TECNOLOGIA & SCIENZA

L'annuncio del ministro delle Comunicazioni, Gentiloni. Base d'asta a 45 milioni
14 saranno assegnate in 7 macroaree; altre 21 a dimensione regionale
Wi-max, via alla gara per 35 licenze
la banda larga viaggerà sulle onde radio
"Permetteranno di far arrivare internet nelle aree più difficili" I grandi gestori nazionali non potranno partecipare al livello regionale


ROMA - "Il Wi-max ha potenzialità notevoli, consente connessioni ad alta velocità fino a 74 mega ed ha un raggio di applicazione molto più ampio del Wi-fi, per alcune decine di chilometri fino a 50". Lo ha detto il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, presentando a Roma la gara per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze nella banda 3.4-3.6 Ghz (banda 3.5 Ghz). Il ministro ha precisato che la base d'asta sar à di 45 milioni di euro per le 35 licenze Wi-max in gara dalla prossima settimana. La nuova tecnologia Wi-max permette la diffusione della banda larga su frequenze radio e, quindi, senza fili anche attraverso distanze notevoli. In questo modo, ha spiegato il ministro, potranno essere raggiunte anche aree "pi ù difficili sia dal punto di vista economico che morfologico" e dove è quindi più spiccato il 'digital divide' con il resto del Paese. La gara, ha sottolineato Gentiloni presentando il bando, assegner à 14 licenze in 7 macroaree in cui è stato suddiviso il paese (due licenze per ciascuna macroarea: Lombardia-Bolzano-Trento; Valle d'Aosta-Piemonte -Liguria-Toscana; Friuli Venezia Giulia-Veneto-Emilia Romagna- Marche; Umbria-Lazio-Abruzzo-Molise; Campania-Puglia-Basilicata- Calabria; Sicilia; Sardegna) con la condizione che ad uno stesso soggetto possa essere assegnato un solo diritto d'uso per macroregione. A livello teorico è comunque possibile che un operatore che faccia domanda per tutte le macroaree riesca ad aggiudicarsele tutte, creando cos ì un network nazionale. Le altre 21 licenze saranno invece a dimensione regionale e saranno "prioritariamente riservate a concorrenti che non dispongono gi à di licenze Umts". Saranno quindi di fatto esclusi i quattro grandi operatori (Telecom, Vodafone, Wind e H3G), mentre sar à agevolata la partecipazione al bando delle imprese più piccole radicate sul territorio. Tutte le licenze avranno una durata di 15 anni, potranno essere rinnovate, ma non potranno essere cedute a terzi senza l'autorizzazione del ministero.
La base d'asta complessiva sarà di 45 milioni, ha aggiunto Gentiloni. Una cifra che, pur essendo un po' inferiore proprio perch é base di partenza di un'asta a "miglioramenti competitivi", è "comparabile" con quelle di aggiudicazione raggiunte in Francia (100 milioni) e in Germania (60 milioni). I tempi prevedono che la prossima settimana il bando venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e che entro 45 giorni dalla pubblicazione siano presentate le domande di partecipazione. Nei successivi 30 giorni il ministero dovr à valutare le domande e comunicare gli ammessi alla gara e dovranno essere quindi presentate le offerte. L'apertura delle buste dovrebbe quindi verificarsi intorno al 20 gennaio. Essenziale per aggiudicarsi la gara sar à non solo l'offerta economica, ha sottolineato ancora il ministro, ma anche la garanzia di copertura del territorio per aiutare i Comuni pi ù svantaggiati a superare il digital divide. Il bando prevede infatti degli obblighi di copertura misurati a punti in base al numero di Comuni in cui vengono installati impianti Wi-max: 60 è il punteggio minimo da raggiungere ed almeno la metà dovrà derivare da impianti collocati in Comuni a "digital divide totale". Il valore aggiunto del Wi-max rispetto alla banda larga cablata come l'Adsl è infatti proprio la capacità di viaggiare ad altissima velocità (fino a 74 mega) in un raggio di circa 50 chilometri senza necessità di infrastrutture di rete. Senza quindi grandi investimenti sui cavi. La trasmissione avviene infatti via radio sulle frequenze 3.4-3.6 GHz liberate dal ministero della Difesa. "Credo che abbiamo fatto un buon lavoro - ha concluso Gentiloni - per trovare un equilibrio tra il valore economico dell'asta e la copertura del territorio.
Abbiamo lavorato perchè il ricavo economico non fosse l'unico metro di misura e per indirizzare la competizione verso la lotta al digital divide".
(11 ottobre 2007)  - Fonte: La Repubblica -

…come dire: … e dopo la tecnologia  …. la politica


TECNOLOGIA & SCIENZA

Connessioni veloci, siamo tra gli ultimi in Europa. Tante promesse mancate E l'utente resta costretto nell'angolo del Digital Divide dalle scelte delle telecom
Banda larga, l'Italia al rallentatore
un abitante su dieci non può averla
Quasi due anni fa una nostra inchiesta rivelò realtà paradossali
Ora c'è la speranza Wimax. Ma qualcosa cambierà davvero? di ALESSANDRO LONGO


