| |||||||||
Il tempo che fa
piovigginoso
con temperature
sopra lo zero
La giornata di ieri è stata caratterizzata da cielo coperto e piogge intermittenti, che sono divenute
stabili nelle ore serali. Una pioggia fastidiosa, ma moderata, per nulla
foriera di peggioramento. Le temperature sono restate al disopra dello zero,
toccando i cinque gradi di media.
| |||||||||
| |||||||||
Quando gli orsi non vanno in letargo
VISITANO POLLAI E ORTI IN CERCA DI CIBO
“Lavorare per mitigare il conflitto tra l'uomo e i grandi carnivori”
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||
Disservizi a Villalago della società Telecom - Italia
MOLTI ASPETTANO DA MESI L’ALLACCIO TELEFONICO
| |||||||||
VILLALAGO - Scrivo questa nota per portare Lei e i lettori del “Gazzettino on line a conoscenza di una questione paradossale che si è venuta a creare con la società Telecom Italia.
Sono ormai oltre quattro mesi che ho inoltrato domanda alla società Telecom Italia per attivare una nuova utenza telefonica presso la mia
abitazione, essendone sfornito. In particolare, come prevede la procedura, ho
contattato il numero 187, vale a dire il Call Center della Telecom, e tramite
un Suo operatore mi è stato da subito attribuito il nuovo numero di telefono e mi è stato fissato un appuntamento con il tecnico che avrebbe dovuto attivare la
linea, ma dal quel momento è iniziata un vera e propria odissea. Infatti, al suddetto appuntamento non si è mai presentato nessuno e, fatto ancora peggiore, nessuno lo ha mai disdetto.
Successivamente, mi sono stati fissati, sempre tramite il 187, altri otto
appuntamenti, l’ultimo il 5 gennaio 2009, tutti confermati attraverso degli SMS o con note del
Servizio Clienti Residenziali. Ma tutte le volte si è ripetuta la stessa situazione: nessun intervento e nessuna comunicazione.
Ho scritto vari reclami alla sede principale e secondaria della Telecom, alla
Sua sede legale, al Servizio Clienti residenziali, ovviamente all’Ufficio Reclami, ma gli esiti sono stati tutti negativi.
L’incompetenza e la scarsa professionalità della Telecom in questa situazione è del tutto evidente, ma fino a qualche tempo fa pensavo a dei disguidi che
riguardassero solo il sottoscritto. Invece, con mio stupore ho appreso che
diversi villalaghesi subiscono la stessa situazione. Ad esempio, sono state
inoltrate varie richieste di attivazioni che sono sospese, però, da mesi, in certi casi, da quasi un anno; anziane signore che vivono da sole e
che non possono utilizzare l’apparecchio telefonico a causa dei mancati interventi della Telecom e ciò può assumere un’importanza marginale nel caso di telefonate amicali,
| |||||||||
| |||||||||
ma riveste tutt’altro carattere in situazioni di urgenza ed emergenza. Con nota di pari data
alla presente ho investito formalmente, dopo vari colloqui verbali, anche il
Sindaco del paese affinché anch’egli potesse invitare e sollecitare la Telecom ad intervenire per risolvere
queste problematiche.
Questo stato di cose, oltre ai disagi e disservizi che crea, lascia, a dir poco,
basiti, ma la situazione peggiora laddove si consideri che alti servizi
sostitutivi rispetto a quelli offerti dalla Telecom non possono essere
attivati, così è il caso del servizio “Vodafone Station”, perchè il paese in cui vivo non è raggiunto dall’ADSL, ma anche se lo fosse stato sarebbe dovuta intervenire sempre e comunque la
Telecom per l’allaccio, quindi una vera e propria situazione di monopolio, che viene gestita a
discapito degli interessi ed esigenze dei cittadini.
Luca Silvani (Villalago, 7 gennaio 2009)
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||
LETTERA AL DIRETTORE
Ancora sulla Foto all’eremo di san Domenico
Caro Direttore,
ti ringrazio di aver pubblicato così tempestivamente il mio articolo. Purtroppo, quando ti ho inviato l’articolo erano le 22.27 del giorno 6.1.2008 e l’articolo del parente della sig.ra Arianna Cervicato è stato pubblicato qualche minuto dopo le 00.00 del 7.1.2008, quindi mi scuso
anche io per aver equivocato sull’origine della sig.ra Cervicato che proviene dalla meravigliosa città di Amalfi. Mi sono documentato ed ho scritto l’articolo proprio per fare chiarezza e spegnere le voci “fastidiose ed incontrollate” che con il passare dei giorni avevo avvertito circolare nel paese, non sul tuo
giornale che, peraltro, non ho letto fino al giorno 5 gennaio quando sono
tornato nel luogo dove vivo. Poi, l’esistenza del maligno è un dato lapalissiano, per chi ha fede. Naturalmente il maligno opera ovunque.
Quello che non condividevo è il ridurlo alla superstizione, alla burletta; è vero che dietro la superstizione si cela il maligno ma questo è cosa assai più seria e grave. Tant’è vero che, come hai tu stesso rimarcato, l’Eremo è stato oggetto di altre forme di male (furti e danneggiamenti), in passato.
Infine, per quanto riguarda l’incendio delle travi, non si hanno elementi per affermare che si sia trattato di
incendio doloso e posso raccontare in breve, da testimone oculare, il ricordo
di quella mattina del 28.1.1988. Quando andai sul posto, la combustione era
stata spenta con acqua dall’agente di Polizia Municipale Domenico Grossi che era presente. Dalle travi e dal
loro sito si alzava vapore. La grotta era piena di un fumo denso di legno
bruciato. Il cancelletto che delimita la grotta era aperto. Intorno e sulle
travi non c’erano tracce, neanche minime, di un innesco solido (ad es. altro legno). All’interno della grotta dove il fumo e l’odore della combustione ristagnarono per parecchio tempo, non si avvertivano
odori particolari di eventuali idrocarburi (benzina o nafta) o altre sostanze
chimiche liquide, eventualmente utilizzate nell’accensione. Quindi, sul pavimento della grotta, in mezzo ai quattro pilastrini
del letto (ancora oggi esistenti), c’erano i tre frammenti di travi oggi traslati nella Chiesa Parrocchiale di
Villalago, le ceneri delle parti bruciate, ed alcuni lumini. Per la festa di
San Domenico Abate del 22 gennaio, i devoti collocavano numerosi lumini all’interno della grotta. Molti erano sul pavimento della parte profonda della
grotta, alcuni sui travi, ed uno su ognuno dei pilastrini del letto. Quella mattina alcuni lumini erano andati bruciati interamente o parzialmente
insieme ai travi. Almeno un paio mi sembra che fossero ancora sui pilastrini.
Sui frammenti dei travi superstiti vi erano tracce di cera e pezzi di plastica
fusa dei lumini. In conclusione, non vi erano elementi che facessero ipotizzare
un innesco dell’incendio estraneo al contesto stesso dell’evento. Rimarrà per sempre il dubbio se sia stata una fatalità per cui uno o più lumini, ardendo in maniera irregolare, abbiano incendiato i loro involucri di
plastica che, bruciando lentamente, abbiano a loro volta acceso le travi,
oppure l’azione volontaria di un piromane che abbia provocando l’incendio dei lumini e quello conseguente delle travi.
Enrico Domenico Grossi
| |||||||||
| |||||||||
| |||||||||