Sabato 11 agosto 2007 ore 20.30
Recital di Poesia Dialettale Abruzzese
VIII Manifestazione culturale castrese
CASTROVALVA - Sabato 11 Agosto, si svolgerà a Castrovalva il VIII recital di poesia dialettale abruzzese.
La manifestazione sarà aperta dal Coro di Castrovalva “Ad Nives”.
I poeti e le poesie:
Renzo Del Monaco, Banco Alimentare Abruzzo, dialetto di Pescara;
Evandro Ricci, Atre ciele, dialetto di Secinaro - Aquila;
Ireneo Gabriele Recchia, Piove dialetto di Catignano - Pescara;
Assunta Di Cintio, Scurdà dialetto di Pescara;
Raffaella Del Greco, I du’ cumbari, dialetto di Anversa - Aquila;
Elena Malta, Dondre lu core, dialetto di Pianella - Pescara;
Gino Di Vito, Ha recantate, dialetto di  Castrovalva di Anversa;
Cesare Nicolini, ’Nu fiore tra le stelle, dialetto di Pescara;
Antonio Di Giambattista, Vijat’ a esse! dialetto di Pescara;
Adolfo Ciaccio, Lu nonne  del Pescarese;
Nina Giandomenico, Lu tempe, dialetto di Villamagna - Chieti;
Elisabetta Antonangeli, La mostre de pitture, dialetto di Molina Aterno
– Aquila;
Gianluca Sablone, L’Abruzzo a me, dialetto di Collecorvino- Pescara;
Maria Concetta Selva, Sambeneditte prime i mmo’, dialetto di Fucino- zona Marsicana;
Nell’intermezzo spettacolo di danza con Micaela Picini,  Erica Croce ed Eleonora Capaldo
Chiusura musicale del Coro di Castrovalva “Ad Nives”
Alla fine della manifestazione i Poeti saranno ricevuti nella sede della Fondazione Cecchini Pace
 per un breve rinfresco
 
L’UDC SU CITY MANAGER
“AL DANNO
ANCHE LA BEFFA”

"Oltre al danno la beffa". Cosi' l'Udc di Sulmona commenta la vicenda del city manager decaduto con assieme all'amministrazione La Civita ma che si appresta a chiedere 500 mila euro di risarcimento danni. L'Unione di Centro ribadisce, in una nota, "che la 'politica' cittadina e' monopolio ormai di una ristretta aristocrazia di politici di professione e fedeli servitori che occupano tutti i posti di potere. Quindi anche la scelta di dotare Sulmona della figura del city manager e' la logica conseguenza della politica scellerata dei personaggi citati". L'Udc ritiene che si sia offesa la citta' ma soprattutto i giovani" per lo "spreco di risorse a danno delle future generazioni. E' offensivo
nei confronti della professionalita' dei capi ripartizione, che hanno sempre svolto con alto senso di responsabilita' il proprio lavoro; e' offensivo - aggiunge ancora il partito di Lorenzo Cesa - nei confronti della professionalita' di tutti gli impiegati comunali,che svolgono con diligenza il loro lavoro da sempre. E' offensivo - in definitiva - nei confronti di tutti noi cittadini perche' in momenti di crisi economica che non ha precedenti dobbiamo caricarci i costi altissimi della spesa per il city manager: 225.000 euro per tre anni di attivita' piu' 500.000 euro per risarcimento danni richiesto. E' offensivo nei confronti dello stesso city manager che invece di risolvere i problemi della citta' li ha creati. L'Udc - conclude la nota - ritiene che la responsabilita' politica se la deve assumere chi ha creato questa figura che non esisteva e non serviva e comunque non ha portato benefici alla citta' di Sulmona". (AGI)
 