L'OBIETTIVO: rendere la banda larga un diritto di tutti, "universale". Servirà a questo il WiMax, come ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni alla presentazione del bando, nei giorni scorsi. Sono anni per ò che viene ripetuto il ritornello della promessa della banda larga a tutti e ancora il "mostro" del digital divide non è stato abbattuto. L'Italia resta uno dei peggiori casi in Europa per diffusione della banda larga, disponibile sull'89 per cento della popolazione, mentre a settembre in Gran Bretagna è stato raggiunto il 99,8 per cento. Numerose le cause del ritardo: un po' la morfologia accidentata del nostro paese, un po' l'eccessiva frammentazione dei nodi di rete (che rendono svantaggioso l'investimento in apparati banda larga in certe zone); si è messa di mezzo anche la burocrazia che ha rallentato l'arrivo, appunto, del WiMax (l'Italia è l'ultimo grande Paese europeo a renderlo disponibile). I rimedi tentati dal Governo hanno avuto risultati lontani dalle aspettative: lo stesso Ministero ha dichiarato deludente, in un bilancio pubblicato ad agosto, quanto fatto finora da Infratel-Sviluppo Italia per colmare il divario digitale del Meridione (avrebbe dovuto coprire circa 180 centrali con la banda larga; ad oggi l'ha fatto su meno di un terzo, pari a circa il 3 per cento della popolazione: una goccia nell'oceano). Adesso si parla di rilanciare il piano di investimenti nel Meridione e in generale nelle aree del digital divide. Buoni propositi, ma a conti fatti ben poco è cambiato dai tempi dell'inchiesta di Repubblica.it del gennaio 2006 (puntata 1 - 2 - 3 - 4) sulle lacune della banda larga italiana. Il grosso dei rimedi attende ancora all'orizzonte, come promessa; tale è lo stesso WiMax, in teoria arma potente contro il digital divide, ma in pratica ancora lo si deve vedere in azione per giudicarne le potenzialit à. I servizi commerciali arriveranno nel 2008 inoltrato, visti i tempi di assegnazione delle licenze e necessari a realizzare le infrastrutture di rete. Va reso atto al Ministero e all'Autorit à Garante delle Comunicazioni, però, di avere curato il bando WiMax in modo da indirizzarlo al meglio alla lotta al digital divide. Agli operatori che vinceranno la licenza è chiesto infatti di occuparsi in modo prioritario delle zone ora non raggiunte da Adsl. Tra le novit à che sono già concrete, invece, si evidenziano alcune iniziative di Telecom Italia per migliorare la copertura Adsl, con l'obiettivo di raggiungere il 98 per cento della popolazione entro fine 2008 (ma pi ù volte in passato queste promesse sono state mancate). Recente è il piano anti-mux. Telecom sta installando apparati (detti "zainetti") per bypassare i mux, che impediscono agli utenti in certi quartieri, anche metropolitani, di ottenere l'Adsl. Sono stati gi à installati A Roma, Arezzo, Genova, Grosseto, Pavia, Bologna, Torino, Seregno, Cotogno, Taranto e in gran numero soprattutto a Bari, come si legge sul sito di Telecom. Dove ci sono gli zainetti, gli utenti possono richiedere l'Adsl di qualsiasi operatore. Tocca affrettarsi, per ò, perché il massimo di utenti collegabili per centrale è 48 e la velocità è al massimo di 4 Mbps per linea. Più che una soluzione completa, sembra insomma un palliativo al problema. E tale è anche il piano anti-digital divide, con cui Telecom sta dotando di Adsl centinaia di centrali minori. Peccato che la velocit à per linea sia in questo caso limitata a 640/256 Kbps. Il problema è inoltre che a fronte dell'accelerazione de piano anti digital divide si rileva un rallentamento della copertura di nuove centrali tramite Adsl normale (quella fino a 20 Mbps), come si pu ò leggere dai piani Telecom pubblicati sul sito Wholesale-Telecomitalia.it. Né c'è da sperare che siano gli operatori alternativi ad arrivare con l'Adsl là dove Telecom non voglia. La copertura delle reti alternative è infatti inferiore a quella di Telecom e cioè ad oggi è pari a circa il 45-50 per cento della popolazione. La previsione è che si arrivi al 58 per cento entro il 2010. Quali speranze ci sono, quindi, per gli utenti nel digital divide di poter avere l'Adsl e, magari, anche un'Adsl normale? Solo quella che, anche attraverso i promessi investimenti pubblici, ci sia un ulteriore sforzo infrastrutturale nei prossimi mesi da parte di diversi soggetti (ma tuttora i piani sono poco definiti). L'alternativa è il wireless: oggi soluzioni WiFi/Hiperlan, domani il WiMax. Ci sono offerte WiFi/Hiperlan (analoghe a quelle Adsl per banda e prezzi) in quasi tutte le Regioni italiane, anche se la copertura è a macchia di leopardo. La rete più estesa è in provincia di Brescia, dove opera il provider Linkem. Un'altra possibilità è la rete Hsdpa, evoluzione dell'Umts: la copertura sta crescendo (ad oggi raggiunge circa il 70 per cento della popolazione), la velocit à pure (ora è 3,6/7,2 Mbps in download e 384 Kbps in upload), mentre i prezzi stanno scendendo (anche se ancora non c' è un'offerta flat-rate paragonabile a un'Adsl). Insomma, per i digital divisi non resta che sperare in tempi migliori.
(16 ottobre 2007)     - Fonte: La Repubblica -