IL DANNO
Nel nostro ultimo volantino del 25.01.2008, dal titolo “Immobili comunali: casa nostra o cosa vostra?” , abbiamo citato il fatto che la Giunta Municipale, con Delibera n.96 del
21.07.2007, aveva assegnato alla neonata Associazione
Futura uno dei tre vani dell’ex bar (quello fornito di servizi igienici e dove sono posti caldaia e contatore
Enel) all
’irrisorio canone annuo di 51,65 euro, pari a 4,30 euro mensili.
Secondo il verbale di Delibera la Giunta, sulla base di una stima del canone di
locazione in comune commercio effettuata dal Responsabile del Servizio Tecnico,
ai sensi della L.R. n. 120/1997
(locazione di immobili pubblici ad associazioni no profit), aveva deciso di applicare un canone pari al 10% del suo valore in comune
commercio.
Ci eravamo chiesti come mai il Tecnico comunale avesse stimato il canone annuo
per un vano gi
à fornito di servizi in soli 516 euro, quando nel Bando di gara del 07.01.2008 per la locazione degli altri due vani
(privi di servizi) stabilisce l
’offerta minima in 1.800 euro annui a vano !
Ottenuta finalmente giorni fa la copia della Delibera e dell’allegata stima, abbiamo scoperto la mistificazione.
Nella relazione del Responsabile del Servizio Tecnico si legge: “Per la valutazione del canone mensile di affitto si è tenuto conto delle finalità istituzionali della Associazione Futura e delle attività che intende svolgere ritenendosi congruo un affitto annuale di € 500 soggetto a rivalutazione di legge”.
A parte che non si comprende come il Tecnico possa elevare ad “istituzione” una semplice Associazione cultural-cutturale paesana, risulta evidente che egli
non
“ha proceduto a determinare, come da tabella allegata alla presente, il canone di
locazione sulla base dei valori in comune commercio
” come testualmente riportato nella Delibera n.96/2007.
Egli ha stimato il canone nei soli 500 euro annui già considerando la finalità “no profit” della Associazione.
Allora la Giunta Municipale, peraltro con l’illegittimo voto favorevole dell’assessore fratello del presidente dell’Associazione, ha applicato un canone pari al 10% non di quello determinato sulla base dei
valori in comune commercio come falsamente dichiarato in Delibera
, ma di un canone già palesemente stimato in misura ridotta.
Un vero e proprio danno erariale a danno delle casse comunali e, quindi, della
cittadinanza, degno di attenzione della Corte dei Conti e delle altre Autorit
à competenti.
Ai paciosi consiglieri comunali di opposizione chiediamo di intraprendere le
dovute iniziative politico-amministrative di loro competenza, a difesa della
legalit
à e degli interessi collettivi.
Alla cittadinanza chiediamo di riflettere sugli ennesimi casi di mala
amministrazione clientelare posti in essere a suo danno, considerato anche il
continuo aumento delle imposte e delle tariffe comunali per servizi spesso
scadenti.
LA BEFFA
Abbiamo già scritto sulla sconcertante decisione della Giunta municipale, nonostante
precedenti richieste verbali di affitto di tutto l
’ex bar, di dividerlo malamente.
Prima concedendo per soli 51,65 euro annui il vano con bagno e poi indicendo un
Bando per i restanti due vani bisognosi di costose opere impiantistiche e di
servizio.
A danno del gestore per i costi da affrontare in un
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immobile mutilato e meno funzionale. A danno delle casse comunali e della
cittadinanza per il minor canone entrante ed esigibile data la ridotta
appetibilit
à. Insomma uno spreco di denaro, un danno collettivo.
Considerati l’indirizzo della Giunta di dare priorità all’attività di bar e l’assegnazione, prevista dal Bando, di ulteriore punteggio per i disoccupati,
risulta evidente l
’intento di favorire l’apertura di un altro bar, oltre ai due esistenti.
Nessun pregiudizio contro un terzo bar. Anzi, ne sorgerebbero molti di più se in paese decollasse lo sviluppo turistico attraverso quella valorizzazione
delle sue risorse naturali cocciutamente avversata dagli stessi amministratori.
Ma dato l’attuale spopolamento del capoluogo, soprattutto di giovani, risulta difficile
credere alla possibilit
à di sopravvivenza gestionale di tre attività simili. Considerato anche il fatto che l’unico ampio immobile già adibito a bar viene contraddittoriamente reso costoso e poco funzionale, col
risultato che vi sarebbero tre piccoli bar in feroce e
“mortale” concorrenza tra loro.
Dato il vigente principio della libera iniziativa e concorrenza, nonché la salvaguardia dell’interesse collettivo, sarebbe stato logico e corretto indire un libero Bando di
Gara a maggior offerente per l
’intero già funzionale immobile.
Com’è andata la gara sulla base del pateracchio messo su dalla Giunta comunale?
Hanno partecipato il gestore della bottega alimentare e, dopo la presentazione
di offerta da parte di una giovane disoccupata, i gestori degli esistenti due
bar.
A seguito di una discussa esclusione della giovane, a causa della mancata
apposizione di firma (non prevista nel Bando) nel foglio
“offerta” allegato alla domanda, il 19.02.2008 è stata data comunicazione a tutti i partecipanti dell’avvio del procedimento di annullamento del Bando di gara.
Invocando il principio di autotutela dell’Amministrazione, la motivazione addotta è stata la carenza del Bando in ordine alle modalità di presentazione dell’offerta economica, la mancata previsione di cauzione, il voler privilegiare il
principio della massima partecipazione alle procedure di gara.
Per protesta contro l’annullamento del Bando, i gestori della bottega alimentare e dei due bar hanno deciso la chiusura il
medesimo giorno 19 febbraio.
Una clamorosa protesta contro l’operato dell’Amministrazione comunale.
Una provocata desolazione, un altro ennesimo caso di mala amministrazione, un pateracchio che ha finito per
scontentare tutti,
compreso le casalinghe che non hanno potuto acquistare generi alimentari ed i
pochi frequentatori dei bar di questo paese in fase di spopolamento e dal
pesante clima sociale continuamente suscitato.
Non si sa quando sarà ripetuta la gara, che tipo di Bando sarà emesso, se continuerà a riguardare i soli due vani bisognosi di opere o l’intero immobile.
Di certo, un paese così amministrato, non ha futuro!
Compito di un’Amministrazione seria non è tentare di agevolare, peraltro maldestramente, qualcuno; ma agire per gli
interessi collettivi, curare i servizi, non sprecare risorse, non provocare
danni, promuovere e favorire la realizzazione di infrastrutture economicamente
trainanti per lo sviluppo del paese ed il futuro dei suoi giovani.
Esprimerla spetta alla cittadinanza!
ASVINT - Associazione Sviluppo Introdacqua
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