Dal nostro inviato paolo rumiz
Collelongo
Domenico Alonzi - roccioso
pronipote del brigante Alonzi Luigi detto Chiavone - rientra ogni sera dal
pascolo con 120 capre, due cani abruzzesi, la moglie Stefania dai grandi occhi
neri e i tre figli, Lucia, Lorenzo e Alessandro. Sono ragazzini svegli e
allegri, come in citt non ne trovi pi, e lo seguono per chilometri portandosi
dietro i libri di scuola, sempre con un occhio alla montagna dove passano i
lupi. L' ovile la solitaria reception di un campeggio abbandonato, un rudere
pieno di vento dai vetri rotti, concesso solo per qualche mese dal municipio di
Collelongo. Ma lo stesso il rientro del gregge una festa grande. D' un tratto
i capretti rimasti alla base sentono l' arrivo delle madri ed escono tutti a
valanga, calamitati da quelle tette gonfie di buon latte montanaro,
schiamazzando come bambini alla fine dell' asilo. Una scena millenaria. Il
gigante buono adora quel lavoro. Per ognuna delle sue bestie ha costruito un
collare decorato in legno d' acero. Ma ora pieno d' amarezza. Apre l' acqua
nella vasca da bagno che fa da precario abbeveratoio ed elenca una sequela di
sciagure. I lupi gli hanno scannato quaranta bestie. Quattro cani gli sono
stati avvelenati. I pubblici veterinari, pochi e mal pagati, arrivano quando
possono. Trovare una sistemazione fissa impossibile per via dei prezzi. Non
parliamo del risarcimento per l' ecatombe: una corsa a ostacoli. Ma il peggio
che i sensali non passano, non prenotano pi i capretti pasquali. I macellai
non chiedono pi carne locale. La gente corre al supermercato e compra agnello
straniero. Nun ce st commercio - brontola - e se nun ce sta commercio, nun
vale la pena lavor. Ma come? La pastorizia non il futuro, la salvaguardia
delle terre marginali e il rilancio della spesa a chilometro zero? Non affonda
nella storia millenaria della nazione? Allevamento, allevamento, allevamento!
ripeteva duemila anni fa il vecchio Catone a chi chiedeva quale fosse il
miglior affare del Centro-Sud. Lo diceva tre volte perch il guadagno era
immenso, l' investimento minimo e l' autosufficienza del territorio garantita.
Lo storico francese Fernand Braudel scrive che fino all' altroieri l' opulenza
non abitava in pianura. Il Pil italico stava in Appennino, a mille metri di
quota, e non si contava in azioni ma in pecore. I pastori d' Abruzzo tornavano
dalle fiere pugliesi con mule cariche d' oro, sacchi tintinnanti che
seppellivano nelle fondamenta di palazzi monumentali. Ogni chiesa, ogni
capitello, ogni portale di quelle valli son cresciuti su montagne di lana.