Un adolescente con la Brigata Maiella
di Enzo Pelino

Ennio Pantaleo di Sulmona è stato il più giovane partigiano della Brigata Maiella. Dopo oltre sessant’anni, giunto all’età dei ricordi, ha voluto scrivere le sue memorie. Il libro, dal titolo “Avevo solo quattordici anni.” e il sottotitolo ”Il più giovane patriota della Brigata Maiella”, è stato pubblicato dall’Amministrazione Provinciale dell’Aquila. L’autore ha voluto parlare ai giovani,  perchè non abiti mai in loro l’indifferenza verso la libertà, la democrazia e la pace,  e si guardino dal ritenere che ci siano seducenti scorciatoie  per costruire società più giuste e felici. Il fascismo è stata questa seduzione che attrasse molti, forse  la maggioranza, ma è finito con la guerra  e la rovina fisica e morale dell’Italia.  Ennio ha  messo a rischio la propria vita per riconquistare i valori conculcati dalla dittatura. Sa e teme  che, come l’aria,  si apprezzino solo quando vengono a mancare. Perciò, passato per il  fuoco di quella tremenda esperienza, sente l’obbligo di ricordare per tenere sveglie le coscienze. Ed Ennio lo fa con semplicit à, con sobrietà. Fa parlare i fatti con la stessa spontaneità e ingenuità con cui li ha vissuti. Non si erge a maestro  nè enfatizza le sue azioni. E’ altro rispetto al miles gloriosus,  il suo racconto è tanto onesto e sincero da non nascondere le umane debolezze, come quando per la prima volta , solo, di guardia, di notte,  venne preso dalla  paura.
La “Banda della Maiella”, come allora si chiamava, entrò per prima a Sulmona il 9 giugno del ’44. Fu una sorpresa: la città era stata tappezzata con manifesti di saluto in inglese quando vide arrivare una formazione italiana, mal vestita, dall ’ armamento più vario, ma un vero  anche se piccolo esercito. Superata l’incredulità, furono grandi e calorosi i festeggiamenti. Fu in piazza Garibaldi che  Ennio Pantaleo, vide per la prima volta i maiellini circondati dalla folla curiosa ed esultante. Era la liberazione, la fine della guerra, la fine dell ’apprensione, della paura che dall’armistizio, dall’occupazione tedesca, era diventata un incubo collettivo. Fu in questa circostanza che Ennio, adolescente, cominci ò ad interessarsi a questa compagnia di ventura per maturare lentamente il grande passo della decisione di  essere uno di loro. Era la prima volta che vedeva una formazione partigiana. Infatti, nella zona non avevano operato formazioni  armate. Tutte quelle bande, di cui si è favoleggiato, sono note dopo la guerra, come il moltiplicarsi di garibaldini dopo le imprese di Garibaldi. Liberate Sulmona e la regione, la Banda si sarebbe  dovuta sciogliere e i volontari sarebbero dovuti tornare a casa, dove li attendevano gli affetti e l ’immane compito  di ricostruire dalle macerie le case, i paesi e la necessità di riprendere, dopo anni, le attività economiche. Ma i maiellini lasciano l’Abruzzo e riprendono la marcia verso il nord. A Recanati, in previsione dell’ultima impegnativa spallata ai tedeschi riorganizzatesi dietro lo scudo di una nuova linea difensiva, la linea  Gotica, si provvede a rimpolpare e rafforzare i ranghi. Sono i giorni in cui matura in Ennio Pantaleo la decisione di farsi soldato. L ’amore per la mamma non gli impedirà di scappare di casa con un compagno per raggiungere con passaggi di fortuna Recanati. Ma quando la mamma angosciata lo andr à a trovare per riportarselo a casa, l’abbraccio fra i due sarà fortemente  drammatico. Il ragazzo soldato piange. Ma non torna indietro.  Aveva dichiarato il falso per arruolarsi,  attribuendosi diciotto anni invece dei quattordici. Non se ne accorsero perchè era già abbastanza alto e anche il viso non era proprio da ragazzino. Ma venne successivamente scoperto. Fu il Comandante Troilo che,  apprezzando che aveva fatto carte false non per evitare, come solitamente avviene, ma per andare in guerra, non volle umiliarlo rispedendolo a casa. Si era, inoltre, fatto stimare per l ’inappuntabile servizio. E così Ennio seguì la Brigata nella sua avanzata verso il nord, oltre la linea Gotica, attraverso il fuoco delle battaglie. Il 21 aprile del ’45 la Maiella  entrava finalmente a Bologna. Per prima. Quell’avventura straordinaria, tragica ed eroica di una formazione del tutto atipica aveva vittoriosamente termine. La Brigata si scioglie con una solenne cerimonia il 15 luglio a Brisighella. Il comandante dell ’8° Armata Britannica, il tenente generale McCreery, aveva scritto dal suo Quartier Generale a Troilo: ”In ogni occasione i Patrioti della  Maiella  hanno saputo dimostrare quali siano gli ideali e la tempra degli italiani liberi [ ...]. Ad essi che, finite ormai le operazioni belliche si accingono  a ritornare  alla vita civile  col proposito di essere ancora, come lo furono in guerra, tra i migliori figli d’Italia, giunga il riconoscimento dei soldati Alleati, in Italia,  che li hanno visti al loro fianco, disciplinati e coraggiosi, nell’ora del combattimento.” L’epica storia della Brigata era costato il sacrificio di 55 morti, 151 feriti, dei quali 36 mutilati. Il sacrario sulla rupe rocciosa del Vallone di Torricella Peligna, ai piedi della Maiella, ne ricorda ai viandanti l ’epopea.
 
