SULMONA - Arriveranno a breve presso l’istituto penitenziario di Sulmona 15 agenti in servizio di missione. Un provvedimento, quello firmato dal dirigente generale del personale e della formazione, Massimo De Pascalis, che tampona la lunga situazione di sotto organico del supercarcere di Sulmona, da più tempo denunciata attraverso agitazioni interne e appelli dei sindacati. «Dopo mesi di dure proteste, abbiamo visto riconosciuto un diritto sacrosanto- ha detto il vice segretario regionale Uil, Mauro Nardella-, quello di non vedere in notevole sotto organico (50 le unità in meno nel penitenziario di Via Lamaccio, ndr), con conseguente aggravio delle condizioni del personale, un supercarcere dove

sono detenuti elementi di notevole spicco ad indole criminale». Una soddisfazione a metà, quella della Uil Penitenziari Abruzzo. Finito di nuovo alla ribalta con la reclusione eccellente dell’ex governatore Del Turco, travolto dal ciclone tangenti nella sanità, l’istituto è stato affollato da parlamentari in visita, stretti nella morsa dei tanti giornalisti di stampa e tv arrivati da mezza Italia. Qualche giorno fa una troupe del Tg2 ha pure fatto il suo ingresso nel carcere. Due ore di ripresa per un servizio sulle attività di laboratorio per l’integrazione sociale e di recupero dei detenuti. Servizio che, a detta dello stesso Nardella, avrebbe “tagliato” nettamente i riferimenti sulla qualità e professionalità dei poliziotti

penitenziari che lavorano all’interno della struttura, pure sottolineati- ha aggiunto Nardella- da «tutti i parlamentari in visita a Del Turco e dagli stessi familiari». «Tutti gli agenti che hanno visto il giornalista e l’operatore girovagare all’interno del carcere per più di due ore- ha detto il vice segretario Uil- hanno sperato invano che fosse giunta l’ora di riprendersi i meriti per sacrificio ed abnegazione dimostrati ogni giorno nel proprio lavoro». Un’occasione persa per Nardella, che non ha mancato di ringraziare quanti tra stampa e politica lo hanno già fatto, avvalorando la professionalità di chi «ha scelto di vivere 35 anni della propria vita all’interno del carcere».

 

 

 

 

 

L’Assemblea dei lavoratori di Sviluppo Italia Abruzzo SpA, riunitasi il 29 luglio 2008, manifesta preoccupazioni per il futuro della società in termini occupazionali e di attività. Le perplessità nascono a seguito della lettera, del 25/07/08, a firma del Dr. Arcuri (Amministratore Delegato di Sviluppo Italia SpA, oggi Invitalia SpA), con la quale si annuncia il recesso dal contratto di servizi per le attività di cui al Titolo II D.Lgs. 185/00. Il Titolo II D.Lgs 185/00 è uno dei principali strumenti di sostegno per la realizzazione e l’avvio di piccole attività imprenditoriali da parte di disoccupati o persone in cerca di prima occupazione, con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro. Sviluppo Italia Abruzzo SpA, attraverso le attività dei propri

dipendenti e grazie al Titolo II, favorisce, nella Regione Abruzzo, la nascita di numerose PMI, che oltre al supporto finanziario (fondo perduto e mutuo agevolato), ricevono gratuitamente anche servizi di assistenza tecnica e gestionale, permettendo, nel corso di questi anni, l’avvio di circa 1.100 attività, con la conseguente creazione di circa 2.500 posti di lavoro, per investimenti pari a circa 42 milioni di euro, contribuendo positivamente a stabilizzare l’occupazione in un periodo particolarmente difficile e negativo. Sviluppo Italia Abruzzo SpA è presente, nella Regione Abruzzo, con una sede a L’Aquila e con n. 3 incubatori di impresa ad Avezzano, Sulmona e Mosciano S.A., dove all’interno operano diverse aziende. La situazione che si è venuta a

creare, prevista dalla Finanziaria 2007, comporterà, alla scadenza del termine legislativo, vista anche la grave vicenda politica regionale, la messa in liquidazione della società dal 01/01/2009, con conseguente rischio occupazionale per 21 lavoratori. La problematica si inserisce nel più ampio contesto di una politica di depauperamento delle funzioni territoriali, sempre più orientato ad accentrare le attività a livello nazionale, penalizzando ulteriormente l’Abruzzo, con la chiusura delle sedi territoriali. I lavoratori di Sviluppo Italia Abruzzo SpA metteranno in campo tutte le azioni necessarie a salvaguardare il posto di lavoro di 21 persone e delle attività che Sviluppo Italia Abruzzo SpA svolge a favore delle Microimprese, tessuto fondante dell’economia abruzzese.