Dalla Garfagnana all' Aspromonte l' Italia grondava latte, era un immenso
belato. Settembre andiamo, tempo di migrare, scriveva solo un secolo fa
Gabriele d' Annunzio. Anche oggi tempo di andare, ma per sempre. Le cifre
sono da pulizia etnica. In trent' anni il numero di capi e di aziende crollato
dell' ottanta per cento, mentre quello dei funzionari che si occupano di
agricoltura e allevamento continua ad aumentare e si succhia il grosso dei
fondi Ue. I tempi di erogazione dei contributi sono diventati biblici, i
servizi erogati pi lenti e i controlli sanitari infinitamente pi fiscali. Ma
il peggio che in un anno il granturco passato da 20 a quaranta euro al
quintale, il fieno da 12 a 18 euro, mentre capretti e agnelli costano come 27
anni fa: sei euro e mezzo al chilo. Un pastore non incassa pi di cinquanta
euro a capo, che bastano appena a coprire le spese. Cosa accade? Concorrenza
sleale dello straniero? Colpa di un' Europa matrigna e delle sue regole? Mentre
le stelle s' accendono sui monti del parco nazionale d' Abruzzo e Domenico e sua
moglie se ne tornano nelle loro due stanze in affitto facendo i conti con un
futuro che non c' , in quello stesso momento, sui monti di Aix-en-Provence,
un' altra coppia di pastori - Francois e Sandrine Borel - mettono sul fuoco una
bella zuppa di cipolle e scrivono al computer un messaggio di posta elettronica
ai loro figli che studiano a Parigi. I Borel hanno 120 bestie come gli Alonzi,
ma possono mantenere due ragazzi all' universit. Vivono nella stessa Europa,
sottomessi alle stesse regole e alla stessa concorrenza, ma vivono senza ansia
per il domani. I loro formaggi arrivano sui banconi delle grandi citt grazie a
un' organizzazione che sostiene il prodotto, e la vendita pasquale di capretti
assicurata da centri di macellazione che restituiscono al mittente ogni capo
tagliato come si deve, confezionato e col marchio d' origine. Un servizio
"door to door" che consente di vendere al meglio e vince sulla carne
anonima degli ipermercati. Se poi arriva il lupo e fa strage, il risarcimento arriva
nel giro di un mese. In Italia altra musica. I lupi non sono quelli che
scannano le capre, ma quelli che uccidono i pastori con le carte bollate.
Domenico mostra l' ombra di una montagna nella notte: Jannarumma si chiama. Il
branco sempre l che segue ogni mossa delle mie bestie. Quella sera
arrivato in silenzio, ha spinto verso l' altro una parte del gregge e in pochi
minuti ha fatto un macello. Ma il bello venuto dopo. Ho chiamato la
Forestale, mi hanno risposto che non era loro competenza. Ho chiamato la
Polizia provinciale, mi hanno detto di portare l tutte le quaranta carcasse,
figurarsi~ Ho chiamato l' Asl di Avezzano, ma avevano un veterinario solo e non
sono venuti. E allora? Allora sono arrivati i guardiaparco, ma dopo venti
giorni~ cos ho dovuto chiamare un veterinario privato perch mi facesse la
relazione. Oggi la domanda di risarcimento alla Provincia e non ne so pi
niente. L' Europa non la stessa per tutti. A Enrico Gianvito, un giovane di
Teramo che aveva scommesso tutto sull' allevamento ecologico e aveva messo su
un gregge di 700 pecore, hanno reso la vita cos difficile che ha dovuto
vendere le bestie e rassegnarsi a fare il carrellista in un ipermercato, dove
oggi si sente un orso in gabbia, sconfitto e umiliato. A Pietro Rusciti, un
pastore di 73 anni che ha lavorato tutti i giorni che Dio manda in Terra, non
rinnovano pi il passaporto causa un accertamento sanitario che gli costato
15 mila euro di multa, cifra che non pu pagare perch rappresenta pi del
guadagno annuale della sua azienda. Nelle Gole del Sagittario tempo fa un
giovane fu sorpreso a pascolare per conto terzi un gregge in una zona di
riserva integrale di cui il Comune non aveva pagato l' affitto - Piero Cetrone
si chiamava - e due guardiaparco intentarono contro di lui un inverosimile
processo per associazione a delinquere, con la scusa che le bestie
appartenevano a pi persone. Ecco come l' Appennino rinnega i suoi figli e la
sua storia pastorale, mentre al figlio di Tot Riina viene consentito di uscire
dal carcere di Sulmona a bordo di una Mercedes pi grossa di un Tir. Alonzi