Non perdere l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone
che la tua stessa vita è in pericolo
Campagna contro la guida in stato di ebbrezza
Riceviamo e pubblichiamo
«Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cos ì ho bevuto una sprite. Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana e il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ci ò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la tua voce sembra cos í lontana! Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: "questa ragazza non ce la far á". Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocit à. Alla fine lui ha deciso di bere e io adesso devo morire... Perchè le persone
fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... La mia respirazione si fa sempre pi ù debole e incomincio ad avere veramente paura. Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento cos ì disperata... Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene. Per questo... ti voglio bene e... addio. Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole e il giornalista scriveva... Scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... Potresti perdere l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo. Questo piccolo gesto può fare la differenza. Mandalo a tutti quelli che conosci».
 
Approvazione del progetto
esecutivo per la sistemazione
della pavimentazione di
PIAZZA CELESTINO LUPI
VIA CARANFA GIUSEPPE
VIA IAFOLLA CORRADO

VILLALAGO - La Giunta Comunale ha approvato, con delibera del 27.7.2007 il progetto esecutivo, redatto dal tecnico comunale, geometra Luigi Nassi, per la
sistemazione della pavimentazione in porfido di Piazza Celestino Lupi, e di alcuni tratti di Via Caranfa Giuseppe e di Via Iafolla Corrado. I lavori trovano la copertura finanziaria, di euro 55 mila, nel bilancio economico comunale. Essi si sono resi urgenti perch é la sconnessa pavimentazione crea pericoli al transito veicolare e alla deambulazione dei cittadini. E ’ prevista la rimozione delle parti ammalorate, la rimozione della stuccatura rovinata e il rifacimento delle stesse utilizzando idonei materiali. Con apposito capitolato di appalto, i lavori dovrebbero iniziare appena dopo il periodo delle vacanze agostane, che vedono molti turisti in paese.
 

CASTROVALVA SENZA ACQUA POTABILE
Caro direttore, ancora una volta Castro è senza acqua, tutta la parte alta; quest'anno senza neve la sorgente delle Faete, da cui Castro si approviggiona, si è abbassata notevolmente, ed entrando meno acqua nel serbatoio posto a sud di Castro si creano problemi di approviggionamento. Quello della mancanza di acqua nel periodo estivo è per Castrovalva un problema annoso, ma non si prendono provvedimenti. Il serbatoio di carico non è adeguato a mantenere un livello costante di acqua in un paese che nel periodo estivo aumenta di molto le utenze. Ora il comune di Anversa quali provvedimenti intende prendere, a mio parere bisognerebbe quanto meno raddoppiare il serbatoio di carico, previsto al tempo della costruzione (1960 quando le esigenze idriche erano minime) per soddisfare  un centinaio di persone. Per avere nel periodo estivo una maggiore quantità di acqua a disposizione qualche provvedimento bisogna prenderlo, soprattutto se si punta sul turismo. Ora iul Comune di Anversa che è il diretto interessato non venga a dire che non ci sono disponibilità finanziarie visto come vengono spesi i soldi. Con questo ti saluto. Antonio
 
mercoledi’ 08 Agosto  
S. Domenco di Guzman sacerdote
giovedi’ 09 Agosto  
S. Teresa Benedetta della Croce