Il tempo che fa
cielo grigio
e correnti fredde

Alla candelora
dall’inverno siamo fora
Ancora una giornata nuvolosa. Poche aperture al sole. Tutto è stato grigio, con correnti fredde provieniente dal Nord. I giorni della merla sono stati abbastanza miti.
Le temperature di ieri: massima 10,9°C; minima -7,5°C (ore 23,30)
 
Voto unanime del Consiglio Provinciale dell'Aquila
contro l’abolizione delle province
Il 30 Gennaio scorso si è svolto il Consiglio Provinciale dell’Aquila che ha votato all’unanimità contro l’abolizione delle province. Con una adesione "pressoché totale all'iniziativa lanciata dall'Upi, venerdì 30 gennaio in tutta Italia i Consigli Provinciali si apriranno all'insegna del confronto sulle riforme e sul futuro assetto istituzionale del Paese". Voto unanime del consiglio provinciale dell'Aquila all’ODG . Il Presidente del Consiglio, Angelo Raffaele, nel discorso di apertura, ha rimarcato come la discussione sul modello di Paese "scivola e si confonde con la protesta sui costi della politica". “Ciò che sarebbe sicuramente utile - ha detto - e non più procrastinabile, è identificare con puntualità le competenze esclusive di ognuno e quindi il livello di governo che per dimensione può assolvere meglio a quella funzione evitando che tutti facciano tutto”. “La Provincia non è solo un confine, una targa
automobilistica o un cartello stradale – ha continuato Raffaele – prioritario per il futuro sarà quindi l’ individuazione delle funzioni fondamentali ed esclusive di Comuni, Province e Città Metropolitane e la scrittura di una nuova Carta delle Autonomie Locali coerente con il nuovo Titolo V della Costituzione". Alla riunione hanno partecipato diversi sindaci del territorio, fra cui quello di Avezzano Antonello Floris. Per l’occasione è stata presentata una pubblicazione dal titolo “La Provincia – Ente strategico per lo sviluppo locale” curata dal dirigente provinciale Tiziano Amorosi. Il volume in 198 pagine analizza funzioni, ruolo, organi, con l’aggiunta di un breve excursus storico.
E’ stato interamente realizzato dal personale della Provincia e rappresenta una novità editoriale perché è difficile trovare un volume che racchiuda in maniera esaustiva tutti gli aspetti di questo ente.
 
Scongiurato la chiusura
del tribunale di Sulmona
per almeno due anni

Nell’incontro dell’Unione delle Camere Penali, tenutosi a Milano, è stata scongiurata la chiusura del tribunale di Sulmona, perché nell’iminente futuro il
Governo non ha assolutamente intenzione di procedere alla riorganizzazione dei tribunali. Si è parlato di due anni di attesa. L’avv. Elisabetta Bianchi è entrata a far parte della Commissione dell’Unione camere penali che si occupa di monitorare le iniziative legislative in tema proprio di geografia giudiziaria. E questo è una garanzia per il futuro del tribunale di Sulmona. E’ intenzione di organizzare in questa città un’assemblea pubblica per sensibilizzare i politici e chi ne ha potere per il mantenimento del presidio giudiziario sulmonese.
 