laziale di Sora, alta valle del Liri, e si insedierebbe ovunque pur di vivere
in pace e fare il suo mestiere, ma tutto il sistema lo spinge al precariato. Il
suo gregge rid dignit e senso persino alle macerie dell' Italia cementizia,
ma il suo mestiere antico pieno di nemici. Il pastore visto come un peso,
un nomade extracomunitario cui non si vuol dare possibilit di accampare
diritti sul territorio. E cos, mentre si denunciano gli allevatori per pascolo
abusivo, nessuno interviene contro il cemento illegale che ricopre i tratturi
protetti da una legge di Stato. C' un sistema matrigno e cialtrone che
funziona a senso unico, pilotato da gente colma di disprezzo per un mondo ritenuto
sorpassato e perdente. Tutto va in quella direzione. C' un incendio in
montagna? Si grida Dalli al pastore!. In Francia invece, Francois e Sandrine
sono pagati dalle comunit perch pascolino e, pascolando, tengano pulito il
sottobosco per proteggerlo dal fuoco. In Abruzzo gli albergatori si vergognano
dei pecorai? In Costa Azzurra la stessa categoria ha riconosciuto il ruolo
ambientale della pastorizia e finanzia gli allevatori perch girino intorno ai
loro hotel di lusso per la delizia di mamme e bambini. Nunzio Marcelli da
Anversa degli Abruzzi, barba da Mangiafuoco e telefonino sempre in canna, prima
ha preso la laurea in agraria e poi messo su un allevamento modello. Combatte
per tutta la sua disgraziata categoria, taglieggiata dai divieti, e per questo
ne pensa sempre di nuove. Due anni fa, per esempio, ha costruito un caseificio
su rimorchio che mezza Europa gli sta copiando, col quale gira le montagne a
disposizione dei pastori, seguendo la curva di crescita dell' erba. Un' idea
semplice, che aiuta il pascolamento e incoraggia la lavorazione sul posto, con
effetti straordinari sulla bont del prodotto. Ebbene, l' Azienda sanitaria
gliel' ha bloccato, negandogli il bollo Ue, dicendo che il trabiccolo non
forniva gli impianti igienici adatti e non consentiva la tracciabilit del
prodotto. Ma poi che ti succede? Nunzio scopre che in Francia il bollo Ue viene
rilasciato a sistemi anche pi primitivi del suo. Motivo intuibile: finanza e
sanit d' Oltralpe non hanno interesse a punire la produzione locale, e nell'
interpretare le norme hanno adottato la regola del buon senso. Si parla tanto
di prodotti tipici - s' arrabbia Marcelli - ma se uno di noi vince premi all'
estero col suo formaggio, i giornali locali non ne parlano nemmeno. Motivo? Eravamo
un popolo di pastori e oggi siamo un popolo di funzionari, portieri e bidelli
che rinnegano il loro passato. Gente che ci guarda con sufficienza e corre a
comprare insipida carne straniera sui banconi luccicanti dei supermercati. Non
capiscono che se Putin gira il rubinetto del gas l' Italia chiude bottega e
questo uno dei pochi settori capaci di sopravvivere senza la Gazprom. Vedono
la natura con ostilit. Pensano che siamo ignoranti. Ci hanno fatto buttare via
i pentoloni di rame perch erano malsani e ora scoprono che non era vero. Hanno
fatto la guerra al fuoco di legna e oggi ci dicono che no, contrordine
compagni, il fumo antibatteriologico. Ma guarda~ Un professore di Harvard,
dopo trent' anni di ricerche, venuto a dirci che il latte di malga moooolto
pi nutritivo di quello di pianura~ Io divento pazzo. Questa una presa per i
fondelli. Narrano che il capo brigante Luigi Alonzi, bisnonno di Domenico, sia
stato ufficiale dell' esercito borbonico prima di darsi alla macchia nelle
terribili gole dell' Abruzzo e delle Calabrie. Per anni stato il terrore del
generale Cialdini che, con 150 mila uomini, era sceso a Sud a reprimere la
rivolta dei cafoni contro lo stato unitario. Strano destino: un secolo e mezzo
dopo l' Italia unita sta dando il colpo di grazia ai nipoti di quegli
indomabili, spazzando via l' ultima sacca di resistenza, il mondo
agropastorale, cui viene tagliata ogni possibilit di riscatto. Marcelli indica
un prato devastato con la forza di dieci bulldozer: Ecco il risultato dell'
abbandono. L' Italia diventata terra di cinghiali. Una colonia della grande
distribuzione. Dopo migliaia di anni le greggi spariscono dal paesaggio
italiano. - PAOLO RUMIZ COLLELONGO