Concetta non c'è più e non sarà facile abituarsi alla sua mancanza, Scanno ha perso un importante ambasciatore.
Le sue fotografie sono sparse per il mondo a parlare di Scanno: da New York
(Lynn Saville) a Città del Messico (Jill Hartley), dalla Germania (Siegfried Bresler) al Giappone
(Yoko Yamamoto), quelle di Ferdinando Scianna, di Renzo Tortelli e di Giovanni
Bucci, nel suo libro arrivato ovunque, quelle di Sheila Shalhevet, venuta
dall'Israele per partecipare ad un mio workshop, poi esposte a Tel Aviv e
pubblicate in un articolo di quattordici pagine, le mie, esposte a Pechino,
all'Expo Universale di Aichi nel Padiglione dell'ONU e all'Unesco di Parigi,
che ha inserito il costume delle donne scannesi nell'archivio fotografico del
patrimonio culturale mondiale in via di estinzione, e quelle di tanti altri.
Amica dei fotografi, è proprio vero, non so più quanti ne ho portati negli ultimi anni, e lei sempre cordiale e disponibile,
raramente in posa, ma spontanea, impetuosa e scoppiettante come sempre. Ancora
ho impressa nella mente la sua commozione quando alle Anime Sante, in due
occasioni diverse, io e Bucci proiettammo lavori intitolati “Omaggio a Concetta”, una consacrazione meritata davanti all'auditorium affollato di gente. Quello
che mi legava a Concetta era molto più di una semplice amicizia, nel corso degli ultimi quindici anni era nato e si
era consolidato un rapporto affettuoso che ad ogni incontro dava luogo a
sfoghi, confidenze e, ultimamente, anche paure per la sua salute. Ricordo la
volta che volle invitarmi a pranzo al Caminetto e mi raccontò tutta la sua vita; la bella festa per il suo ottantesimo compleanno nel 1999,
quando, radiosa, fu omaggiata da tutto il paese; il suo disappunto per un
albumino di fotografie che le avevo regalato e qualcuno aveva fatto sparire; i
suoi rimproveri per non essermi fatto vivo a qualche festa e lei mi aveva
aspettato invano, chiedendo ad altri fotografi se mi avevano visto in giro...e
la busta di salsicce che mi conservava per il prossimo incontro. Ricordo un
caffè a casa sua per raccontarmi della disperazione di essere rimasta “carcerata” in casa per una settimana, quando la neve aveva riempito la Zazzarotta e
bloccato la sua porta impedendole di scendere al fondaco per prendere qualcosa
da mangiare: la spesa abbondante fatta la sera prima della nevicata era a
qualche metro, irraggiungibile, e lei aveva dovuto raschiare con un coltello i
fondi dei cassetti della cucina per impastarsi una pizzetta per sopravvivere
finché qualcuno non si ricordò di lei.
Una volta, per gli auguri di Natale, le inviai una cartolina indirizzata
semplicemente “A Concetta, Regina di Scanno”, naturalmente le fu recapitata, e la tenne per parecchio tempo esposta in
cucina.
Forse non mi ha mai perdonato il fatto di non essere riuscito a convincere Luisa
a sposarci a Scanno, lei sarebbe stata orgogliosa di vestirla col suo costume;
ci rimane impresso per sempre quel suo amorevole “sparagn e cumparisc!” e una foto di Tortelli dove lei, agitando la mano davanti al mio viso ripete
all'infinito “sposete, sposete, sposete!”
Qualche anno fa iniziai un articolo su Scanno parlando proprio di Concetta:
Porta con grande spirito i suoi anni, la “Carabiniera”, e con l’abito tradizionale gira per il paese con passo sicuro, nonostante le cadute, che
negli ultimi anni si sono fatte frequenti. Quando le capita di incontrare un
fotografo si concede per uno scatto con disponibilità, ma con chi diventa troppo insistente tira fuori la sua indole battagliera. La
vita di Concetta Nocente è stata dura sin da bambina, quando, per tirare avanti, anche i più piccoli dovevano darsi da fare, pascolando gli animali e andando sulla montagna
a raccogliere legna. Poi il matrimonio e la perdita precoce del coniuge.....
Forte di fibra, Concetta andò a servizio dai Carabinieri, dove restò fino alla pensione. Delle poche decine di donne scannesi che indossano ancora
il costume
|
|
tradizionale, lei è una di quelle che meglio interpretano il ruolo di testimoni della memoria,
consapevole che la fama di Scanno nel mondo è dovuta in gran parte al felice rapporto che si è instaurato con i fotografi che negli anni sono capitati da queste parti...
Avevamo già parlato di qualcosa di grandioso da organizzare per il suo novantesimo
compleanno, l'anno prossimo, e invece... Dio solo sa del dispiacere per non
aver potuto partecipare al suo funerale, ma gli impegni non ci hanno consentito
di metterci in viaggio. A volte però i sentimenti viaggiano su rotte che consentono una vicinanza più stretta di quella fisica e speriamo che, anche se un po' burberamente, avrà la bontà di assolverci.
Riposa in pace, Concetta, e che l'impronta del tuo spirito forte rimanga
scolpita su tutti gli scannesi.
P.S: allego due foto, una fatta il giorno del suo ottantesimo compleanno (come
quella che hai pubblicato) e una che avevo preparato per inserirla in un
filmato con una selezione delle centinaia scattate in questi anni, doveva
essere una sorpresa per il 90°.
|