Continua la "Guerra Parolaia"
Bordate “in maschera" da uno scannese che vive a Roma
VILLALAGO - Ho letto su "La Piazza", nella cronaca di ieri, lo scritto dello "Scannese che vive a Roma", che sigla il suo contributo con le seguenti due lettere maiuscole dell'alfabeto, N. P., con l'aggiunta tra parentesi: uno scannese che vive a Roma.
Ho una certa riluttanza a rispondergli, perché mi sembra (non essendosi presentato con la propria faccia) di scrivere ad un fantasma, ad una maschera. Sono costretto, purtroppo, a replicare (ne avrei fatto volentieri a meno!), perché dalle nostre parti si dice: "Chi tace, acconsente".
Il prof. Roberto Accivile, in risposta alla mia e-mail, in cui gli chiedevo il permesso di pubblicare la sua lettera al direttore, mi ha dato il suo assenso con queste testuali parole: "Se pensi che sia utile e che non ci insultino insieme con parenti e amici". Il timore è proprio questo. Spesso si è oggetti di cattive risposte", che imbrogliano le acque per paura della loro limpidezza, che potrà riflettere la propria immagine. Saper leggere, non significa solo saper associare i suoni dell'alfabeto, ma, soprattutto, saper comprendere e interpretare il testo del messaggio. Le accuse che questo signor "fantasma" fa alla mia persona sono gravi. Mi accusa di schierarmi in questa "guerra parolaia" contro l'amministrazione comunale, a favore dei miei parenti (Igino Mancini, non Marone) e, quale Villalaghese, di "seminare zizzania a Scanno". Spero che sia un giovane, a cui posso augurare una "crescita intellettuale"; se, invece, è un uomo maturo, posso solo esclamare: ahinoi! Caro signore, sono vent'anni che dirigo il "Gazzettino della Valle del Sagittario" ed ho sempre accolto i contributi di tutti, da qualsiasi parte politica
arrivino e, nello stesso tempo, ho cercato di dare valore ai nostri scrittori locali, per una letteratura democratica e non oligarchica, come succede in altri contesti. L'impegno editoriale è stato ed è tuttora di unire la Valle del Sagittario, in una dialettica comune, in modo che nessuno fosse accusato di "seminare zizzania" sui terreni altrui.
Personalmente, nei miei editoriali più volte sono entrato negli altri paesi e nessuno mai mi ha offeso, come ha fatto lei, dicendo: "ci mancava anche Villalago a seminar zizzania". Si rilegga per cortesia la cronaca sull'inaugurazione della seggiovia del 26 Gennaio scorso e leggerà di un "Villacchiano"  (è meglio, no!) che augura pace e prosperità a Scanno (le cronache non firmate son tutte del sottoscritto). E veniamo ai parenti. Igino Mancini non ha bisogno delle difese dello zio. Sa farlo da solo e ha anche la grande capacità di sopportare le offese altrui, prive di un costrutto serio, piagnucolose e ridicole. Io non sto né con la maggioranza, né con la minoranza. Io sto con Scanno, con chi ha buon senso, con chi sa affrontare e risolvere con la condivisione di tutti i suoi problemi.
La guerra parolaia, o scannese di Roma, finirà quando si smetterà di dividere in modo manicheo la comunità scannese e gli uni rispetteranno gli altri, con tutto quello che scrivono e fanno. Se poi è nella regia dei "capataz", aggredire e demonizzare gli avversari, ne avremo ancora per molto.  
Chiudo, esprimendo la mia amarezza e la mia piena solidarietà al sindaco, dr. Patrizio Giammarco, per gli atti vandalici a Colle Rotondo. (R. Grossi)
 
Alla nostra squadra di calcio Hope 2000 Scanno-Villalago
“UN BELL’ESAME DI COSCIENZA SERVE A TUTTI”
VILLALAGO - Sono diverse settimane, forse dall'inizio di questo campionato di terza categoria che continuo a leggere i risultati catastrofici della nostra squadra di calcio Hope 2000 Scanno-Villalago. Per uno come me che ha giocata per oltre vent'anni con il Villalago e poi con la Hope 2000, assistere a questi spettacoli (per modo di dire) e poi leggere di essi il lunedì, mi crea un certo sconforto. Quello visto ieri mi ha creato tanta di quella tristezza che non so quale aggettivo usare. Per prima cosa ho visto si una squadra giovane, ma soltanto perchè non c'era più nessuno da schierare. Si presume che i giovani diano più vivacità e che abbiano più voglia, invece vedevo gente con le mani ai fianchi, lenti, impacciati, fuori posizione, svogliati! Ma è questo il modo di presentarsi in campo. Ma è possibile che questi ragazzi non devono avere un minimo di rispetto per i colori che rappresentano e soprattutto per se stessi. Il sottoscritto è stato escluso da questa squadra causa l'impossibilità di frequentare gli allenamenti (almeno questo mi è stato detto), senza avere la possibilità di dimostrare che anche a quarantatre anni, la voglia di vincere, la determinazione ed il rispetto di cui parlavo prima non manca e non manca nemmeno la tenuta fisica, vista quella dimostrata giocatori in campo.
Ogni anno si parte benino per finire con i giocatori contati. Ma perchè si continua ad accettare questi giocatori che poi alla prima neve e l'apertura degli alberghi vanno via?
Poi ci sono gli universitari, che dicono che siccome stanno fuori non possono allenarsi. E' qui che subentra il rispetto per se stessi. E' possibile che durante la settimana non si trovano 2-3 ore per farsi una corsetta lungo mare o in una zona verde della città. Non si può tornare con la pancia soltanto perchè adesso uno va all'università. Allora  
quando si avrà una famiglia, il lavoro e la casa uno come diventa. E dove sta il rispetto per i compagni di squadra e per quelli che sono stati messi fuori al tuo posto.
Io credo che sia i giocatori che i dirigenti ed allenatore si  devono fare un bel esame di coscienza. Detto da me potrebbe sembrare uno sfogo perchè sono stato messo fuori squadra, ma ritengo che dopo più di 20 anni passati tra calciatore ed allenatore di questa squadra, ho il diritto di dire quello che penso molto di più degli attuali dirigenti, allenatore e giocatori. E se ho aspettato tanto per scrivere, è perchè avevo sempre la speranza che qualcosa cambiasse, invece è peggiorata. Cari ragazzi, se non avete voglia di giocare, la domenica venite con me, ho sei cani da portare a spasso. Almeno fate qualcosa di utile.
Antonio Gatta
 
