L’Aquila, la città che aveva idealizzato restandone deluso, si sarebbe comportato allo stesso modo. In una cartolina, indirizzata alla sorella Elisabeth, le aveva scritto da Terni, il 10 giugno1883: «E’ andata male! Lo scirocco ha inferto la sua spada fiammeggiante su L’Aquila! Quel posto non fa per me! Ho fatto ritorno qui a Terni con un male di testa violentissimo. Pioggia torrenziale. Adesso sono a letto! Domani proseguo per la Svizzera. Per ora non so dirti nulla di più preciso. Di cuore tuo fratello (davvero disperato, però!) ». La sorella Elisabeth ne aveva dato notizia alla madre: «Il buon Fritz è ripartito in fretta… per andare a vedere una cittadina  che ha in mente già da parecchio tempo, dove vorrebbe fermarsi  per un certo periodo. Temo soltanto che si tratti di un altro viaggio inutile... Se solo riuscisse a trovare qualcosa di buono! Ogni volta che gli va male si abbatte…»
Filosofi e scienziati, poeti e romanzieri si sono imbattuti con i perché della vita e della morte. Nella “Fenomenologia dello Spirito”, Hegel ricorre al linguaggio poetico: “Nella lucida purezza dei suoi momenti, una infelice anima bella… arde consumandosi in se stessa e dilegua qual vana caligine che si dissolve nell’aria”. Forse solo poeticamente si può esprimere il dileguarsi della vita. E che abbia tentato di farlo Hegel, uno dei  filosofi  più astrusi e complessi, è davvero esemplare. Molti scienziati non sono ricorsi alla filosofia o alla poesia. O alla Fede. Hanno, tuttavia, affrontato la vita e la morte, con coraggio. “Con eleganza”, come le ultime parole di Einstein.
 
 
Lunedi' 20 Aprile 2009 
s. Stanislao vescovo
Lago di Scanno, Lunedì di Pasqua ore 11,30