Voler bene a Scanno        di Franco D’Alessandro
Gentile Direttore, la guerra parolaia, come tu la definisci non ci fa onore e non porta sicuramente benefici alla comunità di Scanno. Ciò che mi sorprende e inquieta è la visceralità con la quale ci si scambia ( è un eufemismo perché vengono scagliate letteralmente addosso) le opinioni. Meditando su quanto accade, il pensiero è andato, ad alcuni editoriali, che l’allora direttore della Foce , don Arturo Tarullo,  estese sulle colonne del giornale,  dal febbraio al giugno del 1950.
In questi editoriali (Coraggio, Capacità amministrativa, Democraticità,Regolarità finanziaria, Voler bene a Scanno) si faceva una disamina  delle virtù e dei difetti di una qualunque amministrazione comunale . Era il 1950 e si stava uscendo dalle tragedie della guerra. La tragicità e le conseguenze degli eventi bellici erano ancora molto vivi nella coscienza degli scannesi. Ad esse si aggiungevano la mancanza di lavoro e i problemi legati all’emigrazione.
Invito tutti coloro che vogliono bene a Scanno a leggersi gli editoriali di don Arturo (I numeri  sono : 2 , 3, 4, 5, 6 Anno VII. Nella  raccolta: I 40 anni della Foce 1944-1984 edito dall’Associazione Culturale La Foce –Scanno). Vi sono notevoli spunti di saggezza ed equilibrio, che a distanza di quasi 60 anni rappresentano dei validi riferimenti per tutta la comunità. Nel primo editoriale avente per oggetto “Il coraggio “, prendendo spunto dalla vicenda della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù del faraone, ad opera di Mosè, arguisce che : “ sempre così il popolo. Insoddisfatto sempre … insoddisfatto per chi è a capo, insoddisfatto per chi fa, insoddisfatto del vecchio e del nuovo, insoddisfatto di tutto. Questa insoddisfazione è una malattia antica, antica quanto l’uomo,congenita nell’uomo stesso”. E allora qualunque sia l’amministrazione “ dovrà avere il coraggio di affrontare il popolo insieme a tutte le incomprensioni e le eventuali malignità del popolo stesso. Se non ha questo coraggio lasci l’idea dello scranno municipale e sieda negli scranni della propria abitazione. Democrazia e molta, nelle deliberazioni, prudenza che non è mai troppa in tutte le iniziative, interesse e grande interesse per tutto ciò che è bene del paese e delle famiglie, ma coraggio prima, durante e dopo la risoluzione di ogni problema ”. Nella “Capacità amministrativa” esordisce rammentando che “chiunque è oggi a capo deve essere convinto che non contenterà mai tutti e che spesso dalla parte non contentata riceverà noie silenziose o clamorose. Abbattersi per questo significa non poter essere a capo”.
Si usciva oltre che dalla guerra dalla dittatura fascista e per questo era molto più vivo che oggi il tema della libertà e della democrazia. Allora una amministrazione deve essere democratica . “Questo è il tempo della democrazia, del risveglio delle masse, dei diritti della persona e della categoria sentiti e rivendicati, del potere del popolo” .
Oggi chi governa deve necessariamente soffocare la propria ambizione e lavorare invece silenziosamente e modestamente per realizzare il bene prossimo e pratico degli individui e della massa. Gli amministratori “non siano essi dei comandanti , autocrati,assolutisti. Sono essi soltanto amministratori, a dipendenza, starei per dire del popolo, a fiducia del popolo, strenui difensori dei diritti di tutti... Tutti devono discutere, tutti devono
lavorare, tutti devono amministrare e le deliberazioni devono essere improntate alle vedute di tutti o quasi, chiaramente nella piena democraticità”. Che l’amministrazione agisca “vagliando le voci di tutti , non con assemblee plebiscitarie che riscaldano gli animi e le lingue e sfociano in pettegolezzi senza esito di sorta, ma con incontri , convegni e  interpellanze di enti giuridicamente riconosciuti e competenti… anche il nostro giornale è un organo collaboratore. Si accetti la sua collaborazione e si serva, l’Amministrazione, del nostro periodico per dire a tutti, lontani e vicini, i suoi desideri, i suoi scopi ed i mezzi che intende adoperare… L’amministrazione dunque accolga tanta collaborazione …che può consistere anche nella eventuale presentazione di un piano e di vedute contrastanti. Accogliere allora la collaborazione che in termini moderni si chiama opposizione: parola che per alcuni suona male e che invece ben intesa e ben fatta, è semplice e fattiva costruzione in un’atmosfera calma e pacifica d’incontro di vedute.Abbia l’amministrazione insomma la modestia di credere che di cervello e di mente ce n’è tanta anche fuori del Municipio e abbia in pari tempo  l’astuzia di servirsi del pensiero e dell’iniziativa anche altrui …e sia certa che tornerà a suo esclusivo lustro qualunque opera, di cui però deve sempre ed esclusivamente assumerne la responsabilità e la direzione .” In ultimo “voglio parlare di quel bene che devono volere quelli che sono preposti alla cosa pubblica….di quel bene che la nostra amministrazione dovrà volere a Scanno e agli Scannesi.”  Bisogna “ che possano chiamarsi gli appassionati di Scanno; che vogliano ed intendano l’avanzamento di Scanno, il suo progresso e non per  una gloria vuota soltanto; che vogliano ed intendano perciò il miglioramento economico e l’agiatezza di tutti e dei singoli  scannesi, evitandone così, indirettamente i continui e spiacevoli esodi con l’emigrazione …, che vogliano ed intendano dedicare le loro ore anche fuori l’orario d’ufficio, a tavolino a casa propria o nella Casa Comunale , con la testa tra i pugni stretti per pensare quale bene possano fare e con quale mezzo migliore conseguirlo. Stiano essi a Scanno o risiedano altrove, questi uomini appassionati di Scanno. Non importa. Se amano Scanno ed assumono consapevolmente la responsabilità del potere, se assenti, si renderanno spesso presenti, più spesso di quanto potremmo immaginare. Non conta nulla la non residenza, non conta nulla neppure l’impiego, se c’è la forza maggiore dell’amore a Scanno a cui si voglia far del bene. Che si trovino tali persone, è questo l’augurio che rivolgo ai miei cari concittadini e lettori.. Arturo Tarullo . Dopo circa 60 anni, le considerazioni di don Arturo Tarullo sono quanto mai attuali. Sviluppate nel contesto dei problemi di una società  che tentava di uscire dalle tragedie del fascismo e della guerra, esprimono valori universali, che sempre regolano i rapporti in una società civile , anche piccola , come quella Scannese. Nutro la speranza che lo spirito di Don Arturo, per ora nascosto nei più reconditi anfratti della nostra  coscienza di scannesi , si manifesti ,conferendo di nuovo la vitalità e la fiducia  di quegli anni che  tanto bene hanno  portato alla nostra amata Scanno.
 
 
martEDI’ 3 FEBBRAIO 2009 
s. Biagio vescovo